COSENZA Il procuratore aggiunto di Cosenza Marisa Manzini ha fatto ricorso in Appello contro la sentenza emessa dal gup Piero Santese nei confronti degli indagati per il caso dell’ex Legnochimica di Rende. La richiesta ai giudici della corte di Appello di Catanzaro è di rivedere la posizione del sindaco di Rende Marcello Manna e del responsabile dell’ufficio tecnico ambiente Francesco Azzato nei confronti dei quali il giudice aveva emesso sentenza di non luogo a procedere. Per il primo cittadino del comune di Rende e per il manager, il giudice aveva disposto il non luogo a procedere, ritenendo entrambi innocenti al termine dell’istruttoria dibattimentale rispettivamente per non aver commesso il fatto e perché il fatto non costituisce reato. Nello stesso procedimento è coinvolto anche l’assessore comunale all’ambiente Francesco D’Ippolito assolto in rito abbreviato. Anche la sentenza emessa nei confronti dell’assessore è stata appellata. In attesa che i giudici della corte si pronuncino, l’unico rinviato a giudizio nel procedimento è il liquidatore dell’azienda Pasquale Bilotta. Non si è conclusa, dunque, per gli uffici di procura la vicenda per la quale nel 2015 fu aperto un fascicolo in cui si contestava agli imputati di essersi sottratti ai loro doveri di ufficio cagionando con la mancata bonifica del sito della Legnochimica un danno all’ambiente e alle persone che abitavano nella zona. Nello specifico il sindaco e il suo dirigente comunale sarebbero venuti meno al loro dovere, secondo la Procura, quando – consci dell’inerzia del liquidatore Bilotta – non vi si sarebbero sostituiti riportando quindi l’intera area in uno stato salubre. Pasquale Bilotta, unico rinviato a giudizio, dovrà rispondere dell’accusa di disastro ambientale causato dalla mancata bonifica dei luoghi e dall’esposizione a rischio e pericolo a cui avrebbe sottoposto la cittadinanza ogni qualvolta di verificavano incendi o episodi di autocombustione.
mi. pr.
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