Le Primarie, i cittadini e la sindrome di Grimilde

Primarie chiuse. Precisiamo sin da subito, per l’ennesima volta, che si è trattato di un’iniziativa senza pretesa alcuna di rappresentatività dell’elettorato calabrese ma esclusivamente di chi fruisce costantemente del Corriere della Calabria, in qualità di lettore più o meno fidelizzato, più o meno accanito, più o meno desideroso di “cose di Calabria”. Ciò premesso, probabilmente è legittimo chiedersi: ma dalle numerose consultazioni (ben otto) che si sono succedute dal maggio dello scorso anno fino a qualche giorno addietro, sono emerse indicazioni interessanti, scenari per l’immediato futuro, orientamenti significativi per chi ambisce a candidarsi alla guida della Regione Calabria? Assolutamente sì.
La web democracy messa in campo da una proficua collaborazione tra il Corriere della Calabria e l’Istituto Demoskopika, ha segnato, in primo luogo, uno spartiacque significativo del sistema della partecipazione politica regionale, stimolando un livello di adesione dei cittadini mai conosciuto fino ad oggi e certificando ben 80mila votazioni valide conteggiate nel periodo di svolgimento dell’iniziativa.
In secondo luogo, ha portato alla ribalta un’opinione pubblica non passiva, un “sistema del consenso” che ha usato le Primarie del Corriere per rigettare il principio della “delega in bianco”, da un lato, e per imprimere un doloroso fendente ad una classe politica che, senza voler banalmente generalizzare, viene valutata spesso come autoreferenziale e afflitta dalla “sindrome di Grimilde”, la strega di Biancaneve impegnata più a compiacersi davanti allo specchio che ad assumere decisioni e scelte condizionanti positivamente il vissuto dei cittadini calabresi. Non a caso, l’iniziativa ha suggerito, “dal basso”, l’agenda politica del futuro governo regionale: lavoro, sanità e turismo. Percorso, indicato dalla maggior parte dei partecipanti alle Primarie del Corriere, a cui chiunque voglia chiedere il consenso non potrà o dovrà esimersi, nella consapevolezza che, sempre secondo le indicazioni offerte dai cittadini, il futuro governatore dovrà essere competente, decisionista, trasparente e autorevole.
Insomma, ad urne virtuali chiuse, l’orientamento emerso sembra essere forte e chiaro. È finito il tempo dei “se”, degli “occorre”, della interessata o partigiana contrapposizione fine a se stessa delle forze politiche. I calabresi ci hanno usato e strumentalizzato, ne siamo consapevolmente orgogliosi, per consegnare un messaggio al sistema della politica: saremo vigili, intransigenti e attivi perché, nonostante tutto, crediamo in una Calabria migliore. A noi, d’altro canto, non resta che ringraziarvi.

*presidente di Demoskopika