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Ospedale di Lamezia, «11 ore di attesa per un taglio alla mano»

La denuncia di un’attivista del M5S: «Entrata alle 16,30 le è stato assegnato il codice verde ma solo alle 2,30 le viene fatta la prima visita. Un Pronto soccorso che dovrebbe servire 150mila perso…

Pubblicato il: 17/07/2018 – 15:56
Ospedale di Lamezia, «11 ore di attesa per un taglio alla mano»

LAMEZIA TERME «Quasi undici ore di attesa in Pronto Soccorso con una mano bucata, gonfia e dolorante. È la disavventura occorsa pochi giorni fa al padre di una nostra simpatizzante». Lo ha detto, attraverso una nota, l’attivista Ferdinando Gaetano del Meetup 5 Stelle Lamezia Amici di Beppe Grillo.
«Sono le 16,30 quando N.V. varca la porta d’accesso della struttura di primo soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme con un profondo taglio (3 cm circa) tra il pollice e l’indice della mano, procuratosi con un ferro arrugginito. Oltre al dolore e alla difficoltà di muovere le due dita interessate dalla ferita, quindi anche il pericolo di eventuale infezione. Trascorsa una mezzora – racconta l’attivista -, finalmente viene registrato e messo in attesa, ma solo con codice verde. Nel frattempo continuano ad arrivare pazienti, quasi tutti accettati con codice giallo, e quindi il turno del padre della nostra amica si allontana costantemente».
«Passano le ore, verso le 23:00 pare essere finalmente arrivato il suo turno, ma il continuo andirivieni di gente lo fa nuovamente indietreggiare nel display delle persone in attesa. Giustamente – continua sempre l’esponente del meetup lametino – s’inizia a perdere la pazienza: vengono allertati i carabinieri e si fa presente agli infermieri che urgerebbe quantomeno un’immediata antitetanica. Solo a questo punto gli viene disinfettata la ferita e lasciato nuovamente in attesa. Sono le 2:30 di notte quando, dopo circa dieci ore dalla presa in consegna, il nostro ferito viene finalmente visitato e sottoposto a radiografia all’arto. Gli si prescrive una cura antibiotica oltre ad una visita ortopedica. La ferita viene chiusa con delle graffette perché è ormai passato troppo tempo e non è più possibile mettere i tradizionali punti di sutura».
«Un caso limite, quello poc’anzi descritto, ma non certo nuovo a verificarsi a causa della penuria di personale medico. Verrebbe da dire, per coloro che si recano presso il Pronto soccorso lametino (ma la “musica” non è granché diversa in quello del vicino capoluogo di regione), “lasciate ogni speranza di accettabile attesa o voi che entrate..”».
«Sia chiara una cosa: per coloro che si presentano per problemi di poco conto, ed ai quali viene giustamente assegnato il classico codice bianco, le ore di attesa sono sacrosante e meritate, dato che in tali circostanze basterebbe recarsi presso il proprio medico curante o, in alternativa, presso la guardia medica. Ma per tutti gli altri codici, anche perché spesso si assegna quello verde a cuor leggero, come nella vicenda appena raccontata, non sono tollerabili così tante ore di snervante e, spesso, dolorosa attesa. Un ospedale con un bacino d’utenza di 150 mila persone – conclude Gaetano – non può avere un solo medico di turno in Pronto soccorso. Almeno non in orario diurno e pre-serale».

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