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Estorsioni (anche) alla fiera della Madonna, 17 fermi a Crotone – NOMI E VIDEO

Cosca nel mirino della Dda di Catanzaro. Commercianti costretti ad acquistare panini e carne imposti dal clan. Nelle carte dell’inchiesta un tentato omicidio e una cruente rapina a San Giovanni in …

Pubblicato il: 28/06/2018 – 9:56
Estorsioni (anche) alla fiera della Madonna, 17 fermi a Crotone – NOMI E VIDEO

CROTONE La Polizia di Stato di Crotone, diretta dalla Direzione distrettuale di Catanzaro, sta eseguendo diverse misure cautelari a carico di appartenenti alla ‘ndrangheta. Destinatari dei 17 fermi sono numerosi soggetti appartenenti a una cosca operante a Crotone, dedita alla commissione di una serie di reati contro la persona e contro il patrimonio, nonché in materia di armi. “Hermes”, questo il nome dato all’operazione, vede impiegate decine di poliziotti appartenenti al Servizio centrale operativo, alle Squadre mobili di Catanzaro e Crotone e ai Reparti prevenzione crimine.
https://www.youtube.com/watch?v=so338M5B3Sc&feature=youtu.be
ESTORSIONI ALLA FIERA DELLA MADONNA I fermi sono il risultato di una complessa attività d’indagine diretta dalla Dda di Catanzaro che ha portato a individuare l’esistenza e soprattutto la riorganizzazione, dopo una serie di operazioni svolte dalle Forze di Polizia e in particolare l’operazione denominata “Old family”, di una cosca della ‘ndrangheta legata ai Vrenna-Corigliano-Bonaventura-Ciampà, retta dalle famiglie Barilari-Foschini con a capo il boss Gaetano Barilari. Le indagini hanno dimostrato come i componenti del sodalizio avessero un radicato controllo del territorio, soprattutto delle attività commerciali su cui esercitavano forti pressioni e richieste estorsive: pena tutta una serie di danneggiamenti soprattutto di tipo incendiario. Le intercettazioni hanno consentito di rendersi conto di come gli arrestati imponessero a tutti di pagare anche piccole somme sottostando ai voleri della cosca. In particolare durante la fiera della Madonna di Capocolonna, in occasione dell’annuale festa religiosa cittadina, i commercianti ambulanti erano costretti ad acquistare, a prezzi maggiori, i prodotti, specie panini e carne, che la famiglia imponeva loro.
Nel corso delle indagini sono stati individuati i presunti autori di un tentato omicidio, avvenuto a Crotone nel novembre 2013, ai danni di un noto pregiudicato nei cui confronti furono sparati diversi colpi di pistola mentre rientrava a casa. L’uomo riuscì miracolosamente a scampare all’agguato rifugiandosi in un portone. Fatta luce, inoltre, su una violenta rapina, compiuta per finanziare la cosca, avvenuta a San Giovanni in Fiore nel settembre 2012 ai danni di una nota gioielleria, nel corso della quale venne ferito gravemente il titolare.
GRATTERI: «LA GENTE INIZIA A FIDARSI DI NOI» Il vicequestore Nicola Lelario, capo della squadra mobile, ha spiegato come la cosca Barilari-Foschini controllasse il territorio sia attraverso la richiesta di pizzo sia imponendo con metodi mafiosi la vendita della carne ai venditori di panini che partecipano alla fiera di Capocolonna. «Un’importante operazione resa possibile anche grazie alle collaborazioni delle vittime che
confermano che il lavoro che stiamo facendo è credibile». Lo ha detto il procuratore della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri, incontrando i giornalisti nella Questura di Crotone per illustrare i dettagli dell’operazione della Polizia di Stato “Hermes”. Gratteri ha aggiunto che si tratta «un reato odioso con il quale la cosca asfissiava i commercianti a Crotone, anche chiedendo piccole somme per marcare il territorio. Abbiamo migliorato la qualità della Procura distrettuale e della polizia giudiziaria e la gente inizia a fidarsi di noi. Questo ci conforta per il futuro di Crotone dove riteniamo che ci sia una ‘ndrangheta di primo livello». Il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto ha messo in evidenza il lavoro della Squadra Mobile di Crotone guidata dal vicequestore Nicola Lelario che «con spirito di abnegazione, insistenza e pazienza certosina – ha detto – si è approcciato alle vittime di estorsione riuscendo ad ottenerne la collaborazione».
ACCUSE E NOMI Le persone destinatarie delle misure sono: Angela Barilari, 38 anni, Gaetano Barilari, 66 anni, Eugenio Carcea, 54 anni, Antonio Falvo, 43 anni, Antonio Foschini, 35 anni, Vittorio Foschini, 30 anni, Davide Lazzari, 35 anni, Francesco Liguori, 45 anni, Antonio Maiolo, 48 anni, Salvatore Murano, 44 anni, Andrea Rizza, 24 anni, Gaetano Russo, 38 anni, Andrea Villirillo, 21 anni, Massimo Zurlo, 42 anni, tuti di Crotone. E ancora Tommaso Mercurio, 53 anni, Isola Capo Rizzuto; Remus Alin Bragaru, 31 anni, e Mihai Ciovica, 24 anni, romeni senza fissa dimora. Altre quattro persone sono indagate nella stessa inchiesta: si tratta di un 46enne di Crotone, un collaboratore di giustizia crotonese, 37enne, domiciliato presso il Servizio centrale di protezione, un romeno di 30 anni già detenuto nel carcere di Catanzaro e un 40enne di Cutro.

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