CATANZARO A Catanzaro soffia già fortissimo il vento delle Regionali. Soffia fino a occupare gran parte dei lavori del Consiglio comunale e a scompaginare gli equilibri nella maggiorana di centrodestra che sostiene il sindaco Abramo.
IL “NODO” DELLA CANDIDATURA Sono proprio le dichiarazioni che il primo cittadino catanzarese ha pronunciato pochi giorni fa nella conferenza stampa sul primo anno del suo mandato “quater” a tenere banco in aula. «Il candidato presidente della Regione dovrà essere espresso dal capoluogo», aveva detto Abramo. Dichiarazioni anche equivocate, ma sufficienti a seminare panico e discordia nel contesto politico cittadino, fronte Forza Italia e fronte centrodestra, perché lette come un’autocandidatura dello stesso Abramo. Il leader forzista del territorio, Mimmo Tallini, capogruppo alla Regione, pur storicamente in sintonia con Abramo, stavolta non avrebbe preso bene la “fuga in avanti” dell’alleato e avrebbe “frenato” sull’ipotesi, trovando sul tema un asse con i cosentini Occhiuto, ma questo non basta a placare la situazione. Che – puntualmente e pesantemente – si proietta puntualmente sulla seduta odierna del Consiglio comunale dedicata all’assestamento del bilancio: tra i banchi della maggioranza infatti serpeggia una certa preoccupazione all’idea di una consiliatura “a tempo” ove Abramo dovesse (ri)candidarsi alla Regione, anche perché c’è pure un consistente gruppo che vedrebbe meglio una corsa dell’ex senatore Piero Aiello.
OPPOSIZIONE ALL’ATTACCO In più un’opposizione stavolta robusta e tignosa – con i suoi big Nicola Fiorita, Sergio Costanzo e Roberto Guerriero – coglie l’“attimo fuggente” e punta decisamente al cuore politico della giornata e al “nervo” scoperto del centrodestra, chiedendo in pratica al sindaco di uscire allo scoperto e chiarire cosa vuole fare nel 2019 anno delle Regionali). In soccorso del sindaco interviene il consigliere comunale di Forza Italia Giovanni Merante, il più esperto tra i banchi della maggioranza, nato politicamente alla scuola Dc e per questo mai impreparato nei momenti delicati dei lavori assembleari. «Abramo sarebbe un ottimo candidato presidente e ha ragione anche il nostro coordinatore Tallini quando fa capire che ogni nome va condiviso», è, in estrema sintesi, il ragionamento di Merante: un capolavoro di equilibrismo che aiuterà molto il sindaco a cavarsi d’impaccio.
L’INTERVENTO “DEMOCRISTIANO” DEL SINDACO E Abramo, anch’egli ormai sempre più “democristiano”, dice ma non dice, lasciando tutto e tutti in sospeso. «Dobbiamo aprire una discussione su una classe dirigente che deve vedere unita la Calabria, che deve iniziare a discutere dei problemi e fare proposte per cambiare la Calabria. Dovremmo discutere – sostiene il sindaco – su come abbattere la povertà e la disoccupazione giovanile, su come vengono utilizzati i fondi comunitari, aprire un dibattito su come far crescere la Calabria. Dobbiamo aprire un dibattito sulle classi dirigenti, che si stanno addormentando perché ognuno pensa alla sua autocandidatura al chiuso dei salotti, anche romani, o di qualche amico politico. Questo è lo stimolo che, anche nei giorni scorsi, ho voluto lanciare come sindaco di Catanzaro, non quello di candidarsi necessariamente alla Regione come presidente. Certo, non dovremmo aspettare oltre ottobre-novembre per una candidatura, mi riferisco a tutti partiti e a tutti i territori, perché – rimarca Abramo – altrimenti non ci sarebbe la possibilità di spiegare ai calabresi come vogliamo cambiare la Calabria. E questa volta c’è bisogno di spiegare ai calabresi quello che vuole fare un candidato alla presidenza della Regione». Dove è quel “necessariamente” la parola chiave, anche se, in un altro passaggio del suo intervento, Abramo parlerà di «cose da fare nei prossimi 4 anni» al Comune.
FIBRILLAZIONI NEL CENTRODESTRA Insomma, un sindaco piuttosto “sibillino”, ma anche un sindaco che appare sempre più il “collante” della coalizione. E infatti, appena Abramo si assenta, nel campo del centrodestra affiorano crepe e fibrillazioni. Lo confermano tre astensioni nel voto di bocciatura di un emendamento all’assestamento presentato dall’opposizione, il caos che scoppia su una pratica apparentemente innocua (l’ok a un progetto relativo alla Statale 106 jonica), con un “tira e molla” nel centrodestra sfociato in una richiesta di sospensione dei lavori per capire come muoversi e con lo stesso Merante che si scaglia contro l’assenza dell’assessore al ramo dall’aula e, a un certo punto, dà ragione a Fiorita che aveva denunciato il costante svuotamento del ruolo del Consiglio comunale. In tutto questo, passano in secondo piano l’approvazione, a maggioranza, dell’assestamento di bilancio e gli altri spunti della seduta. Che si segnala – nota di colore – anche per il rientro in aula, dopo un bel po’ di mesi, del consigliere comunale Demetrio Battaglia, impegnato fino a qualche giorno fa quale ufficiale dell’Esercito in una missione internazionale di pace in Kosovo. «Ho trovato un’aula molto matura, con un numero maggiore di interventi da parte dei consiglieri comunali», dirà Battaglia. Troppo buono e troppo generoso con i suoi colleghi, commenta qualcuno dal pubblico…
Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it
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