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«C'è un errore nella sentenza della Cassazione, il posto da consigliere è mio»

Graziano rilancia dopo la pronuncia sul seggio conteso con Gallo: «I giudici hanno scambiato l’accettazione della mia domanda di aspettativa da parte del Corpo forestale dello Stato con la domanda …

Pubblicato il: 14/07/2018 – 11:44
«C'è un errore nella sentenza della Cassazione, il posto da consigliere è mio»

CORIGLIANO-ROSSANO Il presidente nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, Giuseppe Graziano, chiede la revoca della sentenza emanata dalla Corte di Cassazione riguardo alla legittima elezione a consigliere regionale della Calabria. «Nel dispositivo della suprema Corte, infatti – è scritto in una nota di Graziano – c’è ed è palese un “errore di fatto” avendo i giudici, nella sentenza, scambiato materialmente un documento prodotto per un altro».
I legali di Graziano, gli avvocati Alfredo Gualtieri e Francesco Saverio Marini, prosegue la nota, «hanno prodotto una chiara e ampia memoria atta a chiarire, in modo definitivo, le accuse poste dal ricorrente, primo dei non eletti nella lista della Casa delle Libertà, che aveva sollevato la condizione di illegittimità proprio nei confronti di Graziano».
«Questa – afferma Graziano – non è una vicenda personale bensì un caso che evidenzia come, alle volte, la burocrazia, le scartoffie ed i cavilli possono sovvertire il volere democratico. Purtroppo è stata messa su una questione cavillosa nei miei riguardi basata su una polemica di lana caprina, così contorta, acefala e paradossale tanto che gli stessi giudici cassazionisti hanno di fatto dato ragione alla mia memoria difensiva. O meglio, hanno dato ragione ai circa 10mila elettori che il 24 novembre 2014 avevano deciso di eleggermi in consiglio regionale. Da quanto si evince chiaramente dalla lettura del dispositivo della Cassazione, i giudici hanno scambiato l’accettazione della mia domanda di aspettativa da parte del Corpo forestale dello Stato con la domanda stessa. La normativa vigente è chiara sul punto e dice che avrei dovuto, come ho fatto, mettermi in aspettativa cinque giorni prima della presentazione della candidatura ma il termine ultimo dell’accettazione dell’aspettativa può avvenire anche entro e non oltre il giorno stesso della presentazione delle liste. Così come è accaduto. La Cassazione, compiendo un cosiddetto “errore di fatto”, ha avvalorato la mia posizione, pur confermando la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro».
«Questi i fatti – conclude Graziano – che mi hanno spinto a chiedere la revoca della pronuncia della Cassazione e quindi ristabilire la democrazia che dà ragione alla mia elezione avvenuta con diecimila consensi e non a chi invece rappresentare i cittadini senza averne alcun diritto, avendo preso circa la metà dei miei voti».

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