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«Nonostante l'alluvione si continua a costruire senza regole» – VIDEO

I procuratori Facciolla e Lupacchini commentano l’inchiesta che ha coinvolto 195 persone per il nubifragio di Corigliano-Rossano del 2015: «L’allarme di quei tremendi giorni non è servito a nulla. …

Pubblicato il: 06/07/2018 – 13:54
«Nonostante l'alluvione si continua a costruire senza regole» – VIDEO

COSENZA «Siamo davanti alla certificazione dell’insuccesso delle attività di prevenzione». Otello Lupacchini, procuratore generale della Corte d’appello di Catanzaro, non usa mezzi termini per introdurre l’attività di indagine condotta dalla Procura di Castrovillari e che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati 195 persone (qui i nomi). Reati di natura ambientale che per l’accusa sarebbero stati commessi con dolo, e solo una serie fortunata di circostanze ha fatto in modo che nessuno abbia perso la vita. La goccia che in questo caso ha fatto traboccare gli argini più che il vaso è stata l’alluvione di Corigliano e Rossano dell’agosto 2015. «Ieri mentre venivano eseguiti i sequestri – continua Lupacchini – è stato accertato come nonostante quanto successo negli altri anni si continuasse a costruire in sfregio alle regole. È inutile porre dei “se” condizionali ma a questo punto capire quando si verificheranno altri episodi gravi come quello di 3 anni fa». I carabinieri del nucleo forestale del comando provinciale di Cosenza hanno rilevato come la costruzione di scarichi fognari, i corsi d’acqua e tutti i canali che dovrebbero consentire un normale flusso di acque e liquami in realtà siano stati costruiti in barba alla legge, anzi, in alcuni casi i liquami scaricavano direttamente nei fiumi che poi finivano in mare. «L’ambiente è in uno stato di degradazione generale molto grave – conclude il procuratore generale – tutto quanto dipende dalla umana insipienza che ha agito senza minimamente pensare alle conseguenze, ed è grave che il tutto sia continuato anche dopo le esondazioni».
ALLA CASA ABUSIVA CI PENSA IL CONDONO «Il grido di allarme di quei tremendi giorni dell’agosto 2015 non è servito a nulla». Eugenio Facciola, capo della Procura di Castrovillari, snocciola i numeri accertati nel comprensorio dell’ormai città unica Corigliano-Rossano.

«A Rossano sono stati costruiti 21 edifici in zona R4-R3, quella dove si è verificata l’alluvione. Di queste case 14 erano senza permesso di costruzione e 7 invece erano in regola.A Corigliano –continua il procuratore – la situazione è ancora più drammatica. 104 edifici nelle zone a rischio R4 ed R3 di cui 84 senza autorizzazione». Ed è stato solo grazie a dei condoni che questi edifici sono rimasti in pianta stabile ed abitati negli anni. Il procuratore non nasconde come grazie alla sanatoria diversi edifici che erano finiti sotto processo siano poi rientrati in un regime legale. Massimo riserbo ancora sul grado di coinvolgimento del mondo politico con quello imprenditoriale. «Non ci fermeremo qui, c’è un altro troncone di indagine. La situazione è estremamente complessa – aggiunge il capo della Procura di Castrovillari –. Abbiamo accertato come alvei di fiume di 16 metri siano stati ridotti a 2 e soprattutto gli scarichi delle fogne che si riversano a mare». E il mondo della politica non rimane fuori. «La condotta fognaria del fiume Citrea è stata realizzata da organismi pubblici – conclude Facciolla –. Su molti terreni si è proceduto a fare coltivazioni intercettando fondi pubblici». Anche il capitano dell’arma Adolfo Mirabelli rimane colpito da come negli anni sia diventata abitudine costruire in pieno sfregio delle leggi. «Alcuni degli immobili tra i 96 sequestrati stavano per essere ingranditi – dice Mirabelli –. Hotel in espansione, case private costruite su particelle agricole e manufatti al centro degli alvei del fiume».
https://www.youtube.com/watch?v=uKf2vqRhxi0

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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