CROTONE Il 13 gennaio scorso le uccisero il figlio 18enne, Giuseppe Parretta, sotto i suoi occhi. Adesso Caterina Villirillo, presidente dell’associazione “Libere donne”, che da anni combatte la violenza sulle donne, scrive una lettera aperta per denunciare di essere stata abbandonata dallo Stato.
Ad uccidere Giuseppe Parretta è stato Salvatore Gerace, di 57 anni, suo vicino di casa, già noto alle forze dell’ordine e che, a suo dire, si sentiva spiato dal giovane. «Dal giorno dei funerali di mio figlio – scrive Caterina Villirillo – io sono rimasta abbandonata al mio destino senza un supporto né psicologico, né materiale, nonostante le ripetute promesse fatte dalle istituzioni crotonesi, tutte false, tutte espresse al solo scopo di pubblicizzare meschinamente la loro “bontà” di fronte all’Italia intera. Mio figlio è stato ucciso più volte e la mano che ha armato quella dell’assassino ha un nome preciso: lo Stato. Uno Stato che concede libertà vigilata senza vigilanza a un recidivo del crimine e gli permette di possedere armi è uno Stato patrigno, cattivo, superficiale.
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