CATANZARO Anche il Consiglio di Stato boccia sonoramente la riforma del welfare promossa dalla Regione Calabria. È stato, infatti, respinto l’appello fatto dalla Regione dopo la sentenza del Tar che accoglieva il ricorso presentato da un gruppo di strutture assistenziali, rappresentate dall’avvocato Alfredo Gualtieri, che chiedevano l’annullamento degli atti adottati dalla Regione Calabria, e che si sono ripetuti per tutto il 2017, circa la riforma del sistema assistenziale.
LA VICENDA I ricorrenti, ossia la cooperativa sociale Lumen, l’associazione Costruire il domani Onlus, la cooperativa Rossano Solidale, l’associazione italiana Assistenza S.p.Astici sezione di Cetraro Onlus, l’Associazione di volontariato “Vivere insieme” avevano fatto ricorso chiedendo l’annullamento della delibera di Giunta regionale 449 del 2016 – “Riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali” –, della delibera di Giunta regionale 526 del 2017 – che apportava delle modifiche al regolamento regionale sulle procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle strutture socioassistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità. Con il ricorso si chiedeva, inoltre, l’annullamento del regolamento regionale 23 del 2017. Secondo le strutture assistenziali gli atti della Regione sono stati adottati «senza il necessario raccordo con gli enti locali, attraverso la Conferenza regionale permanente di programmazione socio sanitaria e socio assistenziale e con gli enti locali». In sostanza, l’amministrazione regionale ha deliberato ed è intervenuta sui servizi socio assistenziali, che sono di competenza anche degli enti locali, senza coinvolgerli. Davanti ai giudici amministrativi si è costituita la Regione Calabria chiedendo l’annullamento del ricorso. Il Tar, nella camera di consiglio del 18 aprile 2018, Vincenzo Salomone presidente, ha deciso di accogliere il ricorso presentato dalle strutture assistenziali facendo “cadere” la riforma dell’assistenza deliberata dalla Regione Calabria.
LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO Ma a “bacchettare” i provvedimenti della Regione Calabria è intervenuto anche il Consiglio di Stato al quale l’ente aveva fatto istanza. Secondo i giudici «il coinvolgimento procedimentale dei Comuni si rivela indispensabile sia sotto il profilo strettamente formale dell’osservanza della normativa regionale in materia, sia sotto il profilo sostanziale del rispetto del principio di leale collaborazione tra amministrazioni, tenuto conto dei rilevanti compiti amministrativi e degli oneri finanziari ricadenti sui medesimi enti locali per effetto delle disposizioni regolamentari di cui si controverte». Nel respingere l’appello, il Consiglio di Stato sottolinea come la Regione, dopo la sentenza del Tar, il 2 maggio scorso, anziché assumere i provvedimenti esecutivi della sentenza, cioè l’annullamento degli atti adottati, ha continuato imperterrita sulla sua strada, «ha posto in essere provvedimenti – è scritto nella sentenza – di fatto elusivi dell’anzidetta pronuncia giurisdizionale esecutiva e volti inammissibilmente a dare, viceversa, ulteriore impulso e completamento al medesimo, nuovo disegno organizzativo ( a partire dalla deliberazione di Giunta regionale del 9 maggio 2018 e proseguendo con le direttive14 maggio 2018 e 13 giugno 2018». In parole povere, dopo la sentenza del Tar del 2 maggio che diceva “stop” alla riforma del welfare, la Regione fa appello e nel frattempo prosegue con la medesima riforma attraverso l’adozione di delibere e direttive. Delibere e direttive la cui efficacia, secondo il Consiglio di Stato, «deve intendersi conseguentemente paralizzata e partire dalla pubblicazione della presente ordinanza».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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