CROTONE «Ho deciso di scrivere una nota per chiedere la verifica dell’allarme sanitario segnalato dai residenti di Casabona. L’intenzione è dare seguito alle insistenti segnalazioni di cittadini, amplificate anche dalla stampa regionale, in merito alla presunta correlazione tra l’accresciuta incidenza di patologie tumorali tra i residenti (percepita se non dimostrata), e il supposto accantonamento di cancerogeni non meglio identificati nelle miniere di zolfo dismesse quarant’anni fa e con accesso sigillato in località Calafoniti». Lo afferma la senatrice M5S Margherita Corrado (nella foto). La miniera di Calafoniti, è scritto in una nota, «fu dismessa negli anni compresi tra il 1975 e il 1978, quando, a causa della concorrenza internazionale si decise di non estrarre più zolfo in Italia. Nei mesi scorsi, poi, i cittadini s’erano organizzati e con una petizione rivolta alle autorità competenti avevano chiesto che venisse verificato il contenuto delle miniere stesso visto il costante aumento di tumori e carcinomi perché il sospetto è che possano essere state utilizzate per interrare materiale inquinante».
«Poiché la salute è un diritto costituzionalmente garantito – afferma la Corrado – e la percezione di una minaccia costante alla qualità della propria vita, fondata o meno che sia, incide negativamente sull’equilibrio psicofisico dell’individuo e della comunità intera, finendo per minare il suddetto diritto, è il momento di far partire le opportune verifiche».
La missiva è stata inviata al sindaco di Casabona, all’Asp di Crotone, all’Arpacal di Crotone e Catanzaro, e per conoscenza, alla Procura della Repubblica di Crotone e al Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di Catanzaro. «A ciascuno dei soggetti a cui ho segnalato la vicenda – prosegue la parlamentare – nei limiti delle rispettive responsabilità, ho chiesto di attivarsi per avviare verifiche ad hoc sia sul fronte delle indagini epidemiologiche sia, più urgente, su quello dell’accertamento del livello di radioattività e della presenza eventuale di cancerogeni in grado di contaminare le matrici ambientali nelle adiacenze dell’ingresso della vecchia zolfara e, in caso di positività, anche all’interno».
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