Ultimo aggiornamento alle 10:06
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Gli appetiti dei palazzinari e «decine di migliaia di persone a rischio»

Il lavoro dei magistrati di Castrovillari scoperchia il disastro edilizio a Corigliano e Rossano e racconta quindici anni di alluvioni. «Espansione incontrollata, corsi d’acqua cancellati e sezioni…

Pubblicato il: 06/07/2018 – 18:27
Gli appetiti dei palazzinari e «decine di migliaia di persone a rischio»

COSENZA Le piogge del 12 agosto 2015 non furono eccezionali, dunque si può «stabilire l’assoluta marginalità delle cause naturali» dell’alluvione che colpì Corigliano e Rossano «rispetto a quelle di natura antropica». Nel corso degli anni, in quella che è diventata la terza città della Calabria si è realizzata «un’espansione edilizia intensa e incontrollata, avvenuta a discapito dei corsi d’acqua, le cui sezioni sono state progressivamente ristrette all’inverosimile, in alcuni casi fino alla loro cancellazione». È l’accusa della Procura di Castrovillari nella maxi inchiesta sulla disastrosa alluvione che ha colpito Corigliano e Rossano.
Interi quartieri realizzati in aree a rischio alluvione, senza opere di bonifica. E, in qualche caso, pure le opere pubbliche sono abusive. È il caso di un collettore fognario realizzato nel 2009, «che ha attraversato trasversalmente l’alveo del torrente Citrea proprio nel tratto che ha causato la rottura dell’argine che ha determinato i danni più ingenti: l’inondazione della località Lido Sant’Angelo e conseguenti rovinosi effetti al suolo». Ingrediente di un cocktail micidiale, completato dalla mancata manutenzione dei corsi d’acqua dall’assenza di azioni di “polizia” idraulica e dalla «mancata attuazione degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idrogeologico, nonostante la disponibilità immediata di risorse comunitarie». I soldi c’erano, la volontà (politica?) no.
Eppure i rischi erano sotto gli occhi di tutti. Lo racconta uno studio citato dai magistrati e realizzato da Olga Petrucci, ricercatrice del Cnr ed esperta di storia degli eventi alluvionali. Negli anni tra il 2000 e il 2015, «i territori in questione sono stati interessati da una serie di eventi alluvionali che ha messo seriamente a rischio decine di migliaia di persone. (…) In alcuni casi gli eventi hanno provocato anche vittime». Corigliano, in quell’intervallo di tempo, è stata colpita da 26 eventi alluvionali «che, con una media di quasi due eventi all’anno, hanno sistematicamente coinvolto le stesse aree». A Rossano è andata anche peggio: 27 alluvioni in 15 anni sempre nelle stesse zone della città, e «frequenti fenomeni franosi nel centro storico».
La storia del disastro idrogeologico si sovrappone con quella dell’«espansione edilizia intensa e incontrollata, iniziata intorno alla fine degli anni 80 e protrattasi fino al 2010-2011». Soltanto la crisi economica ha frenato uno scempio in stato avanzato, quando ormai «alcuni corsi d’acqua che mostravano sezioni d’alveo di alcune decine di metri» erano stati «convogliati in canali con sezioni di qualche decimetro». Impossibile gestire il flusso idrico in uno spazio così risicato (in altri casi i fiumi sono stati addirittura tombati per chilometri). Il risultato? «Puntuali e sistematiche esondazioni che hanno riversato in aree densamente popolate ingenti quantitativi d’acqua e fango e messo seriamente a rischio l’incolumità di decine di migliaia di persone». Tra gli esempi, i magistrati della Procura di Castrovillari evidenziano quello del torrente Cannàta, che restituisce la cifra dello sfregio imposto al territorio. Il suo alveo originario presenta una larghezza media tra i 15 e i 20 metri; una volta riemerso nei pressi della ferrovia “Sibari-Crotone”, il suo flusso viene convogliato in due tubi di 50 centimetri di sezione ciascuno, tra l’altro ostruiti dai detriti e inaccessibili alla manutenzione. Tutto pur di assecondare i desideri dei palazzinari.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x