CATANZARO «Chi accoglie lo straniero accoglie Cristo». È questo il cuore del messaggio che l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, presidente della Conferenza episcopale calabra, consegna alla città e alla Calabria nell’omelia pronunciata per la festa di San Vitaliano, patrono del capoluogo.
«GRAZIE IMMIGRATI PER IL VOSTRO AMORE» È un messaggio accorato, quello di Bertolone, che pone l’accento sull’emergenza delle emergenze tracciando la rotta e l’orizzonte in un senso quasi controcorrente – e in direzione quasi ostinata e contraria – rispetto al vento che si respira oggi, anche e soprattutto sul piano politico. «Come soccorrere correttamente gli oppressi, come, in questo momento, sono i nostri fratelli che cercano di sbarcare in un paese europeo? Al di là di tutte le considerazioni pro o contro – sostiene l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace – certamente siamo davanti a una situazione complessa e di difficile gestione, ma l’accoglienza per gli esseri umani e per lo straniero deve trovare sempre cuori accoglienti». Monsignor Bertolone fa riferimento, poi, alla suggestiva “Festa dei Popoli”, tradizionale evento compreso nell’ambito delle celebrazioni di San Vitaliano, definendola «un segno meraviglioso di integrazione e accoglienza, e dico grazie a tutti gli immigrati che abbiamo a Catanzaro per il bene che fanno e per l’amore che ci dimostrano. Ci hanno offerto un bellissimo spettacolo gratis e ci hanno fatto anche un dono. Da loro – aggiunge monsignor Bertolone – sono arrivate lezioni di stile, di fede e di grande gioia».
«IN GIRO TROPPA ARROGANZA» C’è la solita grande folla di fedeli, nella Basilica dell’Immacolata che ospita la celebrazione perdurando i lavori di ristrutturazione del Duomo di Catanzaro, e ovviamente ci sono le massime autorità militari e civili, come il sindaco Sergio Abramo, le parlamentari Wanda Ferro e Silvia Vono e il già viceministro Mario Tassone. A tutti monsignor Bertolone lancia l’invito a immedesimarsi negli “ultimi” e in chi soffre. «Invochiamo il patrocinio del nostro San Vitaliano – osserva nell’omelia l’arivescovo di Catanzaro-Squillace – perché sia la guida nella ricerca del bene comune e ci difenda dalle calamità naturali e sociali, come la corruzione, le forze del male, i disagi economici a causa dei quali tanti giovani sono fuori dal mercato del lavoro e tante famiglie sono in grande difficoltà». E ancora – aggiunge monsignor Bertolone – «un popolo davvero religioso deve esserlo in tutte le circostanze che il Signore gli mette davanti, ed esserlo nel cuore e nell’anima. Chi accoglie lo straniero accoglie Cristo, chi si fa discepolo del Signore si deve fare piccolo, umile. Quanta arroganza c’è in circolazione, quanta prepotenza. Farsi piccoli e minimi rispetto a chi chiede un bicchiere d’acqua, cioè l’accesso a un bene essenziale, e la dignità della vita come nel caso degli immigrati significa essere ricompensati dal Signore, e questo – conclude l’arcivescovo di Catanzaro e presidente della Cec – è, del resto, l’insegnamento che ci consegnano la vita e la figura di San Vitaliano».
Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it
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