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«Wanda Ferro ricandidata alla Regione: faccio il tifo per lei»

di Franco Crinò*

Pubblicato il: 15/07/2018 – 19:02
«Wanda Ferro ricandidata alla Regione: faccio il tifo per lei»

Sono pure recidivo, nella primavera del 2014, quando Forza Italia faceva finta (…) di parlare di primarie, l’ho incontrata per dire che speravo comunque che la spuntasse. Oggi faccio di nuovo il tifo per lei, senza nulla voler togliere alle chance e alla legittimità proprie delle candidature di Aiello, Occhiuto e di altri. Wanda Ferro è donna di spessore e caratura notevoli e penso abbia le qualità necessarie per governare. Il giudizio, si badi bene, non è basato sull’amicizia personale che ci lega (e che neppure altri mi negano), ma sulla constatazione che Wanda, nel corso degli anni, con sobrietà e tenacia (nomina sunt … omina?) ha saputo “strutturarsi”, ha saputo crescere e sviluppare quello che aveva in potenza dal punto di vista intellettivo e caratteriale.
La cosa che però mi ha più sollecitato nelle dichiarazioni di Orsomarso è l’ “idea” dalla quale nasce la sua candidatura. Non come Minerva dalla testa di Giove, ma frutto della necessità di programmazione del futuro che, prescindendo dagli schieramenti di partito, si pone un obiettivo lungo, decennale. Orsomarso dice che la prossima volta il centrodestra deve vincere non per la debolezza di Oliverio ma per la forza delle idee. Finalmente!
Credo che i calabresi siano stanchi delle alternanze di potere che non hanno effetti di ritorno, che non producono, che tengono solo la Regione al palo perché l’obiettivo non si rivela la tutela della gente e della Calabria in genere. Hanno bisogno di un vento nuovo e se questo vento soffierà da Fratelli d’Italia piuttosto che dagli altri alleati, ben venga. In fondo non è importante da chi nasca il rinnovamento ( chi scrive non ha ancora avuto lo sfratto da Forza Italia, quello no) ma chi lo declina veramente . Posso azzardare dicendo che non ho dubbi che tutti e tre i partiti del controdestra sposeranno l’idea della necessità di un rinnovamento, se non altro perché “è conveniente”; conviene mettersi in sintonia con la gente, capire i bisogni reali e territoriali, qui la sfida si fa difficile, perché l’ambizioso programma decennale (quelli della NEP erano quinquennali) deve passare dalla scelta delle persone “giuste” che al di fuori delle logiche dei voti, siano il vero valore aggiunto delle singole realtà territoriali (le idee camminano sempre sulle gambe degli uomini, frase cara all’amico Orsomarso … e che qualche vecchio socialista aveva detto prima di lui). Concordo con l’opinionista che sosteneva, l’altro giorno in tv, che gli ”auspici” in politica dovrebbero essere sostituiti dai “fatti”.
Concludo con una nota di ottimismo che parte da una constatazione: la Calabria è al capolinea, la politica ha fallito, è il tempo dei mediocri (con le dovute eccezioni naturalmente); vinceremo realmente le prossime elezioni regionali, cioè non solo con i numeri, se sapremo dare risposte al territorio e prima di tutto ai problemi della sanità e del lavoro di cui i calabresi sono vittime (sacrificali). La programmazione va bene, anzi benissimo, ma la gente ha bisogno del “pane quotidiano”, con la garanzia di poter avere il farmaco se scopre di essere celiaco.

*ex senatore della Repubblica Italiana

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