Nell’“inferno dei vivi” di Catanzaro lo Stato fa fatica a entrare, e quando riesce a entrare fa fatica a farsi capire e a farsi amare. La consegna di 14 alloggi popolari a viale Isonzo 222, nel “cuore di tenebra” della periferia a sud del capoluogo calabrese, diventa l’occasione per toccare con mano la disperazione e la sofferenza sociale. E il senso di abbandono che le istituzioni, nessuna esclusa, trasmette in questo lembo desolato di città che ogni tanto protesta sapendo che la sua protesta svanirà appena i riflettori si spegneranno.
LA RABBIA DEI “DIMENTICATI” E protesta anche oggi che l’Aterp, in forza di un protocollo di legalità siglato nel dicembre 2016 tra Prefettura, Comune e Regione, consegna altri appartamenti agli aventi diritto in base a una graduatoria del Comune, dopo i 40 appartamenti già consegnati a febbraio, nella fase iniziale di attuazione del progetto. I “big” istituzionali si tengono alla larga da un evento che si dipana in un’atmosfera da dopoguerra, tra palazzine devastate come dopo un bombardamento, discariche a cielo aperto e a perdita d’occhio, strade dissestate e una generale sensazione di degrado, anche umano. Per la consegna ufficiale dei 14 alloggi alla vigilia erano annunciati anche il governatore Mario Oliverio e il sindaco Sergio Abramo, ma né l’uno né l’altro si fanno vedere, probabilmente anche perché avvisati del fatto che non era aria…: in loro vece, a metterci la faccia, ci sono rispettivamente l’assessore regionale ai Lavori pubblici Roberto Musmanno, e l’assessore comunale al Personale Danilo Russo, oltre al commissario dell’Aterp Ambrogio Mascherpa e a rappresentanti della Prefettura e delle forze dell’ordine. Che presidiano “militarmente” l’area perché il clima è rovente (e non è un fatto meteorologico) e la rabbia è tanta: e infatti un gruppo di residenti sbotta richiamando rumorosamente l’attenzione dei cronisti, dei fotografi e degli operatori ed elencando ad alta voce tutto quello che non va: dalla raccolta dei rifiuti (che qui, in realtà, non si raccolgono) all’erogazione dell’acqua, dal disastro del manto stradale all’insicurezza generale che trasforma viale Isonzo 222 in una “enclave” della criminalità quando le luci dell’illuminazione pubblica (quelle poche funzionanti) si spengono e il resto della città va a dormire. Ma non qui, nella Catanzaro “sommersa”, nella Catanzaro degli ultimi che non saranno mai i primi, nella Catanzaro lontana dal palazzo del Comune e della Regione e da tutti gli altri palazzi che contano: qui, a viale Isonzo 222 le istituzioni, semplicemente, ancora non ci sono.
LA CONSEGNA DEGLI ALLOGGI Ma c’è anche chi non si arrende e cerca di marcare la presenza dello Stato con la consegna di questi 14 alloggi popolari che – come spiega l’assessore Musmanno – «vuole essere non un punto di arrivo ma di partenza». Il commissario dell’Aterp Mascherpa evidenzia come «questa iniziativa rientra tra i metodi che abbiamo individuato per affrontare l’emergenza abitativa». Sempre Musmanno rimarca «il dato della restituzione al patrimonio pubblico di significative unità abitative in un quartiere complicato, pur nelle ristrettezze di bilancio. Ora bisogna sedersi attorno a un tavolo anche con il Comune per venire incontro alle altre esigenze di quest’area». A sua volta, l’assessore comunale Russo spiega come «non mancano le criticità ma l’amministrazione è impegnata in prima linea, confidando anche sul senso civico dei cittadini». Ma intanto la scena la ruba quell’auto rosso fuoco tristemente abbandonata davanti un palazzo senza più infissi e senza più abitanti.
Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it
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