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Agenti picchiati a Lamezia, intera famiglia assolta dai giudici

Tre persone erano accusate di resistenza, lesioni ed oltraggio a pubblico ufficiale. Il pm aveva chiesto la condanna per un solo capo d’imputazione

Pubblicato il: 14/07/2018 – 14:45
Agenti picchiati a Lamezia, intera famiglia assolta dai giudici

LAMEZIA TERME Un’intera famiglia lametina era stata accusata di aver aggredito, offeso e picchiato due agenti della Polizia di Stato al fine di non fargli effettuare una perquisizione personale su un loro congiunto. B.B., B.G. e B.E. erano stati rinviati a giudizio dinanzi al Tribunale di Lamezia Terme per resistenza, lesioni ed oltraggio a pubblico ufficiale, ex articoli 110, 337, 582, 585 e 341 bis c.p., perché «in concorso tra loro usavano violenza al fine di frapporsi ad un controllo di Polizia, avventandosi contro gli agenti della Polizia di Stato, colpendoli con calci e spintoni, provocando lesioni, refertate al locale Pronto soccorso e perché, sempre in concorso tra loro, offendevano l’onore ed il prestigio dei pubblici ufficiali apostrofandoli con una serie di epiteti ingiuriosi». I tre imputati sono stati assolti per tutti e tre i capi di imputazione.
L’ACCUSA I fatti erano accaduti in Lamezia Terme la sera dell’ottobre 2010 quando due poliziotti avevano fermato, tra via dei Giardini e via Oberdan, due ragazzi per un controllo ed una successiva perquisizione.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, uno dei due ragazzi era andato subito in escandescenze e, alla vista dei parenti, si era denudato. Giunti sul luogo, il padre e la sorella del giovane avevano iniziato ad offendere i militari e avevano cercato di frapporsi alla perquisizione. Ne era seguita una colluttazione con i militari rimasti feriti che avevano portato poi in Commissariato il giovane per finire la perquisizione, denunciando a piede libero i parenti per l’aggressione, le offese e le lesioni subite.
Tutti e tre gli imputati sono stati difesi dall’avvocato Giancarlo Nicotera.
LA TESI DELLA DIFESA Gli imputati e la difesa prospettavano, invece, una ricostruzione dei fatti completamente diversa rispetto alla pubblica accusa sostenendo che il giovane, fermato in una pubblica via, era stato fatto denudare durante la perquisizione, rimanendo senza maglietta e con i pantaloni abbassati. Il tutto era stato notato anche da alcuni passanti. Alla tale vista i parenti avevano soltanto obiettato l’effettuazione della perquisizione per i modi con cui era stata espletata, modi che offendevano la dignità ed il decoro del ragazzo. Nulla era poi accaduto in relazione ad offese o alla addebitata aggressione. Durante l’istruttoria dibattimentale sono state ascoltate le persone che avevano assistito all’accaduto; tali testimoni hanno confermato pienamente la prospettazione difensiva, asserendo che il giovane era già denudato durante la perquisizione prima dell’arrivo dei parenti e che lo stesso non aveva opposto alcuna resistenza. Sempre secondo tali testi, gli stessi parenti del fermato poi nulla avevano fatto se non chiedere semplici chiarimenti ai militari su una perquisizione ritenuta illegittima ed arbitraria.
SENTENZA Visti i fatti, così come accertati attraverso le varie testimonianze nel dibattimento, il pm Vincenzo Cardamone nella sua requisitoria ha chiesto la condanna dei tre imputati per il reato di oltraggio e l’assoluzione per gli altri capi di imputazione. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Maria Bonaddio, ha chiesto, invece, la condanna degli imputati per i reati di violenza, lesione ed oltraggio a pubblico ufficiale, con annessa richiesta di risarcimento danni a favore dei due poliziotti. L’avvocato Giancarlo Nicotera, nella sua arringa finale ha chiesto, invece, l’assoluzione dei propri assistiti ritenendo che era stato provato pienamente che nessun reato era stato consumato dagli imputati che, a loro volta, si erano trovati dinanzi ad una perquisizione che per forme e modi era del tutto arbitraria ed illegittima e che nessuna offesa o aggressione essi avevano mai consumato. Il Tribunale di Lamezia Terme, sezione penale, presieduto dal giudice Rossella Prignani, ha accolto le richieste difensive ed ha assolto i tre imputati per tutti i tre capi di imputazione a loro ascritti.

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