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Sequestro da 1 milione contro il clan Gallace-Gallelli

Il provvedimento emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda riguarda Francesco Aloi, coinvolto nell’operazione “Itaca-freeboat” contro la cosca di Guardavalle e condannato per associa…

Pubblicato il: 27/06/2018 – 11:04
Sequestro da 1 milione contro il clan Gallace-Gallelli

CATANZARO I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, coordinati dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, e dai procuratori aggiunti Vincenzo Luberto e Vincenzo Capomolla, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro. Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda nei confronti di Francesco Aloi, di Guardavalle, ritenuto elemento di spicco della cosca di ‘ndrangheta Gallace-Gallelli attiva nel Soveratese. Aloi, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino, era stato coinvolto nell’operazione “Itaca-freeboat”, culminata nel mese di luglio 2013 con l’arresto di 25 persone tra presunti affiliati e fiancheggiatori del clan operante su Guardavalle, Badolato e su tutta la fascia del basso ionio catanzarese. All’atto dell’esecuzione degli arresti, Aloi si era reso irreperibile fino al febbraio del 2015, giorno in cui veniva catturato, insieme ad un altro latitante, all’interno di un nascondiglio ricavato al di sotto della cella frigorifero di un ristorante a Guardavalle. All’esito dell’intero procedimento penale, Aloi è stato condannato – con rito abbreviato – a sei anni di reclusione per associazione mafiosa.
Le indagini patrimoniali condotte dagli investigatori del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro, prodromiche all’emanazione del provvedimento di sequestro, hanno consentito di ricostruire in capo ad Aloi un notevole complesso patrimoniale il cui valore secondo la Dda è risultato sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati. Il provvedimento di sequestro ha riguardato un fabbricato ubicato a Guardavalle, un’autovettura, quote societarie e diversi rapporti bancari e finanziari, il tutto per un valore complessivo stimato superiore ad un milione di euro.
LE RICHIESTE DELLA DDA È considerato dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro «soggetto indiziato di partecipazione ad associazione di stampo ‘ndranghetistico e precisamente sodale della “locale di Guardavalle”, avente articolazione autonoma nella provincia di Catanzaro, con collegamenti in Lombardia e nel Lazio». Per questo motiva la Dda di Catanzaro ha chiesto nei confronti di Francesco Aloi, la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per cinque anni e la misura di prevenzione patrimoniale della confisca. La seconda sezione penale del Tribunale di Catanzaro, misure di prevenzione, ha sottoposto a sequestro, ai fini della confisca, i beni, le partecipazioni societarie, le imprese di cui Aloi, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino, risulti intestatario. Tra i beni risultano: un immobile a Guardavalle di cui Aloi dispone il 50% della proprietà; una Smart City Coupe, una Lancia Musa, quote di partecipazione paria a 5.164,00 euro della “Quattro digital games srl, la ditta individuale “Digital Games 2008 di Gallace Maria” (sua moglie, ndr) e relativo complesso di beni aziendali esercente l’attività di noleggio senza operatore di altre macchine e attrezzature.

SOGGETTO OPERATIVO NELLA COSCA Secondo il collegio Aloi è «partecipe e dirigente della consorteria mafiosa, unitamente al suocero Vincenzo Gallace di cui è fiduciario anche dopo l’arresto dello stesso Gallace unitamente al cognato Cosimo Damiano Gallace, titolare della dote ‘ndranghetistica, il “quartino”, rivestendo un ruolo di primo piano “oprativo” per la pianificazione ed esecuzione di azioni, da porre in essere nei confronti di soggetti ritenuti contrapposti al sodalizio e funzionali alla sopravvivenza ed espansione della cosca mafiosa medesima, nonché imponendosi, in concorrenza con il sodalizio mafioso oprante a Soverato riconducibile al gruppo Sia-Procopio-Tripodi, nel settore della distribuzione dei videogiochi, avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal vincolo associativo». Aloi ha dichiarato redditi, tra il 1995 e il 2015, sempre inferiori a 15mila euro e tra il 2012 e il 2014 non risulta nessuna dichiarazione.

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