COSENZA È la prima “decina” di libri nella sua casa. Un giorno storico per la fondazione “Premio Sila” che un via salita liceo 14, nel cuore del centro storico di Cosenza, affida al critico letterario e scrittore Emanuele Trevi la presentazione dei dieci libri in lista. Estate e primi scampoli d’autunno di letture per i membri della giuria e del comitato lettori che daranno le indicazioni sulla “cinquina” finalista prima delle due giornate conclusive del 30 novembre e 1 dicembre. Lì a “salita liceo”, tra i libri della fondazione Banca Carime, tutti ordinati nella libreria a muro, per la prima volta i cosentini hanno salito le scale in tufo incuriositi dalla pila di libri. E l’appuntamento commuove e non poco il presidente della fondazione, Enzo Paolini, che saluta i librai della Ubik di Cosenza che in questi anni in cui il premio è rinato, hanno ospitato nella loro libreria la presentazione della decina. «Continueremo a collaborare, ma questa è la casa dei lettori e di chi avrà voglia di animarla». Libri sparsi sul tavolo, per l’avvocato Paolini la decina è di «altissima qualità, non solo valutando i nomi, ma osservando le storie che ci sono dietro. Storie che parlano del nostro Paese, e del suo impegno civile. Tutto ovviamente si intreccia nello scopo e nella missione che il “Premio Sila” vuole realizzare: raccontare il Paese attraverso la cultura e i libri». Cosenza grazie al lavoro della fondazione non ha rinunciato ad un premio che ha negli anni maturato importanza e peso in ambito letterario. Ed è proprio a questo legame con la città che il presidente non vuole rinunciare. «La presentazione della decina nella nostra sede a Cosenza, nel centro storico, è simbolo di quanto noi siamo legati a questa città. Gli esperimenti nelle mura antiche – continua Paolini – non mancano, pensiamo alla Ztl, però noi non possiamo tirarci indietro nel dare il nostro contributo con le nostre attività letterarie e culturali».
LA DECINA Al tavolo con la direttrice del premio Gemma Cestari e con Paolini siede il critico e scrittore Emanuele Trevi. «Ogni anno si ha la sensazione che arrivare a dieci sia una impresa – dice Trevi –. A differenza di quello che può succedere nel cinema il setaccio critico per dieci romanzi in pochi mesi è impegnativo, però al “Premio Sila” riusciamo attraverso un lavoro collettivo a raggiungere una quadra sui romanzi da proporre». La decina di volumi per il 2018 è composta da: Roberto Alajmo con “L’estate del ‘78” edito da Sellerio; Marco Balzano con “Resto qui” (Einaudi); Paolo Giordano con “Divorare il cielo” (Einaudi); Lia Levi, autrice di “Questa sera è già domani” (Edizioni E/O); Stefano Massini con “L’interpretatore dei sogni” (Mondadori); Francesca Melandri e “Sangue giusto” edito da Rizzoli; Paolo Nelli con “Trattato di economia affettiva” (La nave di Teseo); Davide Orecchio e il volume “Mio padre, la rivoluzione” (Minimum Fax); Tiziano Scarpa con “Il cipiglio del gufo” (Einaudi); Sonia Serazzi con “Il cielo comincia dal basso” (Rubbettino). «Tutte le manifestazioni in cui si parla di libri sono importanti – Trevi –. Solo in questo modo si crea una capacità di durata con i lettori che nel mondo sono sempre più in calo. Ci dobbiamo preoccupare più del calo generazionale di chi si appresta alla lettura che non di quello statistico».
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