Ultimo aggiornamento alle 7:48
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«Classifica Censis, l'Unical è (ancora) instabile»

di Domenico Tulino*

Pubblicato il: 04/07/2018 – 20:08
«Classifica Censis, l'Unical è (ancora) instabile»

Si rincorrono da qualche giorno articoli, comunicati e commenti sulla Classifica Censis sulle Università Italiane e le posizione degli Atenei Calabresi, in particolare sull’ottima performance registrata dall’Università della Calabria. Ancora prima di esprimere un concetto su questo dato sarebbe necessario spiegare per meglio comprendere il valore da dare a questa classifica ed i criteri utilizzati per arrivare alle valutazioni poi pubblicate. Anche quest’anno il Censis pubblica le classifiche delle università italiane, suddividendole in categorie per dimensioni di studenti iscritti e valutate in base ai servizi, le strutture, le borse di studio offerti agli studenti, ma anche su altri criteri quali comunicazione e l’internazionalizzazione. Balza subito agli occhi il balzo in avanti, tra le tre università calabresi, dell’Università della Calabria rispetto agli anni passati, trainato soprattutto da parametri come Servizi e Diritto allo studio, dove ottiene il valore massimo assegnabile di 110, un’ottima valutazione ricevuta anche nella Comunicazione e Servizi digitali, meno bene invece gli altri due valori quali strutture e internazionalizzazione, quest’ultimo vero tallone d’Achille per tutti e tre gli Atenei della nostra regione. Da segnalare in questo caso delle lodevoli eccezioni, l’Unical infatti accoglie centinaia di studenti internazionali provenienti da ogni continente e permette agli studenti iscritti di poter partecipare ai programmi Erasmus e Most prevedendo un periodo di studio in diverse Università Europee ed Extra-EU. Ricordiamo fin da ora che tale classifica si forma su base quantitativa e non qualitativa dei parametri prima citati e paragona gli Atenei in base alla loro grandezza al fine di ottenere graduatorie il più possibile oggettive. Fa piacere l’entusiasmo registrato per la seconda posizione ottenuta tra i grandi Atenei da parte dell’Unical, l’anno scorso piazzato solo quinto dopo che per anni ha collezionato in maniera alternata terzi e quarti posti. Un dato questo che deve far riflettere, perché se da una parte c’è sicuramente da registrare un dato positivo ottenuto quest’anno, dall’altro c’è da capire i motivi che rendono ancora instabile la posizione registrata dall’Ateneo di Arcavacata. Comprendiamo quindi la necessità di intervenire fin da subito per consolidare questo risultato, che per quanto serva in termini pratici, ci permette di avere un immediato ritorno d’immagine a livello nazionale, purché se ne parli, in questo caso bene. Come accennato prima, il punteggio ottenuto dell’Unical è trainato in maniera significativa da criteri quali Servizi e Diritto allo Studio, quest’ultimo tema di competenza non esclusiva degli Atenei che ricevono le risorse per sopperire ai costi per borse di studio, alloggi e mensa da diversi fondi suddivisi su più livelli, il Fis (Fondo integrativo statale), fondi regionali e tasse degli studenti. Da qualche anno risulta evidente un’importante cambio di rotta sulla quantità di risorse assegnate all’Unical con il forte incremento dei fondi regionali, destinati a questo ambito, che hanno prodotto un effetto moltiplicativo sulla suddivisione del fondo nazionale Fis, assegnato ai vari atenei premiando i più virtuosi. Questo impegno ha prodotto nell’anno accademico in corso l’assegnazione totale delle borse di studio a tutti quelli che l’avevano richiesta, superando quindi la figura dello studente idoneo non beneficiario, rappresentativa negli anni passati di un’importante fetta di studenti. Occorre specificare che i fondi regionali utilizzati sono interventi straordinari, stanziati in questo caso dalla Giunta guidata dal presidente Oliverio, non disponibili all’infinito, seguono l’indicazione politica portata avanti in questi anni, quella di impegnare importanti risorse sul tema del Diritto allo studio ma non abbiamo certezza se questi interventi verranno sostenuti anche nel lungo periodo. La vera battaglia deve essere fin da ora quella di far diventare ordinari questi fondi, strutturarli nel bilancio regionale e in ogni programmazione di fondi europei che si farà in futuro, un impegno questo che deve essere assunto dalla politica calabrese eletta ad ogni livello, lavorando inoltre per riformare e superare le leggi che attualmente finanziano il sistema universitario nazionale, fortemente discriminatorio nei confronti degli Atenei del Mezzogiorno. Occorre intervenire sulla qualità dei diversi parametri prima analizzati, ottenendo un’erogazione tempestiva delle rate delle borse di studio, un miglioramento delle strutture abitative assegnate agli studenti e favorire gli scambi internazionali, esperienze indispensabili richieste dal mondo del lavoro, sostenendole con contributi dedicati. L’appello parte immediatamente e proviene dagli studenti, abbiamo visto come sia tanto l’entusiasmo che si crea quando una realtà calabrese raggiunge l’eccellenza nel proprio ambito, applichiamoci per evitare che ritorni nuovamente l’effetto “onda” che per troppi anni ha contraddistinto la nostra Università. Lavoriamo da subito per trovare soluzioni alla fuga di intere generazioni che scelgono di studiare fuori o che una volta laureati sono costretti ad andare via per trovare lavoro.

*presidente del consiglio degli studenti Unical

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x