COSENZA Anche il clima, finalmente, dà il suo lasciapassare alla protesta contro la metropolitana leggera che sarà costruita tra Cosenza e Rende. Alla iniziale battaglia del comitato “No metro” oggi allargata a 18 sigle dal Movimento 5 stelle ai cattolici del movimento “Noi, senza dimenticare i comunisti” (come sempre divisi in rifondazione e partito di Rizzo), fino all’Unione sindacale di Base.
La scelta è questa: «Democraticamente occuperemo gli spazi di Viale Parco destinati alla cantierizzazione – dice Mario Bozzo del comitato “No metro”- ma continueremo la nostra raccolta firme per fare in modo che su questa opera decidano i cittadini con un referendum popolare». Si prevede un 15 luglio di fuoco, data che filtra per l’inizio dei lavori da Palazzo dei Bruzi, anche se sull’ora “X” è ancora Bozzo a sollevare dei dubbi. «Io non sono così sicuro che si inizi. E se i cantieri partiranno con oggi si chiude una prima fase. Siamo pronti ad iniziare quella della lotta più serrata e non lasceremo niente al caso, controlleremo i cantieri e verificheremo che tutto si svolga secondo legge».
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NO ALLA METRO SÌ AL VIALE Non c’è pace tra gli organizzatori della manifestazione. Tutti sono intenti a dare gli ultimi volantini rimasti. I membri del comitato aprono la manifestazione poi tocca a tutti quelli che si sono accodati parlare, mentre dal pubblico qualcuno definisce la metro una «supposta». I big del Movimento 5 stelle, impegnati a Roma, sono sostituiti da Domenico Miceli, consigliere comunale di Rende. «Ci hanno venduto un cadavere che costa 169 milioni di euro – dice Miceli – e abbiamo il compito di fare pressione politica su chi ci sta amministrando per fare in modo che la metro non venga realizzata. A Rende si creeranno disagi sulla strada statale e soprattutto verrà meno la funzione degli autobus cittadini la cui utenza verrà totalmente assorbita dalla metro. Cosa succederà? La regione pagherà per due volte lo stesso servizio? A Messina hanno realizzato la stessa opera e i risultati sono disastrosi». Le persone che si fermano ad ascoltare le ragioni del “No” stanno vicine agli attivisti che portano al collo un foglio giallo con su scritto “No alla metro Sì al viale”. La loro attenzione è catturata dall’intervento di Fabio Gallo del movimento “Noi”: «Stiamo difendendo le parole di Occhiuto, quelle che meno di due anni fa ha proferito e che dicevano che questa metro era uno scempio. Mario convertiti». All’invocazione quasi divina, il centinaio di persone che era all’ascolto, scroscia in un applauso. È solo il primo round, al primo cittadino le lamentele per l’opera arrivano anche da Sergio Nucci di “Buongiorno Cosenza” e Francesco Campolongo di Rifondazione comunista.
SULLA VIA DI DAMASCO Non è notizia dell’ultima ora che ad Occhiuto chi oggi chiede di non fare la metro rinneghi il passo indietro fatto rispetto alle promesse elettorali.
Defenestrato a pochi mesi dalla fine del suo mandato, il sindaco di Cosenza in piazza raccolse delle firme per chiedere alla regione di fermare quel progetto (e su questo tema in piazza viene proiettato il servizio di quella giornata ndr).
Oggi in molti gli chiedono che fine abbiano fatto quelle firme e cosa si nascondi dietro gli accordi con la regione. Il simpatico siparietto si arricchisce vista la presenza tra gli attivisti del movimento “Noi” di Giuseppe Cirò, ex segretario del primo cittadino Bruzio.
Cirò passa dalle stanze del potere alle barricate in piazza con disinvoltura. E quando una donna lo chiama mentre veniva proiettato il video, come a dire «guarda prima con chi stavi» non si fa prendere dall’imbarazzo e continua la messa in onda del filmino.
A PALAZZO DEI BRUZI Dei consiglieri non c’è l’ombra. Però l’argomento metro viene discusso anche nelle commissioni consiliari. Qualche giorno fa i membri della commissione urbanistica si sono ritrovati per parlare del progetto con l’assessore ai lavori pubblici Francesco Caruso e l’ingegnere Francesco Converso. Ironia della sorte anche gli eletti al municipio si sono accorti che a Cosenza potrebbero esserci anni di caos dovuto al traffico. Come “le anatre in uno stagno alla vista del pane”, i consiglieri si sono fiondati sul progetto della metro sistemato sul tavolo, lasciando a bocca asciutta il dirigente Converso che voleva spiegare come la metro sarebbe arrivata da Piazza la Verde (vicino Piazza Riforma ndr) all’Unical.
Quello che emerge dalla discussione tra i consiglieri è che a partire sono i lavori del “Parco Benessere” che interesseranno il tratto sinistro (in prossimità di via 24 maggio) e la carreggiata centrale. Non è da escludere che alla carreggiata libera venga invertito il senso di marcia mentre è fuor di dubbio che il traffico cittadino sarà in maggior parte assorbito da via Popilia. Sul piano del traffico sta lavorando il comune mentre a svelare il perché la strada che dovrebbe funzionare un po’ come l’attuale “Viale Parco” ci pensa sempre l’assessore Caruso: «La strada che parte da Piazza Spezzano è realizzata per metà dalla regione e per metà dal comune. La prima parte la deve fare la regione e inizierà a lavorarci solo quando saranno aperti anche i cantieri della metro».
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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