LAMEZIA TERME «In un’intervista concessa lo scorso 17 aprile ad una nota testata cittadina, l’attuale amministratore unico della Lamezia Multiservizi, Eliseo Bevivino, preannunciava che da li a qualche giorno sarebbero stati acquistati due nuovi pullman. Sono passati quasi tre mesi ed a quell’annuncio non è stato ancora dato seguito». A dirlo, in una nota, è l’attivista del Meetup 5 Stelle Lamezia Amici di Beppe Grillo, Ferdinando Gaetano.
«È di ieri, intanto, la notizia di un autobus della Multiservizi rimasto in panne all’altezza di piazza Fiorentino mentre effettuava la corsa collegante i tre principali quartieri cittadini. Guasti – prosegue – che oramai si verificano con una cadenza quasi quotidiana, a conferma di una situazione che definire pietosa è un eufemismo. Più che Multiservizi verrebbe da dire disservizi, almeno per ciò che concerne il trasporto pubblico urbano, nonché pericoli per l’incolumità pubblica di chi viaggia su tali mezzi. Si ricorderà, tra gli altri, l’episodio dell’autobus che circa un anno fa prese fuoco, per fortuna senza conseguenze per autista e viaggiatori, su via Perugini. O del bus impazzito che, parcheggiato da una ventina di minuti all’allora capolinea di piazza Mazzini, iniziò a muoversi, privo di guida, per alcune decine di metri sfiorando un paio di macchine, fino ad arrestare la propria corsa contro un marciapiede».
«Non si contano più, ormai, le corse tagliate quotidianamente per mancanza di mezzi funzionanti. Oggi, addirittura, – prosegue Gaetano – sta circolando uno soltanto dei dodici autobus a disposizione, gli ultimi dei quali sono stati acquistati nel 2010. Successivamente sono entrati a far parte della dotazione dell’azienda partecipata del Comune di Lamezia Terme due bus Mercedes di seconda mano, acquistati con cinque anni di vita e ben 700 000 km a testa già percorsi lungo le strade spesso innevate, e quindi cosparse del corrosivo sale, di Innsbruck».
«Per coprire gli oltre 700 000 km annui che la Regione Calabria paga alla Multiservizi, dovrebbero circolare mediamente dieci – dodici autobus al giorno. Da parecchi mesi pare, invece, ne circolino soltanto due al massimo, usati per percorrere le linee più importanti: in particolare quelle che servono l’ospedale o dirette a Sant’Eufemia. Le altre restano il più delle volte scoperte, oppure percorse ricorrendo ad alcuni degli otto minibus cittadini posseduti. Un uso illegittimo poiché questi ultimi non potrebbero essere adibiti a tratte cittadine presentando una sola porta di servizio, anziché le due previste per questi tipi di percorsi urbani. Nella pratica, però, spesso succede che gli autisti, per non lasciare completamente scoperte alcune linee, li utilizzino ugualmente con tutti i rischi del caso».
«Ricapitolando, di dodici autobus grandi in dotazione, undici sono attualmente ricoverati in officine esterne o fermi nel proprio autoparco per guasti, per non aver passato la revisione o per altri motivi ancora. Se si è arrivati a questa situazione, letteralmente precipitata negli ultimi tre-quattro anni – continua sempre l’esponente del Meetup cittadino – è perché non c’è mai stata un’attenzione specifica da parte del gruppo dirigente della Multiservizi verso questo settore e non solo, ad essere sinceri. Nessuno, a quanto pare, si è preso la briga di andare periodicamente in Regione a vedere se ci fosse qualche incentivo per il rinnovo dei parchi mezzi. Per non parlare della carenza di personale nell’officina interna, mai stata in grado di far fronte ai guasti giornalieri occorsi all’elevato numero di mezzi, tra quelli della nettezza urbana, del settore trasporti e del verde pubblico, di proprietà dell’azienda partecipata. Tant’è che da anni ormai ci si affida ad una ditta di Catanzaro, specializzata nella riparazione di questo tipo di mezzi, con conseguente aggravio per le casse della Multiservizi. Senza contare che a volte pare sia capitato che mezzi portati a riparazione – conclude Gaetano – abbiano poi avuto subito bisogno dell’ulteriore intervento dei meccanici interni a causa di di anomalie probabilmente non del tutto risolte».
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