ROMA Il ministero dell’interno dovrà consegnare al Tar del Lazio tutti gli atti che nel marzo scorso hanno portato allo scioglimento del Comune di Scilla per presunte infiltrazioni della criminalità organizzata. L’hanno deciso i giudici amministrativi che hanno concesso tre mesi di tempo per ottemperare alle richieste, fissando già a maggio 2019 l’udienza di merito per la decisione del ricorso proposto dall’ex sindaco Pasqualino Ciccone, dagli ex componenti la sua giunta Girolamo Paladino, Maria Salvaguardia, Domenico Scarano e Maria Gattuso, nonché dagli ex consiglieri Filippo Cotroneo e Giuseppe Federico.
Gli ex amministratori impugnano il decreto del Presidente della Repubblica del 22 marzo 2018 con il quale sono stati sospesi gli organi elettivi «considerato che, dall’esito di approfonditi accertamenti – si legge – sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale»; nonché tutti gli atti precedenti e successivi, compresi i verbali delle riunioni tecniche di coordinamento dei vertici delle Forze di Polizia, la relazione della Commissione di indagine e il decreto prefettizio di sospensione. Il Tar, considerato «che gli atti istruttori, sulla base dei quali e’ stato emanato il provvedimento impugnato, costituiscono provvedimenti la cui conoscenza in forma integrale è propedeutica alla difesa in giudizio delle parti ricorrenti nell’ambito dell’odierna controversia» e ritenuto «di ordinare all’amministrazione il deposito della detta documentazione, in versione integrale e fermo il rispetto delle cautele imposte dalla natura classificata del testo», ha assegnato «per il deposito il termine di novanta giorni dalla comunicazione e/o notificazione della presente ordinanza, con una allegata copia cartacea». Udienza rinviata per la discussione del merito della controversia l’8 maggio 2019.
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