LAMEZIA TERME È stata considerata a lungo una terra dei fuochi a tutti gli effetti per la zona di Lamezia. Ma ora, dopo oltre venti anni, si è giunti all’inizio di un nuovo capitolo che potrebbe rappresentare una svolta per l’intero comprensorio. L’area in località Rettifilo Bagni (nella foto in basso) sarà messa in sicurezza e bonificata grazie ad un finanziamento di oltre 9,5 milioni di euro. L’accordo, raggiunto e firmato lo scorso 26 giugno, tra la terna commissariale alla guida del Comune e la Regione Calabria, darà quindi avvio alle procedure per portare a termine il progetto di riqualificazione dell’area.
Una vicenda, quella della discarica lametina, controversa così come ricostruito da Luca Truzzolillo del Meetup 5 Stelle di Lamezia, che per anni si è scontrata con l’immobilismo della politica e della burocrazia e che ora è giunta ad una svolta grazie anche ad un’assidua battaglia da parte degli esponenti del Movimento 5 Stelle e di alcune associazioni e gruppo di cittadini.
«Il risultato di quest’opera di bonifica sarà una zona verde residenziale». Ad annunciarlo è Rosario Fusaro, uno dei tre commissari del Comune lametino, che nel tardo pomeriggio di sabato è intervenuto all’incontro organizzato dal Meetup dei 5 Stelle a Lamezia. Un’occasione, come hanno spiegato gli organizzatori, per discutere e fare il punto della situazione Bagni. «Sarà un vero e proprio intervento di riqualificazione ma non festeggiamo ancora». A frenare gli entusiasmi è però il deputato M5S, Giuseppe D’Ippolito, che evidenzia come l’attività del Movimento non si ferma qui ma «continueremo a vigilare affinché i lavori vengano portati a termine nel rispetto della legge e della legalità».
Sugli aspetti normativi e sulle difficoltà che il tema ambiente ha avuto nel trovare spazio all’interno della legislazione italiana si è invece soffermato il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio. «Oggi è una bella occasione perché restituire una zona che diventa verde pubblico è una vittoria dei cittadini – ha detto Curcio -. Ma è necessario anche soffermarsi su una tutela penale dell’ambiente che ha faticato a prendere forma e nella quale la ‘ndrangheta ha saputo inserirsi pienamente e trarne profitto». E sempre il procuratore ha voluto sottolineare come proprio a Lamezia siano avvenute le prime pronunce giurisdizionali in materia di reati ambientali (452 bis del codice penale, ndr). Tutte vicende, che come ha specificato Curcio, si riferiscono alla delicata questione di Scordovillo. Non ultima l’operazione dello scorso 20 giugno, dove oltre all’arresto di 5 persone e l’obbligo di dimora fuori dal comune di Lamezia per altre 34, il reato è stato applicato per il sequestro di una società.
Filo conduttore degli interventi che si sono susseguiti è stato un forte richiamo alla responsabilità dei cittadini e del loro ruolo all’interno della comunità. «Dobbiamo riappropriarci di questo ruolo», ha detto Curcio. Mentre il deputato D’Ippolito ha voluto ringraziare uno ad uno i ricercatori che da anni si occupano delle problematiche ambientali non solo a Lamezia ma anche nel territorio di Amantea. E proprio in conclusione del suo intervento, lo stesso deputato ha annunciato di aver fatto richiesta, attraverso la deposizione di una proposta di legge, di istituire una nuova commissione parlamentare sulla nave dei veleni che riparta dalle conclusioni dell’ultima inchiesta.
Adelia Pantano
a.pantano@corrierecal.it
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