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M5S: «Maladepurazione a Cosenza e Rende»

Il deputato Melicchio e il consigliere Miceli attaccano i sindaci e la Regione: «Cambiare la gestione consortile»

Pubblicato il: 24/07/2018 – 15:20
M5S: «Maladepurazione a Cosenza e Rende»

COSENZA II deputato M5S Alessandro Melicchio e il consigliere comunale di Rende Domenico Miceli definiscono «critico» lo stato della depurazione in Calabria.«È vergognoso in particolare, per quanto riguarda l’area urbana cosentina, il disastro prodotto – scrivono in una nota Melicchio e Miceli – dalla gestione partitica del Consorzio Vallecrati e del dipartimento regionale preposto, e la responsabilità non può che ricadere sui sindaci di Cosenza e Rende e sul governatore Oliverio». Il parlamentare Melicchio sottolinea che «i dati del monitoraggio svolto lungo le coste calabresi da Goletta Verde tra il 10 e il 13 luglio sono impietosi: in Calabria su 22 punti monitorati oltre la metà risultano inquinati. In particolare i tecnici di Legambiente rilevano un forte inquinamento alla foce del Crati».
«Giova ricordare – si legge poi nella nota – che il depuratore consortile “Valle Crati” del capoluogo Cosenza e della città di Rende, sito in località “Coda di volpe”, scaricava liquami e fanghi direttamene nel Fiume Crati, il più lungo della Calabria, per come accertato dall’inchiesta dei Carabinieri forestali del colonnello Giorgio Borrelli: ben 141 casi di sversamento illecito in soli due mesi, attività che, stando alle risultanze del procuratore della Repubblica Spagnuolo e del procuratore aggiunto Manzini, venivano realizzate secondo precise direttive impartite agli operai addetti alla manutenzione». «Ma gli interventi previsti su Rende – continua Melicchio – parlano di un avvio dei lavori solo nel dicembre 2019 e di un’uscita prevista dalla procedura d’infrazione a cui ci condanna l’Europa nel giugno del 2023». Il consigliere Miceli rincara la dose: «Sulla depurazione il Consorzio Vallecrati ha fallito e il sindaco Manna, che fa parte a pieno titolo – membro di diritto – del cda, deve prenderne atto e assumersi le relative responsabilità, perché le decisioni prese dal Consorzio, molte delle quali incomprensibili, per estensione sono proprie anche della sua amministrazione. Se il Consorzio non è in grado di far funzionare l’impianto di depurazione sito nel Comune di Rende, il Consorzio va sciolto immediatamente. Tutelare il territorio del Comune di Rende e non solo quello visto che il Crati attraversa molti altri Comuni, è obiettivo primario del Movimento 5 Stelle. Se la gestione consortile non cambia, a partire dal suo presidente, meglio porre fine alla sua esistenza e renderci autonomi per quel che riguarda la depurazione delle acque che, precisiamo, deve essere gestita dal pubblico e non dai privati». I due esponenti del M5S segnalano infine «come la disponibilità finanziaria per poter uscire dalle procedure di infrazione europea sia a disposizione degli amministratori fin dal 2012, con la delibera Cipe n.60, ma l’incapacità prettamente politica di (mala)gestione della depurazione ci ha condotti fin qui. Saremo presenti alla manifestazione di mercoledì davanti al depuratore consortile di Rende – concludono Melicchio e Miceli – e verificheremo le informazioni divulgate dai membri dei Comitati per quanto riguarda i vincoli propri di quelle aree dov’è previsto il potenziamento del depuratore».

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