«Il fortino francese continua a svelare impagabili sorprese e ci riavvicina alla nostra storia passata fatta di tanti sacrifici e di una forza d’animo incredibile». È un post pubblicato su Facebook a rivelare quanta passione per i territori e la loro storia si possa trovare in alcuni cittadini “armati” di zappa e pala, ma soprattutto di passione e voglia di fare. A pubblicare il post nel tardo pomeriggio è Maurizio Gramuglia, di Bagnara, che spiega sul social network che assieme ad Antonino e Nino Arfuso, a Pasquale e Carmelo Triulcio, a Carmelo Tripodi, ad Antonello Scarfone, a Domenico Gioffrè e ad Enzo Savoia, ha trascorso la domenica a lavorare per riportare alla luce la restante parte della scalinata del fortino che porta fino a mare. «Era la scalinata che i nostri avi e in modo particolare le infaticabili bagnarote – spiega ancora Gramuglia – percorrevano per portare a mare i cofani di uva che poi caricati sulle barche venivano portati nel palmento per produrre il vino. La scalinata è parte del fortino che i francesi fecero costruire durante la loro occupazione agli inizi dell’800 e si completa con il tunnel militare di Murat dove era posto un cannone a difesa della spiaggia di Rochi in caso di una incursione inglese». E una volta completato – chiosa Gramuglia – l’accesso a mare «consentirà di percorrere l’intero sentiero costiero tra Palmi e Bagnara».
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