«Martina e il Pd ripartano dalla Calabria»

L’elezione di Maurizio Martina a segretario nazionale del partito democratico rappresenta un punto di partenza di straordinaria importanza per la rinascita del partito.
Dopo la grave sconfitta elettorale, il partito è apparso come smarrito, in grave crisi di identità, quasi incapace di reagire.
La sconfitta elettorale è stata dura, forse troppo dura, anche perché il governo Renzi prima e il governo Gentiloni dopo, hanno saputo gestire il paese, agganciare la ripresa economica, fatto di partire la produzione industriale, ridando speranza e fiducia ad un paese che usciva da 10 anni di una grave crisi economica e da una profonda recessione. Se il paese è ripartito lo dobbiamo certamente alle scelte forti e coraggiose del partito democratico.
Il colpo elettorale è stato molto duro, soprattutto per uno come Matteo Renzi che ha saputo intercettare e individuare i bisogni di una grande parte di questo paese. E che certamente non farà mancare il suo contributo per la ricostruzione del partito.
Oggi siamo in grado di ripartire, ma tutto da oggi torna in discussione, perché il partito così con me non può bastare a sé stesso e ha bisogno di aprirsi ad orizzonti nuovi, a idee nuove, a progetti nuovi, rafforzando la sua natura e la sua vocazione di partito popolare, democratico, dei diritti, della civiltà democratica ed europea.
Non siamo qui per guardare al nostro passato ma per immaginare il nostro futuro.
Dobbiamo parlare alle persone che non credono più a nulla, che sono spaventate, che temono per l’avanzata del qualunquismo e dei movimenti estremisti.
Serve un forte segnale di discontinuità, di rottura, di ripartenza dal basso.
È un lavoro duro e complesso che potrà fare bene Maurizio Martina, con il suo stile semplice e umile, un po’ come Zaccagnini nel pieno della grande crisi della DC. Un po’ come Berlinguer con il suo stile asciutto e severo.
Martina saprà lavorare con serietà e impegno, senza mai risparmiarsi. Come del resto ha fatto da ministro delle Politiche agricole, riuscendo a collocare in poco tempo l’agricoltura al centro dell’economia del nostro paese; come ha saputo fare con la gestione di Expo 2015 dove ha dimostrato le sue qualità politiche e manageriali. Come ha saputo fare per l’importante conquista per le produzione agroalimentare del mezzogiorno e della Calabria: proprio grazie al ministero gestito da Maurizio Martina se la nostra agricoltura ha potuto raggiungere livelli mai raggiunti prima.
Il Pd non può ripartire guardando al passato, o ridando vita a modelli politici già visti, fuori dal tempo.
Serve un segnale di apertura alle nuove esigenze di una società profondamente cambiata. Serve ripartire dal basso, dalle periferie, coinvolgente tutte le persone che intendono impegnarsi a costruire l’alternativa democratica all’attuale sistema di potere ambiguo e contraddittorio, e per molti versi destabilizzante e pericoloso.
Sarà un lavoro lungo e complesso, difficile ma esaltante, Al quale dobbiamo partecipare in prima persona soprattutto noi meridionali, noi calabresi, che rischiamo di divenire sempre più marginali ed emarginati da una politica di governo che guarda ben oltre.
Dobbiamo ripartire anche dalla nostra terra, dalla Calabria, dove le contraddizioni si fanno sempre più forti e dove diventa sempre più difficile per i nostri giovani rimanere in questa terra e per le nostre famiglie affrontare la crisi che qui ancora morde troppo.
Dobbiamo essere tutti in prima linea, tutti impegnati, sapendo che il futuro dovrà avere i colori, le forme, i progetti della speranza, della democrazia, dell’Europa.

*già deputato Pd