Si tenta ancora una volta di sfregiare il nostro territorio con promesse di centinaia di posti di lavoro, indotto e una falsa qualificazione turistica. Nella nostra regione basta che qualche “prenditore” si presenti nei territori con valigette e promesse di benefit per i Comuni e si è subito pronti ad accogliere qualsiasi proposta di cementificazione e di uso del territorio e dei beni comuni per fare speculazione edilizia.
Crediamo che non occorrano alla Calabria promesse di lungomari, che a nulla servono se non a rendere ancora più fragili le nostre coste, a deturparle ad aggravare l’erosione costiera, per esaltare le bellezze della nostra Regione ed in questo caso della “Perla dello Jonio” a Montepaone nel soveratese, che è già bello e rinomato di per sé. Non servono prolungamenti di passerelle fronte mare per unire territori da torrenti a foce di fiumi, come il Beltrame, che negli anni hanno subìto scempi e disgrazie (ricordiamoci del camping “Le Giare”).
In questa perla calabrese si vuole realizzare una struttura a 5 stelle, con una lottizzazione di 5 ettari con cemento per 7 piani, e poi come un pugno allo stomaco realizzare anche 4 piscine con la bellezza del mare che abbiamo e poi dulcis in fundo una spiaggia esclusiva privandola ai cittadini in barba alla bellezza delle spiagge libere di cui calabresi e turisti oggi possono godere e privatizzando 5 ettari di terra, con altro consumo di suolo e cementificazione, a danno delle spiagge particolari e belle del Soveratese dove nidifica la tartaruga “Caretta Caretta” e dove vi è la presenza del fratino. Tutto ciò in cambio di un lungomare, di un waterfront dal torrente Grizzo fino alla foce del Beltrame.
Non accettiamo e, come noi, non accettano i calabresi speculazioni edilizie in cambio di un lungomare che si può ottenere senza devastare il territorio. L’intervento rappresenta un modello di pianificazione, la cosiddetta urbanistica contrattata tra pubblico e privato, che ha dato solo cattivi frutti provocando disastri ambientali e non ha portato effetti positivi sui beni pubblici. Si tratta di un modello superato che non tiene conto dell’obiettivo di consumo di suolo zero legiferato dalla Regione Calabria a cui chiediamo l’applicazione pratica del principio: che si passi dalle parole ai fatti!
È sorprendente il parere rilasciato dalla Soprintendenza nel lontano 2010, inappropriato con gli interessi collettivi ed il sentimento comune dei cittadini che reclamano stop al cemento sulla costa calabrese. Si parla di interventi alla foce del Fiume Beltrame, luogo tragico e per noi mai dimenticato teatro di una sciagura, che diventa di nuovo protagonista non certo per un intervento di tutela dal rischio idrogeologico e di erosione costiera, ma di una colata di cemento imbellettata da criteri di sostenibilità delle strutture che, se non tengono conto della tutela della costa, sono una semplice presa in giro per i calabresi.
Vogliamo al momento solo evidenziare alcuni aspetti del piano di lottizzazione per interventi edilizi con annesse opere di urbanizzazione primaria in località Bricà a Montepaone Lido: riguarda un’area sottoposta a vincolo paesistico perché incluso nella fascia dei 300 mt dalla linea di battigia e in parte ricade nella fascia dei 150 mt dalla sponda del fiume Beltrame; vi è un parere favorevole con prescrizioni e raccomandazioni da parte della Regione per quanto concerne le condizioni geomorfologiche dell’area oggetto di parziale pericolosità dovuta a fenomeni di erosione costiera; il Comune nel 2010 ha approvato le altezze del Piano di lottizzazione in deroga al Prg vigente, da 9,50 a 16,50 cioè da 2 a 5 piani fuori terra. Tale deroga è possibile solo per edifici e impianti pubblici o di interesse pubblico. Qual è l’interesse pubblico in questo caso? Una stradina comunale per raggiungere una stazione di sollevamento ed uno spazio pedonale e carrabile di metri 10 per adibirlo a lungomare; il Comune nel 2012 autorizza su un’area di 39mila mq una volumetria di 46.757 mc, con tipologia alberghiera di 39.726 mc e 7.011 mc tipologia residenziale; la Provincia di Catanzaro nel 2012 dà parere paesistico positivo sulla scorta di un parere espresso dalla Soprintendenza paesistica del 2012 dopo che sono stati modificati i volumi e loro diversa disposizione. La Soprintendenza nel suo parere sostiene che l’intervento nel contesto paesaggistico antropizzato in cui si colloca rappresenta per la sua elevata riconoscibilità (7 piani) un landmark di tipo terminale, nella sequenza del non qualificato edificato costiero esistente rappresenta un elemento tale da formare un Paesaggio.
Alla Regione Calabria chiediamo di sottoporre il Piano di Lottizzazione a Valutazione ambientale strategica (Vas) per gli effetti significativi che le opere comportano sull’ambiente e non limitarsi alla fase di scoping, anche perché la lottizzazione per il suo carattere influenza negativamente ogni altro Piano di qualificazione del tessuto edilizio esistente.
Chiediamo di essere convocati nelle sedi opportune per esporre le osservazioni di merito sull’assurdità del progetto.
*Circolo Catanzaro “Airone”, Legambiente Calabria e Legambiente Onlus
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