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Resta in carcere l'Escobar calabrese

Il Tribunale di Montevideo ha negato la misura alternativa per Rocco Morabito, boss di Africo Nuovo. La notizia comunicata dall’Interpol al procuratore generale di Reggio, Bernardo Petralia. Se est…

Pubblicato il: 26/06/2018 – 10:42
Resta in carcere l'Escobar calabrese

REGGIO CALABRIA I magistrati del Tribunale di Montevideo (Uruguay), hanno negato la misura alternativa al carcere nei confronti del boss di Africo Nuovo, Rocco Morabito, arrestato nel mese di settembre del 2017 a Punta del Este. Nei giorni scorsi (lo abbiamo raccontato qui), dopo che la Procura generale di Reggio Calabria aveva chiesto la consegna del boss e la sentenza di estradizione non è arrivata entro i termini di legge, il legale di Morabito aveva presentato la richiesta di scarcerazione sostenendo che il termine per decidere sull’estradizione del suo assistito era già scaduto. Ciò avrebbe presupposto il ritorno in libertà dello stesso Morabito.
La notizia è stata comunicata dall’Interpol al procuratore generale della Corte d’Appello di Reggio Calabria, Bernardo Petralia. Latitante da 23 anni, Morabito, che ha 52 anni, ed è cugino del boss Giuseppe Morabito detto “Tiradritto”, è stato arrestato nel settembre scorso in Uruguay. Morabito è accusato di fare parte di un’organizzazione internazionale dedita al traffico di stupefacenti, soprattutto cocaina. Il boss, pertanto, rimarrà in arresto preventivo fino alla conclusione dell’iter per l’estradizione già autorizzata dalle autorità dell’Uruguay. Al momento dell’arresto il nome del boss di Africo Nuovo era inserito da tempo nell’elenco dei 10 latitanti di massima pericolosità, insieme ad altri boss del calibro di Matteo Messina Denaro. Da anni Morabito viveva in Uruguay dopo avere viaggiato in lungo ed in largo per il Sud America.
Morabilto, detto “U Tamunga”, è considerato il re della cocaina a Milano nel periodo a cavallo tra la fine degli anni 80 e gli inizi degli anni 90, nonché uno dei più capaci narcotrafficanti del mondo. Costruitosi una falsa identità, quando è stato tratto in arresto aveva con sé vari documenti di nazionalità brasiliana sotto il nome di Francisco Capeleto de Souza, grazie ai quali era riuscito a far perdere completamente le sue tracce.
Al momento dell’arresto, in albergo e nella sua lussuosa abitazione a Punta del Este, zona residenziale non molto distante da Montevideo, la polizia uruguagia e i militari dell’Arma di Reggio Calabria hanno trovato una serie di documenti falsi, una pistola Glock, 150 mila dollari in contanti, 150 fotografie in formato fototessera e 13 schede telefoniche.
Morabito ora dovrà attendere la sentenza sulla richiesta di estradizione avanzata dallo Stato Italiano all’interno di un istituto di pena uruguagio. Condannato in Italia per i reati di associazione di tipo mafioso ed associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, qualora estradato dovrà scontare un totale di 30 anni di reclusione.

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