TORINO Sono state ricalcolate le condanne inflitte a due dei presunti capi della ‘ndrangheta a Torino, i fratelli Aldo Cosimo e Adolfo Crea: l’occasione è stata la sentenza, pronunciata oggi a Palazzo di Giustizia, del processo d’appello “Big Bang” sulle infiltrazioni della criminalità organizzata calabrese in Piemonte. I giudici, come richiesto dalle difese, hanno applicato la cosiddetta “continuazione” con le sentenze di altri processi, fra cui Minotauro. Per Adolfo Crea (assistito dall’avvocato Giuseppe Del Sorbo) la pena complessiva è stata rideterminata in 16 anni, 5 mesi e 20 giorni; per Aldo Cosimo Crea (avvocato Mauro Ronco) in 19 anni. «La Corte ha riconosciuto la fondatezza delle nostre ragioni» è il commento di Del Sorbo. I fratelli Crea, su provvedimento del Dap (dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) richiesto dalla procura di Torino, sono sottoposti dallo scorso aprile al regime di “carcere duro” previsto dall’articolo 41 bis. Le difese hanno presentato un ricorso al Tribunale di sorveglianza. La causa verrà discussa a Roma. Il processo Big Bang riguardava l’attività di gruppi che si dedicavano ad attività di usura ed estorsione scegliendo come bersagli piccoli commercianti, artigiani e persone ai margini della legalità. In primo grado, il 16 maggio 2017, c’erano state 26 condanne, quasi tutte confermate oggi dalla Corte d’appello.
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