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Chi vuol mandare a casa Oliverio

Gioco di percentuali (arbitrarie) per capire le posizioni dei consiglieri regionali in vista di una possibile mozione di sfiducia. E con l’appuntamento delle Regionali dietro l’angolo

Pubblicato il: 23/07/2018 – 16:17
Chi vuol mandare a casa Oliverio

REGGIO CALABRIA Oliverio ha ancora una maggioranza? Quali e quanti sono i consiglieri regionali disposti a mettere fine a questa esperienza politica e amministrativa? L’opposizione vuole davvero chiudere la legislatura anzitempo, o l’intera assemblea preferirà conservare la poltrona (non si sa cosa potrà succedere in futuro) almeno per un altro anno e mezzo?
Sono queste le domande che circolano, insistenti, tra addetti ai lavori e semplici cittadini all’indomani dell’indiscrezione, filtrata da fonti vicine alla Cittadella, secondo cui il governatore sarebbe pronto a sottoporsi a una mozione di sfiducia per verificare la consistenza della sua maggioranza o, secondo un’altra ipotesi, per mettere con le spalle al muro i dissidenti (i Moderati, ma anche Guccione e i malpancisti del Pd) e rivelare, per questa via, la pochezza dei loro progetti autonomisti e la strumentalità del loro dissenso.
Non sappiamo se, alla fine, Oliverio darà davvero seguito al suo proposito. Abbiamo comunque deciso di fare un gioco di percentuali per scoprire quale sarebbe – a nostro arbitrario avviso – l’esito del voto su una possibile mozione di sfiducia.
L’analisi delle singole posizioni dei consiglieri regionali è una libera interpretazione – basata sulle informazioni che abbiamo su di loro e sulla conoscenza del loro percorso politico e dei progetti futuri –, scientificamente non fondata (e come potrebbe esserlo?) e, ovviamente, soggetta a margini di errore. Ma crediamo anche che questo “gioco” – che ha comunque a che fare con una questione molto seria – possa essere una valida guida rispetto a ciò che sta avvenendo nella politica calabrese, alle prese con una crisi economica e sociale imponente, con la progressiva destrutturazione del vecchio sistema-partito e – preoccupazione non da poco per l’attuale classe dirigente di Palazzo Campanella – con la necessità di trovare una collocazione utile a una rielezione nel 2019.
Sotto, trovate le nostre schede con le percentuali; in fondo, le conclusioni.
GIUSEPPE AIETA, PD Negli ultimi mesi, la sua fiducia in Oliverio è stata messa a dura prova, soprattutto a causa di scelte non condivise nella formazione della seconda giunta e per via della eccessiva autonomia concessa a una burocrazia regionale troppo disinibita. Adesso, tra lui e il governatore sembra tornato il sereno. Sarà, probabilmente, uno degli ultimi ad abbandonare la barca.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
GIOVANNI ARRUZZOLO, AP I suoi silenzi (rarissimi i suoi interventi in aula) hanno dimostrato che è un mite, poco propenso alle scelte radicali. Dopo più di tre anni da embedded alla maggioranza, con il suo gruppo è passato all’opposizione, ma la differenza non si è vista. Fosse per lui, la legislatura potrebbe trascinarsi fino al 2050.
Possibilità che voti la sfiducia: 10%
MIMMETTO BATTAGLIA, PD È l’eterno scontento del Pd. Oliverio lo ha blandito più volte senza mai tenerlo in una seria considerazione politica. Lui ha protestato, si è arrabbiato, ha mandato messaggi di disapprovazione, ma mai in forma pubblica; sicché, la sua sembra essere diventata una silenziosa fronda personale, più che una differenziazione rispetto alle mancanze del governatore e della sua giunta. Oliverio, insomma, può riattirarlo a sé con buone probabilità di successo.
Possibilità che voti la sfiducia: 15%
MIMMO BEVACQUA, PD Nessuno si aspettava la sua “autosospensione” dal gruppo pd, nessuno ha capito dove voglia andare a parare, ora. Ufficialmente è ancora organico alla maggioranza di Oliverio, però mantiene contatti stretti con i dissidenti. A parere di molti, non sa bene che pesci pigliare. Ma forse ha una strategia.
Possibilità che voti la sfiducia: 10%
ARTURO BOVA, DP Crede nella rinascita di Leu e crede in Oliverio: solo che le due cose non appaiono conciliabili. Vuoi perché il governatore, più che dalla sinistra, pensa che la sua riaffermazione elettorale passi dal civismo, vuoi per la scarsa organizzazione del partito di Grasso e Stumpo, la domanda è sempre lo stessa: che fare in futuro, dove andare? Una domanda che assilla molti.
Possibilità che voti la sfiducia: 5%
VINCENZO CICONTE, PD Ha modi diversi da Guccione, ma certo nemmeno lui ha mai digerito la “cacciata” dalla giunta dopo lo scoppio di “Rimborsopoli”. È, a pieno titolo, una spina nel fianco del governatore. Adesso, si dice, è pronto, con… Guccione, ovviamente, a creare un nuovo gruppo per costringere il presidente a “trattare”. Dicono sia pronto ad avventure elettorali lontano dalle liste pd, ma per ora sono solo chiacchiere. Di certo, è un’incognita politica.
Possibilità che voti la sfiducia: 50%
MAURO D’ACRI, OLIVERIO PRESIDENTE Gli interessa l’agricoltura e basta.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
FRANCESCO D’AGOSTINO, OLIVERIO PRESIDENTE Ha già riferito a molti di non essere interessato a una seconda candidatura. L’inchiesta giudiziaria che l’ha coinvolto, e da cui è uscito pulito, lo ha molto scosso. Non è un professionista della politica e vorrebbe tornare alla “semplicità” del suo lavoro di imprenditore. Ora che è presidente di commissione, però, non ha certo l’intenzione di chiudere l’esperienza anzitempo.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
SINIBALDO ESPOSITO, AP È un rappresentante autorevole della cosiddetta “opposizione responsabile”. Mai un tono di voce oltre soglia, mai un giudizio personale sugli avversari, mai una uscita inopportuna, sempre interventi di merito. È stato, fin dall’inizio, un consigliere pronto a integrare l’azione della giunta senza posizioni strumentali. La sua area politica, tuttavia, scalpita e cerca di preparare il campo per la candidatura a governatore di Piero Aiello, suo grande amico e sodale politico. Se da Catanzaro dovesse infine arrivare l’ordine di staccare la spina, con ogni probabilità non si metterebbe di traverso.
Possibilità che voti la sfiducia: 50%
GIANLUCA GALLO, CDL Ha riconquistato uno scranno dopo un lungo braccio di ferro con Graziano. È ambizioso, vuole fare politica e sa di avere poco tempo a disposizione per recuperare il terreno perduto e giocarsela alle prossime Regionali. In Aula, interviene su ogni argomento, anche sul sesso degli angeli. Non ha intenzione di fare a meno di questo palcoscenico.
Possibilità che voti la sfiducia: 20%
PINO GENTILE, AP Da politico fin troppo navigato, non è mai entrato in alcuna polemica politica e continua a vivere il suo ruolo con un saggio distacco. I colleghi lo trattano come un oracolo e con riverenza. Alla politica non ha niente da chiedere: se dovesse decidere di “bocciare” Oliverio, sarà in virtù di un’analisi politica e non per un mero riposizionamento personale (dopo 6 legislature, è più facile).
Possibilità che voti la sfiducia: 50%
GIUSEPPE GIUDICEANDREA, DP Una parte consistente del suo partito, il Pd, non lo può soffrire. I nemici li ha praticamente in casa: su tutti, Nicola Adamo e Luigi Guglielmelli; ed è un guaio perché – in particolar modo il primo – hanno dimostrato di avere un forte ascendente sul governatore. Anche lui è a caccia di una riconferma, e allora cerca quello spazio che i dem ostili vorrebbero togliergli facendo leva su operazioni di rottura, vedi la proposta sui vitalizi. Ripeterà l’esperienza di Dp anche nel 2019. Ma ha bisogno di tempo per trovare gli uomini giusti.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
ORLANDINO GRECO, OLIVERIO PRESIDENTE Da coscienza critica della maggioranza (prima parte di legislatura) si è via via trasformato in un fedelissimo – lui preferirebbe definirsi lealissimo – del presidente della Regione. È il più attivo nel cercare di mettere insieme una coalizione ancora vincente e per farlo, secondo lui, è necessario togliere le mele marce dal cesto. Meglio pochi ma buoni, va ripetendo. Sa anche, però, che chi va via porta con sé anche i voti. Come Giudiceandrea, pure lui ha bisogno di tempo.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
CARLO GUCCIONE, PD Lo scontro con Oliverio, ormai, non è più politico: è diventato personale. Non si salutano più, covano l’astio comune a tutte le ex amicizie. Chi li conosce bene assicura: non saranno mai più alleati. Ecco perché sta cercando di mettere in piedi un polo civico, trasversale e di sinistra (ma può esistere questa macedonia politica?) per ritagliarsi un nuovo spazio politico. Il rischio è alto, ma indietro non si può tornare. Per cui, meglio approfittare dell’attuale debolezza del suo avversario.
Possibilità che voti la sfiducia: 95%
NICOLA IRTO, PD È giovane ma non è un rivoluzionario; è responsabile senza rinunciare alla critica (velata ma comunque incisiva, come richiede il suo ruolo di presidente super partes). Ai compagni del Pd va dicendo che, per mettere in discussione Oliverio, servono ragioni politiche, di merito. In pochi se ne sono persuasi. La sua volontà è di portare avanti fino alla fine legislatura e presidenza, nella speranza che, nel frattempo, il Pd cresca nei sondaggi.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
MICHELE MIRABELLO, PD I problemi, più che in Consiglio, li ha nel suo feudo, il Vibonese. Alcuni dei suoi sostenitori, tra cui l’ex deputato Censore, vogliono candidarsi nel 2019, e lui è giustamente preoccupato. Oliverio gli può dare una grande mano: non lo tradirà mai.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
ENNIO MORRONE, FI Nessuno sa più in quale partito o formazione militi. Alcuni dicono che, al prossimo giro, voglia mandare avanti il figlio, Luca. Ma, per adesso, non c’è fretta.
Possibilità che voti la sfiducia: 5%
GIUSEPPE NERI, DP Insieme a Scalzo e Sergio, ha scatenato un nuovo caos nella maggioranza. Tra i tre dissidenti, lui sembra il più agguerrito, anche disposto a scelte drastiche. Ci sono però i margini per una sua “normalizzazione”: le colombe del suo entourage credono di poterlo spingere verso posizioni più miti. Se ne saprà di più nelle prossime settimane.
Possibilità che voti la sfiducia: 70%
ALESSANDRO NICOLÒ, MISTO Anche lui, come Esposito, fa parte di quella cerchia di consiglieri interessati al merito delle vicende, più che alle dispute personali e politiche. Certo è che, dopo lo sgarbo ricevuto da Fi, l’ex partito che avrebbe potuto portarlo in Parlamento, questa legislatura regionale non sembra dargli più soddisfazioni. Forse vuole rimettersi in gioco con Fratelli d’Italia e, grazie alla nuova formazione, ottenere un alto riconoscimento istituzionale dopo anni di militanza in Consiglio.
Possibilità che voti la sfiducia: 60%
GIOVANNI NUCERA, LA SINISTRA Sornione, apparentemente defilato ma sempre al corrente di quel che succede nel sottobosco della politica regionale. Sembra sicuro del fatto suo anche per il futuro. E poi con Oliverio ha un ottimo rapporto, perché chiudere prima?
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
MARIO OLIVERIO, PD Si guarda allo specchio e si piace molto. Ripete il suo vangelo ma i discepoli sono diminuiti. Ma, a parer suo, il dogma non ne esce scalfito. Potrebbe optare per la provocazione estrema, mettendo a nudo la “vigliaccheria” politica dei suoi detrattori.
Possibilità che voti la (sua) sfiducia: 90%
FAUSTO ORSOMARSO, MISTO Va fiero della sua coerenza, è orgoglioso e mena vanto della sua fedeltà agli ideali di una destra sociale che, forse, non esiste più. Ultimamente, in aula, ha detto che Oliverio è «un incapace». Alla prova della verità non potrebbe tirarsi indietro.
Possibilità che voti la sfiducia: 100%
CLAUDIO PARENTE, FI È tornato in Consiglio pochi giorni fa, non dategli fastidio con questi discorsi.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
VINCENZO PASQUA, MISTO È il primo mattoncino che si è staccato dal muro della maggioranza oliveriana. Ormai è calato appieno nel suo ruolo di oppositore, ma sempre nel merito delle questioni. Certo, le elezioni anticipate sono una cosa seria, ma lui pare avere già in tasca un accordo con il centrodestra. Si vedrà.
Possibilità che voti la sfiducia: 70%
GIUSEPPE PEDÀ, CDL Anche lui, come Parente, è appena arrivato. E, durante l’ultimo Consiglio, ha anche trovato il modo di ringraziare Oliverio per l’aiuto ricevuto ai tempi in cui era sindaco di Gioia. Non sembrano esserci le condizioni per un esito traumatico.
Possibilità che voti la sfiducia: 20%
SEBI ROMEO, PD Non scherziamo.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
NAZZARENO SALERNO, AP Difficile che, dopo l’arresto e il complicato ritorno in assemblea, abbia la voglia di riaffrontare una nuova competizione elettorale.
Possibilità che voti la sfiducia: 0%
ANTONIO SCALZO, PD Sarà il neo capogruppo dei “Moderati per la Calabria”. Dopo il brutto trattamento che gli ha riservato il suo partito al tempo in cui era presidente del Consiglio, ha riottenuto un ruolo: lo userà per le Regionali 2019.
Possibilità che voti la sfiducia: 15%
FLORA SCULCO, CIR Dopo anni di incomprensioni, ha stretto un patto di non belligeranza con il governatore, dietro la promessa di ottenere più finanziamenti per Crotone. Per ora, l’accordo regge senza scossoni. Ma il prosieguo del rapporto dipende, principalmente, da Oliverio.
Possibilità che voti la sfiducia: 20%
FRANCO SERGIO, OLIVERIO PRESIDENTE Tutti lo definiscono con una locuzione: persona seria. Una persona seria che non ha intenzione di sostare ancora nel limbo in cui Oliverio lo avrebbe sospinto. È anche un tipo ragionevole ma, pure in questo caso, tutto dipende dall’approccio del presidente…
Possibilità che voti la sfiducia: 60%
MIMMO TALLINI, FI Il primo oppositore dell’opposizione: su questo, nessun dubbio. Ma l’exploit del M5S alle Politiche di marzo, di cui lui stesso è stato vittima, lo ha convinto della necessità di una riorganizzazione generale di tutte le forze moderate. Secondo lui, il centrodestra deve “ripensarsi”, e deve farlo in fretta. Per ora, tuttavia (a causa della litigiosità degli aspiranti candidati alla presidenza), il progetto non è ancora iniziato. Ecco perché bisogna andarci piano con i colpi di testa.
Possibilità che voti la sfiducia: 40%
CONCLUSIONI
Le nostre percentuali (arbitrarie, lo ripetiamo) non lasciano spazio ai dubbi: Oliverio, anche se dovesse sottoporsi alla sfiducia, continuerebbe a governare (bene o male, il giudizio non dipende da noi) fino alla fine del mandato, con buona pace di tutti.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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