CATANZARO “Numerose problematiche e notevoli carenze di attrezzature”. Si conclude così una delle più recenti note, risalente al 4 giugno 2018, firmata dal referente del dirigente delle Uot Funzioni Territoriali del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari contenente un lungo e preciso elenco delle criticità riscontrate negli uffici agricoli di zona (Uaz) della provincia di Cosen-za. Si tratta delle sedi periferiche della Regione Calabria su cui noi, in qualità di sindacato, abbia-mo più volte tentato di portare alla luce denunciando le gravi condizioni di disagio in cui i dipen-denti sono costretti a lavorare”. È quanto scrive in una nota il sindacato CSA-Cisal, informando su una serie di ricognizioni (esclusivamente su carta) disposte dal dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari all’interno degli uffici agricoli di zona cosentini. “Dovremmo ritenerci soddisfatti – incalza il sindacato – dal momento che le nostre continue segnalazioni hanno suonato la sveglia a qualche dirigente ma, nei fatti, il quadro che emerge dal carteggio in nostro possesso non può che lasciarci ancor più sbigottiti di prima. Le stesse note certificano la totale assenza di qualsiasi at-trezzatura di lavoro a servizio di dipendenti che pur in questi uffici periferici lavorano da anni. Ma andiamo con ordine. A seguito delle nostre segnalazioni il dipartimento Agricoltura e Risorse agroalimentari ha pensato bene di correre ai ripari realizzando una serie di verifiche all’interno degli uffici periferici, la prima comunicazione riporta la data del 31 maggio 2018 e la firma del di-rigente delle Uot Funzioni Territoriali del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari. La nota viene indirizzata al direttore generale dello stesso dipartimento ed ha per oggetto la ricogni-zione del fabbisogno Uaz, dell’Uotp di Cosenza: “Per dovere istituzionale, allo scopo di garantire il buon andamento dell’attività amministrativa presso gli uffici agricoli di zona dell’Uotp di Cosenza – vi si legge – si trasmettono, in allegato, le note del referente Uotp di Cosenza, pervenute a questo ufficio, richiedendo autorevole intervento in virtù delle rispettive prerogative, per la risoluzione dei problemi segnalati”. È proprio negli allegati che vengono riferite con dovizia di par-ticolari le gravi carenze lavorative e logistiche riscontrate in alcune sedi zonali. L’ufficio di Acri, ad esempio, è sprovvisto di un’utenza telefonica fissa, non possiede alcun collegamento ad internet e risulta assente la configurazione del dominio regionale. Inutile dire che i dipendenti non dispongono di alcun materiale di cancelleria. La stessa identica situazione viene riscontrata nelle sedi di Cetraro, San Marco Argentano e Sibari mentre ancor più disastrose sono le condizioni in cui versano gli uffici di Mormanno e Roggiano. Nell’elenco di attrezzature di cui dotare gli uffici periferici si richiedono anche apparecchi scanner, personal computer e stampanti. Ma finora – si chiede il sindacato – i dipendenti in che modo hanno evaso le pratiche? Quali attività hanno occupato le loro giornate lavorative? Con quali attrezzature hanno svolto i servizi in favore degli utenti dal momento che alcuni uffici periferici non sono dotati di telefoni, di computer e perfino di carta? Tiriamo un sospiro di sollievo – prosegue il sindacato – nel leggere a conclusione della nota che la comunicazione “assume carattere d’urgenza e di improrogabilità”. Finalmente la Regione, nella persona del dirigente delle Uot Funzioni Territoriali del Dipartimento Agricoltura e Ri-sorse Agroalimentari e guarda caso dopo le nostre segnalazioni, ha deciso di prendere seri provvedimenti ponendo fine ad una condizione lavorativa inumana”.
“Perché – si interroga ancora il sindacato – si è fatto trascorrere così tanto tempo prima di porvi rimedio? Perché finora non è stato disposto alcun tipo di controllo e/o ricognizione? Cosa si attendeva? Abbiamo difficoltà a credere che nessun tra il dirigente generale e il dirigente delle Uot Funzioni territoriali del dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari si siano mai resi conto di questi gravi carenze lavorative e logistiche, come altrettanto impossibile è che queste non siano mai state oggetto di denuncia da parte degli stessi. Al contrario, riteniamo che questi avessero invece l’obbligo di segnalare non solo la mancanza di attrezzature informatiche ma soprattutto le precarie condizioni di lavoro che i dipendenti erano e sono ancora oggi costretti a sopportare”.
“Auspichiamo pertanto – continua il sindacato – che il direttore generale unitamente al dirigente delle Uot Funzioni Territoriali una volta constatate simili criticità oggettive, provvedano immediatamente ad una rivisitazione logistica e a un immediato accorpamento di questi uffici periferici poiché non si ravvisa alcuna utilità nel pagare lauti affitti per sedi ammalorate che al massimo ospitano due o tre unità lavorative e che, per di più, mancano di ogni minima attrezzatura per svolgere le normali attività lavorative. Riteniamo doveroso, alla luce delle condizioni in cui versano tali immobili, procedere alla revoca dei contratti di locazione e ad una più ragionevole riorganizzazione dei dipendenti. Le ricognizioni non si sono però fermate qua, fortunatamente. Il 4 giugno 2018 viene vergata una seconda comunicazione, questa volta dal referente del dirigente delle Uot Funzioni Territoriali del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari e indirizzata proprio allo stesso suo dirigente, estensore della prima nota. L’oggetto della comunicazione non cambia e vi si legge: “Al fine di poter mettere in ottimali condizioni lavorative i dipendenti che operano negli uffici agricoli di zona dell’Uotp di Cosenza, che devono garantire il buon anda-mento dell’azione amministrativa, nonché la trasparenza, l’efficacia e l’efficienza nell’erogazione dei servizi ai cittadini, si è ritenuto opportuno effettuare una ricognizione che evidenzi criticità lavorative/logistiche o eventuali carenze di attrezzature che potrebbero rendere difficoltoso l’operato di ogni singolo dipendente che opera nell’interno degli uffici agricoli di zona. Tale ricognizione ha evidenziato numerose problematiche e notevoli carenze di attrezzature sintetizzate in una scheda”. Ricognizioni? Criticità lavorative e logistiche? Numerose problematiche e notevoli carenze di attrezzature? La scoperta alla Regione Calabria è avvenuta probabilmente con un po’ di ritardo”.
“Guarda caso, dopo le nostre segnalazioni – incalza il sindacato – si è attivata un’intensa e frenetica attività finalizzata ad evidenziare quello che da diversi anni manca in questi uffici periferici. Infatti, anche l’esito di questa ricognizione è a dir poco allarmante. Per la sede di Amantea si richiedono tre computer, un fax (sarà sfuggito al compilatore che i fax sono ormai fuori commercio), una fotocopiatrice, un registro protocollo, risme di carta, penne nere e rosse, pennarelli, evidenziatori, cartelle e sottofascicoli, colla liquida e gomme. Ma insomma finora su quali supporti hanno lavorato i dipendenti – domanda sempre il sindacato – dal momento che questi uffici erano sprovvisti finanche della carta e delle penne? Per la sede di Cassano vengono richiesti quattro computer, una stampante, uno scanner, un armadio per custodire le pratiche e persino quattro sedie. Riteniamo ogni commento superfluo. Per Castrovillari, invece, la richiesta è di una fotocopiatrice, tre computer, tre mouse, tre stampanti, tre armadi, tre scrivanie e non poteva mancare anche il divano per la sala d’attesa destinata al pubblico. L’ufficio periferico di Cetraro risulta sprovvisto del computer, del collegamento ad internet, della linea telefonica fissa, della stampante multifunzione, del materiale di cancelleria e persino della cassetta per il pronto soccorso, dell’estintore e della stufa (ci si prepara per il prossimo inverno). Il lungo elenco prosegue informando dell’assenza di prodotti per la pulizia e di lampadine. Sarebbe, insomma, facile ironizzare dicendo che alla Regione si brancola davvero nel buio se il quadro non fosse così sconfortante. La scena si ripete nelle sedi di Mormanno dove non vi è l’ombra di un computer, di una stampante, di uno scanner e di una risma di carta; a Roggiano dove non risulta esserci neppure l’apparecchio telefonico oltreché il computer, la stampante e il materiale di cancelleria; a Rossano dove vengono richieste accanto a due postazioni per pc, a una stampante, a uno scanner e a materiale di cancelleria assortito anche la carta igienica in rotoli, il rotolo asciugamani e le lampadine e, infine, a San Giovanni in Fiore, dove oltre alla richiesta dell’allaccio alla linea internet, alla carta igienica, al sapone e alla carta per le mani, i dipendenti dichiarano di aver sinora acquistato tutto il materiale occorrente per svolgere le attività lavorative a proprie spese”.
“Fa sorgere il dubbio come il personale in forza alla sede di Scalea – commenta il sindacato – abbia finora evaso le pratiche amministrative non disponendo di postazioni informatiche, monitor, mouse e tastiera (richieste nella misura di sei). O a Sibari dove oltre alla linea telefonica e internet, i dipendenti hanno richiesto il ripristino della rete a gas per attivare il riscaldamento, due computer con scanner e masterizzatore, una fotocopiatrice, sei sedie, venti penne, cinque matite e, ovviamente, le immancabili quattro poltroncine per scrivanie oltre ai temperamatite e alle gomme. Non dissimili le condizioni nelle sedi di Cariati, Corigliano, Rocca Imperiale, Trebisacce e Villapiana di cui pure disponiamo delle relative schede di fabbisogno. All’esito delle verifiche l’unica conclusione che se ne può trarre è che gli uffici periferici sono totalmente sprovvisti dei supporti minimi utili a svolgere le più elementari attività. Resta dunque un mistero in che modo i dipendenti abbiamo potuto lavorare sinora in queste sedi e quali servizi abbiano potuto erogare”.
“Nonostante le ripetute segnalazioni – attacca il sindacato – trascorso ormai un mese dobbiamo constatare che nessuno si è ancora preoccupato di porre fine a questo scandalo preoccupandosi di rivedere con urgenza la proposta di delibera presentata proprio allo scopo di riorganizzare, mediante accorpamento, questi uffici periferici. Il piano – commenta il sindacato – prevedeva l’individuazione di sedi in cui concentrare il personale dislocato nei diversi immobili sparsi per il territorio (soprattutto cosentino) tenendo conto sia della posizione che delle migliori caratteristiche qualitative e logistiche. Si tratta di stabili per i quali, nella maggior parte dei casi, la Regione Calabria spende non pochi quattrini ma che versano nel più completo abbandono e nel totale disinteresse dell’amministrazione. Per quale ragione ancora non sono ancora stati presi provvedimenti dopo le nostre segnalazioni? A chi dobbiamo attribuire la responsabilità di questo colpevole disinteresse? Annunciamo fin d’ora che, come sindacato CSA-Cisal, porteremo avanti la battaglia affinché tutti i dipendenti di questi uffici periferici siano messi nelle condizioni di lavorare in maniera dignitosa al pari di tutti gli altri. Non ci resta che appellarci, nuovamente e per la seconda volta al presidente della giunta regionale lo avevamo già fatto la prima volta in data 10 giugno 2018 – precisa il sindacato – affinché proceda senza indugio ad una razionalizzazione delle sedi periferiche e tiri fuori dal cassetto la proposta di delibera del 15 gennaio 2018 nata con l’obiettivo di riorganizzare gli uffici zonali rendendola immediatamente operativa”.
“Rivolgiamo un invito – chiosa il sindacato CSA-Cisal – anche al neo assessore al personale e al direttore generale del dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari affinché intervengano con incisività su un tema così importante che scandalizza non soltanto i lavoratori quanto l’opinione pubblica. È giunto il momento del coraggio, delle responsabilità e delle decisioni importanti – senza tatticismi politici – sapendo che l’obiettivo deve rimanere uno solo: restituire dignità lavorativa ai tanti dipendenti sparsi per le sedi periferiche che sono costretti ogni giorno a convivere con carenze strutturali e organizzative in termini di efficacia, efficienza ed economicità per l’amministrazione regionale eliminando intollerabili sprechi e insostenibili sperperi di denaro pubblico”.
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