LAMEZIA TERME È una boccata d’ossigeno per un centinaio di lavoratori ex lsu-lpu, ma anche per i sindaci di 17 Comuni che, non avendo certezze sulla futura stabilizzazione, seguendo i dettami della “legge” Madia non avevano prorogato contratti dei precari per il 2018. Il dipartimento Lavoro della Regione ha ottenuto il via libera del ministero del Lavoro per l’utilizzo di poco più di 1,5 milioni di euro che potranno essere usati dai 17 Comuni per pagare gli stipendi degli ex lsu-lpu non contrattualizzati fino a dicembre del 2018. Contestualmente, gli uffici della Cittadella hanno predisposto la convenzione da siglare con gli enti locali per l’utilizzo di questi lavoratori in attività socialmente utili e di pubblica utilità.
La convenzione è allegata al decreto firmato il 26 luglio dal responsabile del procedimento Pasquale Capicotto e dal dirigente Roberto Cosentino. In sostanza nelle scorse settimane il Ministero aveva comunicato alla Regione di avere delle risorse residue da destinare ai precari, e il dipartimento Lavoro in risposta aveva chiesto di poterle usare per coprire finanziariamente l’utilizzazione dei lavoratori che i sindaci “ribelli” non avevano prorogato per il 2018 non cedendo alle pressioni della politica. A norma di legge, non procedendo alla proroga oltre il limite dei 36 mesi, questi sindaci avevano ragione e a chiarirlo sono state anche alcune circolari ministeriali: la legge Madia, in soldoni, dice che si può prorogare il contratto solo nel caso in cui si metta nero su bianco un piano di stabilizzazione completo di copertura finanziaria e previsioni di pianta organica, cosa che pochissimi Comuni sono in grado di garantire. In molti, fidandosi delle rassicurazioni della politica regionale, hanno prorogato ugualmente i contratti – esponendosi anche ad eventuali contenziosi legali, ed è facile intuire che il problema si ripresenti, come ogni anno, a dicembre – e per i lavoratori contrattualizzati la Regione ha già dato via libera al decreto (lo abbiamo scritto qui) per permettere agli enti che hanno prorogato per il 2018 di attingere al finanziamento statale da 50 milioni di euro.
Per i pochi sindaci che non hanno voluto fare forzature, e per i lavoratori rimasti di conseguenza in una sorta di limbo, una prima soluzione era arrivata nei mesi scorsi (qui la notizia) con l’autorizzazione da parte della Regione ad erogare i sussidi per i primi mesi del 2018 attingendo a un contributo complessivo di 142mila euro. Adesso invece, con l’autorizzazione a utilizzare la somma di 1.543.870 euro, i Comuni “ribelli” (3 nel Catanzarese, 8 nel Cosentino, 5 nel Vibonese e 1 nel Crotonese) avranno i fondi per pagare gli stipendi ai lavoratori fino alla fine dell’anno. Un provvedimento che va a sanare una situazione che non era affatto facile per lavoratori e amministratori locali, anche se ovviamente resta in tutta la sua drammaticità il problema – politico e “tecnico” – di una stabilizzazione che è ancora un miraggio per circa 5mila precari che in alcuni casi hanno lavorato per 20 anni “in nero” per lo Stato.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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