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Classifica Censis «spietata per la Magna Graecia di Catanzaro»

I rappresentati di Fp Cgil, Flc Cgil e Fp Cgil Medici: «Ridimensionata la nostra denuncia sulle scuole di specializzazione. L’università icona di una città deceduta»

Pubblicato il: 09/07/2018 – 16:50
Classifica Censis «spietata per la Magna Graecia di Catanzaro»

Riceviamo e pubblichiamo:
Abbiamo fatto centro. Ma che tristezza e quanta gioia avremmo provato se qualcuno fosse riuscito a smentirci. Quando molti mesi or sono, in solitaria, denunciammo la situazione in cui versava l’Università Magna Graecia forti anche dei dati relativi alle dinamiche legate ai test di ammissione alle scuole di specializzazione, che avevano visto gli studenti provenienti dalla suddetta Università agli ultimi posti della graduatoria nazionale, si è assistito, da parte del potente apparato universitario, ad una corsa alla smentita e al ridimensionamento. Il tutto fondato da argomentazioni pretestuose e poco convincenti. Stesso copione ripetuto quando, come antesignani e sempre in solitaria, denunciammo la deriva che avrebbe portato alla perdita di molte scuole di specializzazione, fatto poi acclarato da quanto stabilito dal ministero come conseguenza di una normativa nazionale che si sarebbe potuto tranquillamente superare se solo qualcuno dei responsabili si fosse preso l’impegno di leggere la norma per tempo e di trarne le necessarie determinazioni. Tutto ciò vede oggi il suo apice alla luce di quanto il Censis, che coglie ed interpreta i fenomeni di trasformazione della società, l’evoluzione della struttura produttiva, le spinte all’innovazione e così via, ha messo in luce con la classifica 2017 relativa al ranking annuale degli atenei statali e non.
I numeri sono spietati e la matematica non è un’opinione, questo deve essere chiaro a tutti.
Disponibili le classificazioni Censis 2018-2019 degli Atenei italiani; scarsa l’allegria a livello nazionale per ciò che riguarda gli Atenei statali; ma quando si inquadra la situazione del nostro Ateneo è necessario ricorrere a misure di rianimazione avanzata; non esiste attenuante né generica né tanto meno specifica. L’Università di Catanzaro? È di conforto il fatto che ancora siamo nella classifica, crediamo, purtroppo, non per molto ancora. Tra le medie Università è la terzultima, peggio di noi, sarà una combinazione ma non crediamo lo sia, è riuscita a fare soltanto la Napoli Federico II. Se si volge lo sguardo alle Magistrali meglio voltare pagina, ed alle triennali? Conviene chiudere il libro.
D’altra parte è stata da tempo nostra sensazione, più volte denunciata, che ci fosse uno scollamento tra ciò che l’Ateneo offre ai Discenti, specie per quelli di Medicina e Chirurgia, nonché agli utenti, rispetto alle sfolgoranti carriere, degne di genialità tipiche di quanti una volta venivano identificati come “uomo universale” e che hanno visto in Leon Battista Alberti il capostipite, per chi non ricordasse trattasi di un “maestro” di Leonardo Da Vinci…. scusate se è poco….., carriere appunto collocabili più propriamente in altre epoche storiche che stridono pesantemente rispetto al contesto di deludente degrado strutturale, deriva morale, povertà culturale che si respira nel nostro comprensorio. Tale ragionamento vale anche per quanto riconducibile alla città di Catanzaro che è nei fatti deceduta da molti anni senza essersene accorta, vittima illustre di un gruppo dirigente fallimentare che ha determinato l’esplosione dei tanti vizi storici della città dissipando irrimediabilmente le poche virtù. Una città che vuole avere un futuro è prima di tutto un progetto culturale e non può essere ridotta alla stregua di un perenne mercatino di prodotti a basso costo da utilizzare per tener ferma la “pancia”. Noi che ci sentiamo catanzaresi quanto calabresi, italiani ed europei, abbiamo comunque mantenuto un pizzico di senso di appartenenza che è da sempre motore particolare di sviluppo universale e l’orgoglio di un certo passato oramai lontano. Eravamo a San Siro quanto Milan-Catanzaro finì 0 a 1 con rete di Bivi. A quei tempi la città aveva ancora un progetto di crescita, il viadotto sulla Fiumarella si chiamava Morandi ed il gruppo dirigente che gestiva la squadra capiva il suo mestiere e con poche lire comprava campioni futuri e creava lavoro e passione che non guasta mai. Oggi navighiamo da una vita, nel calcio come metafora della città tutta, al limite del dilettantismo che purtroppo caratterizza chi ci dirige. Vieppiù che la forza di difendere l’unica Istituzione che avrebbe potuto costituire il motore di sviluppo di questa Terra dimenticata ormai sta cedendo il passo alla rassegnazione della sconfitta ed alla convinzione di doverla cedere. Il nuovo rettore ha delle idee nuove per percorrere una strada di recupero con strategie moralizzanti? Certo il suo compito, se solo si volta dietro e contempla il recente catastrofico passato, diventa arduo ed impossibile da svolgere. Noi un’idea ce l’avremmo: abbandoni tutto, tra i pianti di coloro che hanno creduto e si sono sacrificati per questa realtà senza ottenere neanche quanto meritato e la soddisfazione di quanti al contrario, hanno scambiato la nostra istituzione universitaria per un posto dove scalare carriere e procacciare affari costruendosi un futuro da pensionati agiati e che manovrano ancora dietro le quinte, e si “consegni” con tutto il Senato accademico, senza porre ulteriore resistenza, alla più che dignitosa Università della Calabria che viaggia da molto tempo ai vertici del ranking nazionale. A pensarci bene forse il progetto velato era questo; uno sguardo alla sanità farebbe immediatamente comprendere che forse questa strada era quella architettata nei posti di potere; nulla si sta facendo di realmente serio per risollevare dal baratro la più grande struttura ospedaliera di questa città e meno che nulla si sta facendo per risollevare le sorti di un Ateneo che, fino a tempi recenti, si è adagiato sulla rendita dei colonizzatori di altre università che hanno lasciato il vuoto in ogni ordine e disciplina (d’obbligo esemplificare con citazioni istruttive: Malattie infettive, Chirurgia generale, Neuroradiologia, Rianimazione ed Anestesia, Chirurgia maxillo-facciale, Radiologia ecc). Parimenti porgiamo, lo stesso gratuito consiglio, al sindaco di Catanzaro. Si dimetta da…. ieri…. e consegni la città nelle mani di chi, leggasi sindaco di Cosenza, ha ampiamente dimostrato di capire cosa significa un quadro sinottico di sviluppo per una città del meridione del mondo.

Bruno Talarico (Fp Cgil Catanzaro Lamezia),
Arnaldo Maruca (Flc Cgil Catanzaro Lamezia)
Ivan Potente (Fp Cgil Medici Catanzaro Lamezia)

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