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Cosenza e lo psicodramma sul nuovo ospedale

Il sindaco Occhiuto riceve dalla maggioranza il mandato a trattare con Oliverio il sito del futuro nosocomio cittadino. Ma è un potere che già esercita. Mentre la minoranza si spacca sulla question…

Pubblicato il: 26/06/2018 – 18:23
Cosenza e lo psicodramma sul nuovo ospedale

COSENZA Quello del “Nuovo ospedale” per il centrosinistra cosentino è lo scoglio a cui aggrapparsi nonostante le mani bagnate. Una battaglia imprescindibile da vincere a tutti i costi. Lo è per il governatore Mario Oliverio e anche per i suoi “uomini” in consiglio comunale. E il giorno dopo l’assise fiume – durata oltre 7 ore e attesa da 6 mesi – rimane da mettere ordine tra i pezzi che sono rimasti. Il consiglio comunale di Cosenza, maggioranza e minoranza compresa, ha impiegato 420 minuti per dire ai cosentini – qualora non lo sapessero – che il sistema regionale sanitario è al collasso. Se ne prende atto; del perché a Vaglio Lise non è opportuno far nascere il nosocomio ne parla solo Occhiuto, sollevando i dubbi – anche questi abbastanza noti – sull’impatto urbanistico sulla città e su un impoverimento della zona a sud che già adesso non brilla. E, oltre a questo, il sindaco per la prima volta si sbottona sulla effettiva imparzialità dello studio di fattibilità commissionato dalla Regione e costato 700mila euro.
Alla fine della discussione, in cui ad avvicendarsi al microfono sono stati anche i consiglieri più schivi ai pubblici proclami, tutto sembrava essersi risolto per il meglio con un documento condiviso (da maggioranza e minoranza), salvo poi l’alt vista la mancanza di un termine perentorio entro il quale il primo cittadino avrebbe dovuto riferire in consiglio sulla contrattazione-bis con Oliverio.
IL RISIKO DELLA MINORANZA La minoranza ha gestito in questo modo l’intero consiglio. Dapprima ha affidato a Francesca Cassano (oliveriana di ferro) un lungo excursus, letto in modo cadenzato, degli incontri finiti in fumo tra il governatore e Occhiuto – qualora a qualcuno non fossero noti -, poi ha continuato: «A questo consiglio dovevano esserci anche il presidente della Regione e l’ingegnere responsabile del procedimento». A fine lettura la consigliera ha proposto Vaglio Lise come sito più idoneo nel rispetto dello studio di fattibilità e soprattutto per evitare che si perdano i soldi destinati alla nuova struttura. Tocca poi a Guccione. Il “bretellato” ringrazia Occhiuto per averlo citato e aver recuperato il suo rendering durante la campagna elettorale e, in piena linea con quanto sostenuto dalla maggioranza, fornisce il via libera per la chiusura del consiglio in stile “volemose bene”. «Votiamo un documento condiviso – ha detto – in cui diamo ad Occhiuto il tempo di dialogare con Oliverio e poi nel massimo di 20-25 giorni riferendo in consiglio ci dia tutte le informazioni necessarie per scegliere liberamente il nuovo sito, visto che il consiglio è l’unico organo deputato alla scelta dove dovrà nascere l’ospedale».
Applausi, c’è l’accordo. Tra Giorgio Gaber citato da De Marco, Spinoza citato da Morcavallo e altri illustri rimandi si arriva alla riunione dei capigruppo. Il documento condiviso era una estrema sintesi di quello proposto dalla maggioranza, ma a far saltare il banco è il termine di nuova convocazione. Per cui tutto ritorna alla situazione d’inizio, con il consiglio che di fatto investe Occhiuto di un potere che già esercita da un anno.
LA WATERLOO Esauriti gli interventi e la sospensione per la riunione dei capigruppo, alle 22.45 circa in aula si ritrovano solo Damiano Covelli e Francesca Cassano (per la minoranza). Carlo Guccione e Bianca Rende avevano abbandonato l’aula, la consigliera è rientrata dopo che si erano abbondantemente consumate le intenzioni sulle dichiarazioni di voto. Francesca Fabiano (Psi) in consiglio è stata presente solo alle prime battute, mentre Alessandra Mauro era assente. Marco Ambrogio (uno dei sei “responsabili”, foto) ha aperto il dibattito per poi allontanarsi definitivamente per l’ora di cena seguito a ruota da Enrico Morcavallo.
Insomma, per fare un esempio, la Grande Cosenza alla riunione dei capigruppo neanche ha partecipato e l’effetto “politica costruttiva” è emerso in tutta trasparenza quando il pittoresco consigliere Massimo Lo Gullo (subentrato ad Enzo Paolini) ha firmato il documento di maggioranza tra gli applausi dei colleghi, alcuni dei quali sghignazzavano nel soprannominarlo “Fracchia”, personaggio inventato da Paolo Villaggio, visti i modi con cui ha affrontato la dichiarazione di voto e l’intero finale di consiglio.
SCACCO AL RE Mario Occhiuto riceve fiducia incondizionata dai suoi sodali, il pieno mandato a comandare è rinnovato con una pura formalità. La minoranza si arrampica sugli specchi del “termine a riferire” e forse sciupa l’occasione di fare opposizione dura e pura difendendo Vaglio Lise a tutti i costi, o di votare una “fiducia al re” per poi rivendicare con forza il patto sottoscritto a corte. Intanto l’area di Vaglio Lise rimane ancora in ballo, dipenderà da quello che i due Mario riusciranno a dirsi. C’è il precedente della metro anche se i tempi potrebbero essere più stretti, tra meno di due anni si rinnova il consiglio regionale.

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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