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Rimborsi gonfiati e gioco online, il Comune di Palizzi come un bancomat

Oltre 340mila i fondi sottratti alle casse dell’amministrazione a scapito anche dei migranti. Il prefetto sospende gli amministratori – VIDEO

Pubblicato il: 05/07/2018 – 13:51
Rimborsi gonfiati e gioco online, il Comune di Palizzi come un bancomat

LOCRI Oltre 340mila euro usati per rimborsi gonfiati, prestazioni inesistenti, indennità indebite, distratti o sperperati nel gioco on line a scapito di lavoratori occasionali, dei migranti che il Comune aveva promesso di accogliere dignitosamente e delle tartarughe che si era impegnato a tutelare. Sono gli elementi emersi dall’inchiesta coordinata dalla Procura di Locri (qui il pezzo).
SINDACO E CONSIGLIERI AI DOMICILIARI Per questo sono finiti ai domiciliari il sindaco Walter Scerbo e due consiglieri comunali di maggioranza, Antonino Proietto e un suo collega ancora in corso di rintraccio, tutti accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, peculato, concussione tentata, impiego di denaro di provenienza illecita, corruzione-induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, tentata truffa ai danni dello Stato. Per i magistrati di Locri che per loro hanno chiesto e ottenuto la misura non sono loro i registi della truffa ma per anni ne hanno ampiamente beneficiato, incassando rimborsi, indennità e nel caso di Proietto appalti, girati alla pizzeria di famiglia, in maniera totalmente indebita.
AL CENTRO DELLA TRUFFA Ruolo diverso e più grave ha invece Luigi Palumbo, titolare in un bar ricevitoria e fra i registi della truffa. Suo principale complice – emerge dall’inchiesta – l’ex vicesindaco e “signore dell’Economato” Davide Plutino, indagato sebbene non colpito da misura, che avrebbe sperperato gran parte dei soldi sottratti al Comune su piattaforme di gioco on line lecite e illecite. Una passione pericolosa che avrebbe spinto Plutino nelle mani di Palumbo, titolare di un bar-ricevitoria abitualmente frequentata dal politico. Lì – ha confessato ai carabinieri – Plutino avrebbe accumulato consistenti debiti derivanti dal gioco illecito e in questo modo sarebbe stato costretto dal titolare del bar a ripianarli. A spese del Comune.
GENEROSITÀ A SPESE DEL COMUNE Palumbo, ha raccontato l’ex vicesindaco agli investigatori – resosi conto «della debolezza mia personale» e venuto a conoscenza «sia della predisposizione al gioco sia di una figura che avevo, di un credito che avevo in paese si è approfittato della cosa». Dai conti dell’amministrazione sono emersi una serie di trasferimenti di denaro alla ditta di Palumbo assolutamente ingiustificabili. Ma non solo. «Io passavo dal bar – ha raccontato l’ex vicesindaco – non con cadenza giornaliera ma quasi, perché era l’unico bar aperto ad una certa ora, quindi per prendere le sigarette. (Lui) mi lasciava dei biglietti in mano, dei foglietti manoscritti con delle indicazioni». Si trattava dei nomi dei beneficiari delle somme che Plutino, su ordine di Palumbo, doveva “devolvere” ad una serie di soggetti che con l’amministrazione non avevano mai avuto nulla a che fare, come la sorella dell’uomo, Domenica Palumbo.
SCOMMESSE SULLE SPALLE DEI LAVORATORI Ma la passione per il betting dell’ex vicesindaco l’hanno pagata anche i lavoratori che occasionalmente hanno prestato servizio in Comune. Venivano tutti retribuiti con voucher, pagati tramite una Carta Inps, una sorta di postepay su cui – secondo il vecchio regime in vigore – venivano progressivamente accreditati i buoni. Peccato che le credenziali rimanevano in possesso di Palumbo, che utilizzava quelle carte anche per scommettere e giocare on line. Gli investigatori lo hanno scoperto grazie alla denuncia di uno dei lavoratori, che improvvisamente si è ritrovato con la carta totalmente svuotata. Ed è da qui che è partita l’indagine che ha permesso di scoprire il campionario di illeciti collezionato dagli amministratori di Palizzi.
https://www.youtube.com/watch?v=E1LHbIHEqHI
INDENNITÀ E RIMBORSI A SBAFO Cene, pranzi e inesistenti missioni pagate, indennità varie, anche il sindaco Walter Scerbo e a due consiglieri comunali di maggioranza, Antonino Proietto e un suo collega ancora in corso di rintraccio, hanno beneficiato della generosa elasticità di Plutino nell’elargire i soldi del Comune. «Le missioni del… del sindaco, le missioni degli altri consiglieri comunali. Io ricevevo l’ordine di farlo» spiega Plutino sotto interrogatorio.
«Il sindaco – continua – mi dice Davide mi fai duemila euro di missioni? .. vabbuò .. sì». Gli importi sono minimi rispetto a quelli incassati dai consiglieri, fanno notare i magistrati, ma «nondimeno il modo di agire è comunque sintomatico di una gestione dei fondi dell’amministrazione uti dominus per un arricchimento personale non giustificato».
POZZO SENZA FONDO Tutto denaro sottratto alle casse del Comune o usato per fini diversi da quelli per cui era destinato. È il caso degli oltre 83mila euro destinati ai progetti di tutela delle tartarughe, in larga parte fatti sparire, mentre i residui sono stati destinati al pagamento di manifestazioni o eventi organizzati dall’amministrazione del tutto estranei al progetto, come il Palizzi International Film Festival.
Ma per il Comune di Palizzi, dal marzo al dicembre 2016, anche l’accoglienza migranti si è trasformata in uno strumento per appropriarsi di fondi. E in uno strumento per accaparrarsi appalti per il consigliere Proietto. Al ristorante della sia famiglia è stato affidato, senza gara e in via diretta, il servizio pasti per i cento migranti ospitati all’Ostello della gioventù di Pietrapennata, contabilizzati poi in misura decisamente superiore a quelli realmente erogati. E se i pasti esistevano solo sulla carta delle fatture, anche i servizi della cooperativa formalmente contrattualizzata per gestire ed assistere i migranti accolti non sono mai stati erogati. E chi ha realmente lavorato all’Ostello non è mai stato assunto o retribuito. L’amministrazione però ha presentato una documentata istanza di rimborso per 105mila alla Prefettura. È bastato compilare con perizia e attenzione una serie di fatture gonfiate.
LA SOSPENSIONE DELLA PREFETTURA La Prefettura di Reggio Calabria, attraverso un comunicato, ha reso noto che il prefetto Michele di Bari ha dichiarato «la sussistenza della causa di sospensione prevista dall’art. 11, comma 2, del D.Lgs. 31 dicembre 2012 n. 235 nei confronti del sindaco, e dei Consiglieri comunali. Tale provvedimento e stato adottato a seguito dell’esecuzione nei confronti dei predetti della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari».
 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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