ROMA «Questa per noi è una vera sfida per il futuro. E oggi, più che mai, è necessario stringere un’alleanza tra chi si occupa di salute e chi si occupa di città». Lo ha detto Mario Occhiuto intervenendo in lunedì alla sessione pomeridiana del “3rd Health city forum – 2 nd Roma cities changing diabetes summit – From Urban Health to Urban Diabetes”, in qualità di delegato Anci all’Urbanistica. Presenti anche il presidente dell’Istituto superiore della sanità Walter Ricciardi, l’ex ministro della salute Beatrice Lorenzin, l’acting director dell’Oms Europa, Piroska Ostlin e Marie Welling, sindaco per la salute e i servizi di cura della città di Copenhagen.
«L’età media delle persone – ha affermato il sindaco di Cosenza – è aumentata, per cui occorre stimolare i cittadini verso percorsi di invecchiamento attivo. La prevenzione primaria, infatti, si può fare soprattutto nelle città, che sono il luogo principale dove si svolge la vita degli uomini. La città che abbiamo ereditato, però, è un luogo per le macchine e non per le persone, un posto inquinato, dove è difficile praticare attività fisica. Non vi si può camminare piacevolmente e in sicurezza, non si può usare una bici senza correre pericoli o senza respirare gas di scarico dalle automobili». «La città dell’ultimo secolo – ha aggiunto Occhiuto relazionando poco dopo l’ex ministro Beatrice Lorenzin e Walter Ricciardi presidente dell’Istituto superiore della sanità (Iss) – è il luogo delle divisioni e delle contraddizioni, dove la vita si svolge in compartimenti separati. Ci sono luoghi per dormire, luoghi per lavorare, luoghi per il tempo libero, eccetera. Ma la vita è un insieme di attività. Le persone, in questo tipo di sistema urbanistico-sociale, sono costrette a spostarsi giornalmente utilizzando le auto, a causa di mezzi di trasporto pubblico inefficienti. Ecco dunque che dobbiamo ripensare proprio questa idea di città».
«Il tema della salute e del benessere – ha sottolineato – diventa centrale nel futuro dei nostri territori urbani, e deve porre al centro di tutto l’uomo, la qualità della sua vita. È il tempo di indirizzare il pensiero dell’attività amministrativa non più agli edifici, alle funzioni, ma agli spazi relazionali che vi sono fra di essi. Non più, quindi, strade che attraversano la città, ma spazi pubblici condivisi che privilegino l’utente pedone. Piazze e percorsi pedonali, reti ecologiche, piste ciclabili, percorsi accessibili e tattili. Non parliamo solo del tema della sostenibilità, ma anche di quello della bellezza, perché la bellezza rende gli spazi più attrattivi e stimola i cittadini a utilizzarli e a viverli. C’è, inoltre, il tema dell’effimero urbano attraverso il quale la città può diventare un grande teatro di eventi all’aperto. Più la città è bella e attrattiva – ha concluso Mario Occhiuto – più le persone sono stimolate a viverne gli spazi camminando a piedi».
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