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Ambulatori, sospeso «temporaneamente» il pagamento degli esami

Anisap e Federlab fiduciose dopo il primo confronto davanti al Tar. Che avrebbe riconosciuto lo spostamento di risorse attuato da Scura. «Si ridurrano i disagi dei cittadini». Ma resta lo spauracch…

Pubblicato il: 05/07/2018 – 11:57
Ambulatori, sospeso «temporaneamente» il pagamento degli esami

CATANZARO Il Tar avrebbe riconosciuto lo «spostamento di prestazioni sanitarie attuato dal commissario Scura da un setting assistenziale (case di cura) a un altro (ambulatorialità) senza il contemporaneo spostamento delle corrispondenti risorse economiche, causando con ciò un danno di 23 milioni di euro ai laboratori (“simmetrica erosione delle risorse disponibili”)». E poi ha chiesto a Scura «di fornire entro trenta giorni una dettagliata relazione con la quale documentare l’istruttoria eseguita (di cui non esiste traccia presso il dipartimento alla Salute della Regione Calabria, come affermato nella documentazione inviata al Tar dal dirigente generale del Dipartimento e alla avvocatura regionale) in termini costi benefici; lo stesso commissario dovrà documentare che questa operazione ha tutelato i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e il soddisfacimento dell’utenza (quando sono sotto gli occhi di tutti i disagi dei cittadini, le lunghe liste di attesa)». Edoardo Macino e Alessia Bauleo, rispettivamente presidente di Anisap Calabria e responsabile di Federlab, hanno spiegato – nel corso dell’assemblea delle strutture ambulatoriali – quali sono i passi intrapresi dalla giustizia amministrativa sulla strada per la risoluzione della (lunga) vertenza tra l’ufficio del commissario al Piano di rientro e gli ambulatori privati. Passi che Anisap e Federlab considerano incoraggianti, al punto da porre fine alla serrata avviata qualche settimana fa e «riprendere temporaneamente l’attività fino alla sentenza del merito per ridurre i disagi dei cittadini che in questo mese di sospensione dell’attività sono stati costretti a lunghe file, a pagare di tasca propria prestazioni sanitarie di cui avevano diritto a causa della insufficienza se non addirittura della mancanza di servizi offerti dalle strutture sanitarie pubbliche direttamente gestite». Una «decisione viene assunta in quanto fiduciosi che la giustizia riconoscerà che le risorse sono state ingiustamente sottratte al settore e quindi ai cittadini e pertanto ripristinerà la corretta distribuzione delle risorse».
Il Tar ha anche stabilito che, nel caso di un accoglimento del ricorso nel merito (l’udienza è prevista per il 25 settembre), i contratti firmati – quelli che i privati considerano vessatori – «potrebbero diventare carta straccia e salvaguardare, così, i diritti delle strutture private accreditate». C’è fiducia tra le associazioni che tutelano i diritti, anche se «le aziende eserciteranno (dopo lo stop alla serrata, ndr) un’attività in forte rischio, pertanto ciascuno valuterà singolarmente se e quanto sopportare l’esercizio di una tale attività, per evitare danni, che se non riparati in tempi ragionevoli, potrebbero determinare la chiusura di intere strutture». Resta, dunque, il ridimensionamento del personale specializzato: «Sono già pronte e acquisite le lettere di licenziamento e pre-licenziamento che si sono determinate in diverse strutture che verranno inviate a breve al ministero della Salute e al ministero del Lavoro – scrivono Macino e Bauleo –. Facciamo presente che questi ridimensionamenti riguardano solo una minima parte dei licenziamenti che si attueranno nel caso in cui il ricorso non dovesse avere un buon esito o se non ci fosse un deciso intervento del ministero a determinare l’annullamento dei decreti impugnati e la corretta riallocazione delle risorse». Rimane, insomma, lo stato di agitazione. E c’è anche un messaggio per il governo: «Valuteremo nel merito quanto il governo centrale deciderà in merito alla rimozione di Scura e alla specifica vicenda che colpisce in modo drammatico un settore essenziale per garantire la prevenzione ai cittadini. Saremo pronti a dialogare immediatamente e costantemente con tutti i nuovi eventuali esponenti tecnici, a cui  richiederemo l’annullamento tempestivo dei Dca 72 e 87 (quelli che ridefiniscono il budget, ndr)».

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