È proprio quello che la Cisl Funzione Pubblica Calabria avrebbe voluto scongiurare e lo ha sostenuto in tutti i modi in occasione delle varie inutili riunioni tenute con quei sindaci, che ostinatamente si sono determinati a non prorogare il rapporto di lavoro ai propri dipendenti a tempo determinato provenienti dall’ex bacino Lsu/Lpu: non rinnovare il contratto avrebbe significato inibire il processo di stabilizzazione di decine di lavoratori, correndo il rischio di relegarli nuovamente in quel buco nero senza uscita, definito bacino dei Lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.
Un limbo dal quale con grande impegno e tanta fatica si era riusciti a farli emergere, sostenendo battaglie sindacali, spesso dai toni forti e utilizzando ogni opportunità offerta dalla normativa di riferimento, da anni ormai orientata a favorire l’eliminazione del precariato. Ed invece, no, non è stata sufficiente la nutrita produzione legislativa per convincere un manciata di “Primi Cittadini”, che forse sarebbe stato il caso di riconoscere a questi lavoratori la possibilità di agganciare quella opportunità di futuro professionale che si stava offrendo loro.
E sfumano così nel nulla anche le promesse e gli impegni assunti direttamente dal Presidente Oliverio e dal vertice amministrativo del dipartimento Lavoro in occasione delle riunioni del Tavolo Tecnico instaurato presso la Presidenza della giunta regionale della Calabria, che miravano ad avviare processi di mobilità di questi operatori rimasti senza contratto di lavoro verso altri Enti, che si erano dichiarati disponibili a farsene carico.
Con la nota SIAR N. 326256 del 28 giugno scorso, il dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche Sociali comunica, infatti, a tutti gli Enti Utilizzatori dei Lavoratori Lsu/Lpu non contrattualizzati “che la Regione Calabria di concerto con il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha avviato un processo per la definizione, relativamente ai soggetti sopra indicati, di utilizzo degli stessi in attività socialmente utile e di pubblica utilità, finalizzato a mantenere in essere con gli stessi il percorso di stabilizzazione”.
Insomma una sorta di gioco dell’oca, che vede questi lavoratori costretti a tornare indietro di diverse caselle, allontanandosi pericolosamente dall’auspicata meta!
La Cisl FP Calabria ritiene inaccettabile questa prevedibile evoluzione della opinabile scelta operata dai sindaci in questione e chiede al presidente Oliverio di dare seguito agli impegni assunti, sforzandosi di trovare agli stessi una giusta collocazione presso quei Comuni che avevano manifestato la volontà di prenderli in carico.
Ricondurre nel bacino questa sparuta minoranza rispetto agli oltre 4.600 lavoratori ex Lsu/Lpu rende ancora più amara e sgradevole la sensazione che in Calabria si sta consumando l’ennesima ingiustizia sociale!
*segretaria generale Cisl Fp
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