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Apicella: «Non sono massone». Ma il "Corriere" non lo ha scritto

Il segretario generale della giunta regionale replica al nostro articolo sull’omissis che ne ha prorogato la carica. «Mai avuto incarichi nell’era Scopelliti». Eppure si è occupato per anni di impo…

Pubblicato il: 26/06/2018 – 19:31
Apicella: «Non sono massone». Ma il "Corriere" non lo ha scritto

Riceviamo e pubblichiamo:
Faccio riferimento ad alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi dalla testata “Corriere della Calabria”, che nuovamente insinuano che sarei appartenente dalla massoneria e ritornano su un asserito passaggio disinvolto da incarichi dirigenziali apicali ottenuti dalla Giunta Scopelliti ad incarichi dirigenziali apicali conferiti dalla Giunta Oliverio. Tali articoli ripropongono notizie già diffuse nei mesi scorsi dalla medesima testata, che sono gravemente lesive della mia dignità, della mia reputazione, pubblica e privata, della integrità morale e professionalità.
Le predette notizie sono completamente false, in quanto non sono massone, né ho mai fatto parte alla massoneria, e non ho ricevuto nessun tipo di incarico dalla Giunta Scopelliti, men che meno un incarico dirigenziale apicale.
Di conseguenza, ho già proceduto a proporre querela per il delitto di diffamazione aggravata nei confronti degli autori degli articoli, del direttore della testata e dell’editore, concedendo ai giornalisti ampia facoltà di provare la verità delle circostanze falsamente affermate.

Ennio Apicella
segretario generale della giunta regionale

Riassumendo, il prof. Avv. Dir. Gen. gran segretario della Presidenza della Regione Calabria, benché non suo dipendente, in attesa di trascinarci davanti a un Tribunale ritiene di dover precisare due cose. Due soltanto, rispetto alle molte che erano contenute nell’articolo che lo ha fatto infuriare, quello (per intenderci) degli “Omissis” che in una delibera di giunta regionale coprivano le sue generalità nello statuire che lui solo ha titolo a restare dove si trova, gli altri, i dirigenti interni, o non hanno titoli o sono… titoli scaduti. E sì, c’è anche questo nella delibera degli “omissis”: presso la Regione Calabria i titoli hanno una scadenza. Vanno consumati entro la data fissata da presidente e assessori. Cose, queste sì, da Procura della Repubblica…
Allora, tornando al nostro, il prof. avv. dir. gen. gran segretario dice che noi lo avremmo diffamato sostenendone l’appartenenza alla massoneria e l’aver ricevuto incarichi da parte della giunta di centrodestra a guida Scopelliti.
In nessun passaggio del nostro scritto, invero, abbiamo detto dell’appartenenza alla massoneria del nostro annunciante querela. E comunque Apicella considera infamante essere massoni?
Sul secondo punto, invece, il nostro scritto era effettivamente lacunoso perché assolutamente incompleto e parziale. Vediamo di riparare: le giunte regionali che hanno preceduto quella attuale hanno coperto di incarichi e consulenze, regolarmente retribuite, il prof. avv. dir. gen. gran segretario Ennio Apicella. Non solo Scopelliti, dunque, ma anche gli altri, fin dai tempi della presidenza Chiaravalloti. Vediamo stavolta di essere più completi e precisi.
L’esordio è del 2004, quando Apicella è stato nominato consulente giuridico del presidente della giunta regionale, ma già nel 2002 era stato spedito come commissario all’Asp di Catanzaro e, nel mentre svolgeva tale ruolo, era anche commissario per la stesura dell’elenco degli idonei all’incarico di direttore generale presso le Aziende sanitarie calabresi. E mentre questo faceva, Apicella era anche commissario d’esami per stabilire a chi andavano assegnate le borse di studio per gli studenti di Giurisprudenza degli atenei calabresi. Ma era la sanità il suo punto di eccellenza, così neanche il tempo di lasciare la guida dell’Asp di Catanzaro che ecco Apicella nominato al vertice della Fondazione Campanella, quella che passerà alle cronache per i topini nel laboratorio antitumorale e per il suo fragoroso fallimento come istituto di ricerca e cura.
Le sue performance personali, comunque, debbono essere risultate convincenti, visto che proprio ad Apicella nel 2007 viene affidato l’incarico di consulente per la stesura del Piano sanitario regionale. Inoltre, proprio per verificare che il Piano procedesse secondo i criteri dettati, ecco che Apicella viene incaricato, sempre dalla Regione Calabria, di esercitare il «controllo preventivo sugli atti delle Aziende sanitarie» della Calabria.
Fermiamoci un attimo: Ennio Apicella ha lavorato alla selezione dei manager da nominare alla guida delle Asp, ha esercitato il controllo preventivo sugli atti di dette Asp, ha direttamente gestito un’azienda e l’unica Fondazione di ricerca e cura, ha lavorato alla stesura del Piano sanitario regionale. Eppure proprio in tale compartimento le cose non sono andate bene: sono gli anni del disavanzo, del crollo dei Lea, della mancata informatizzazione della spesa, dello sforamento dei budget, del vertiginoso aumento del contenzioso. Gli anni bui della sanità calabrese che porteranno all’odierno commissariamento.
Non ha influito negativamente, tutto questo, sul curriculum del dottor Apicella se questi, prima con Scopelliti e oggi con Oliverio, resta saldamente al vertice della burocrazia della Regione Calabria.

Paolo Pollichieni
direttore@corrierecal.it

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