CATANZARO «Partecipazione, mobilitazione, differenza tra ieri e oggi. È cambiato il mondo o il mondo ha cambiato noi?». Se lo chiede Andrea Reale, già rappresentante degli studenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, animatore del dibattito sul tema “Perché i giovani non sono protagonisti del futuro?” che si terrà martedì 17 luglio alle ore 18.30 al Venice Beach Club, via lungomare Pugliese nel quartiere marinaro di Catanzaro. Con Reale ci saranno il consigliere comunale e provinciale Roberto Guerriero, il professore ordinario dell’Università Magna Graecia delegato per l’orientamento Tullio Barni, e Bernard Dika, ventenne, già presidente del Parlamento degli Studenti della Regione Toscana e Alfiere della Repubblica.
«L’evento di martedì vuole alzare il dibattito su questo tema. Partiremo dalle mobilitazioni massicce del ’68 fino ad arrivare ai giorni nostri – spiega Reale –. L’Europa divisa meno di un secolo fa ed oggi arricchita da una generazione Erasmus, che rappresenta il simbolo di una cultura unita ed europea. Al termine degli interventi, ascolteremo tutte le riflessioni del pubblico che offriranno sicuramente spunti importanti».
Con Reale parlano anche altri organizzatori, protagonisti dell’evento, come Vittoria Pizzi, che afferma: «Sempre più spesso mostriamo disillusione e scetticismo nei confronti del futuro, tutto ciò perché ci sentiamo abbandonati dallo Stato e molto spesso in balìa dei problemi che esso presenta. Spezziamo la catena della crisi di indifferenza che purtroppo travolge molti giovani».
«La partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica è un elemento di fondamentale importanza per ogni società democratica – dice anche Gaetano Stirparo –. Essa può esprimersi attraverso varie forme e modalità. Per Immacolata Madarena “in una crisi di rappresentatività quale quella che stiamo vedendo è fondamentale coinvolgere sempre più i giovani e comunicare che la politica non sia “altra” alle loro vite. Parlarne è lo strumento per farlo».
«Viviamo in contesti paradossalmente non facili. Siamo la generazione della tecnologia e dei social – aggiunge Giuseppe Donato –, abbiamo tutto ma nello stesso tempo non abbiamo quella coscienza e voglia di cambiamento che avevano le vecchie generazioni. Dobbiamo destarci da questo sonno. L’unico modo per iniziare questo cambiamento è attraverso la cultura e l’informazione».
«Oggi tutte le colpe sembrano ricadere sui giovani: ci designano come immaturi, pigri, senza voglia di fare – osserva Giorgia Macrì –. Questo evento rappresenta un segnale per mostrare che anche noi vogliamo essere coinvolti nelle dinamiche del nostro Paese». «I giovani devono essere protagonisti del futuro. Ma ciò non possiamo pretenderlo da tutti – aggiunge Michaela Perri –. Purtroppo alcuni giovani preferiscono non esporsi e rimanere dietro le quinte. Altri invece vogliono rendersi partecipi della vita politica e sociale cosicché vengono inseriti in un progetto innovativo creato appositamente per loro e soprattutto da loro». Benedetta Palombo analizza il giovanissimo Bernard Dika e, ascoltandolo, osserva: «Noi non siamo cittadini del futuro, noi siamo cittadini del presente. Mai quanto in questo momento storico i giovani sentono il bisogno di essere i protagonisti della società e non dei telespettatori. L’evento, unicum nel suo tema, mira a sviluppare il dibattito per capirne le problematiche e le prospettive future. I giovani rappresentano una risorsa per la società ed è giusto parlare di loro e con loro». Cristina Mungo invece tiene a valorizzare «la nuova generazione che oggi è cresciuta nel contesto di un’Europa unificatrice, globalizzata. È per questo – aggiunge – che si parla sempre più di una generazione erasmus flessibile pronta ad adattarsi ad ogni nuovo ambiente e circostanza». Mentre Ludovica Zoccali, parlando dell’evento, dichiara che «l’idea di questo incontro nasce dalla voglia di un gruppo di ragazzi, da tempo attivi in vari ambiti del sociale, di condividere con altri coetanei l’importanza del ruolo dei giovani nella società. Vi è ancora posto per i giovani come futura élite politica e culturale nella nostra nazione? Il rischio è quello di non essere più inclusi nel progetto di un futuro migliore, progetto del quale siamo e dobbiamo rimanere i protagonisti».
«Un evento che dà la possibilità di confrontarsi su una tematica importante – conclude Cristina Mancuso – sicuramente un momento di crescita per tutti, in fase storica particolare caratterizzata da scetticismo da egoismi e populismi».
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