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«Ecco perché lascio il Pd»

di Giuseppe Pinto*

Pubblicato il: 28/06/2018 – 15:30
«Ecco perché lascio il Pd»

Mi dimetto, con profondo rammarico, da un partito cui ho portato un contributo di esperienze maturate nella Dc, nei Popolari, nella Margherita, nell’Ulivo ed infine nel Pd, rimanendo sempre fedele al mio pensiero democristiano che mi ha forgiato e sostenuto nel percorso politico. Mi sono sempre sentito onorato di aver contribuito a far crescere questo nostro partito, ho sempre fatto il mio dovere da elettore, da militante, da responsabile del territorio della segreteria provinciale Pd. E comunque da persona che ha messo a disposizione del partito e della comunità capacità intellettuali e organizzative, sacrificando affetti e famiglia.
Non mi era mai successo di scrivere una lettera di dimissioni da un partito politico, ma la strada da esso intrapresa con le ultime vicende mi induce, senza indugio, ad attuare una scelta, pur dolorosa, ma necessaria, maturata nell’ambito di motivazioni politiche, sensazioni, emozioni e stati d’animo.
In tutta la mia trentennale esperienza politica ho fatto del contatto con la gente il cardine del mio impegno sociale e partitico, riportando all’interno delle istituzioni il disagio e le difficoltà dei cittadini. L’unico conforto è che tutto ciò non è stato vano poiché in diverse occasioni è stato possibile risolvere i problemi segnalati.
Dopo la sconfitta del 4 marzo, a mio avviso, non servivano commissariamenti e men che meno commissari provenienti da altre realtà. Serviva, invece, radicamento territoriale, ringiovanimento dei quadri di partito, nuove idee e proposte, nuovi volti che, forti delle esperienze dei “vecchi”, potessero intraprendere il cammino del rinnovamento.
Oltre ad essere componente dell’Assemblea regionale, nel 2015 ho ricevuto l’incarico di responsabile provinciale del territorio di Reggio Calabria e come tale mi sono impegnato in maniera intensa, producendo una consistente mole di segnalazioni, fornendo suggerimenti e proposte sui temi dei servizi infrastrutturali e della mobilità. A tal riguardo posseggo una corposa documentazione a testimonianza del mio impegno politico negli ultimi decenni.
Tutto ciò non è bastato o, spesso è passato inosservato, al commissario della Federazione metropolitana di Reggio Calabria, Giovanni Puccio, il quale, tuttavia, messo a conoscenza, tramite sms, di un comunicato stampa che si riferiva ad una mia lettera al prefetto di Reggio Calabria ed ad altre autorità, mi intimava di non scrivere più a nome del partito in quanto decaduto dall’incarico.
Il contenuto della mia lettera evidenziava la mia personale stima verso il prefetto e lo sollecitava a dare forza alla risoluzione dei problemi segnalati nell’esclusivo interesse della città e del territorio. A causa di ciò il commissario, pur confermando di non aver letto il testo della lettera ma solo il comunicato stampa, mi rimproverava il fatto di mettere, con questo articolo, a disagio l’amministrazione comunale.
La mia formazione politica mi ha sempre spinto ad agire con abnegazione, dialogando con tutte le forze politiche, nell’interesse della comunità che si rappresenta, prendendomi la responsabilità delle mie azioni, ma senza mai voler mettere in imbarazzo nessuno. Ho messo la mia faccia anche quando, e sono diversi anni, il partito ha iniziato a non essere più un punto di riferimento sul territorio perché la gente lo percepiva lontano ed ha iniziato a rivolgersi altrove, verso quelli che tutti definiscono partiti del populismo ma che, a mio modesto avviso, rappresentano non la causa bensì l’effetto del profondo malessere della società locale e nazionale. Tutto ciò nasce perché la gente vuole sentirsi partecipe, anche con una stretta di mano, non chiede altro che di essere ascoltata, di sentirsi utile e dare una mano alla risoluzione dei problemi che incidono pesantemente nella vita quotidiana.
Da tempo ormai, sono costretto a constatare che nel partito non è più possibile far politica in questo modo, quindi preferisco rimanerne fuori, continuando ad impegnarmi per il bene della mia città e della mia provincia, credendo di poter fornire idee e proposte per il bene comune.
C’è un tempo per ogni cosa e il mio tempo da militante componente dell’esecutivo regionale del Pd è terminato. Pertanto presento le mie dimissioni irrevocabili.
Ritengo doveroso ribadire che nel corso della mia militanza ho instaurato rapporti umani intensi ed indelebili. Ho avuto modo di imparare tanto e di trasmettere altrettanto a chi è più giovane, perché in politica bisogna donare tutto ciò che si riceve in termini di esperienza, di rispetto reciproco Auguro buona fortuna al Pd non solo nei nostri territori ma anche a livello nazionale e auspico che riuscirà a costruire un nuovo percorso politico, a partire dalla necessità della gente e dei territori, soprattutto quelli periferici, dove spesso nascono le sconfitte più amare e più dure.
*Ex responsabile Pd delle politiche del territorio reggino

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