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REGGIO CALABRIA La critica nei confronti di Oliverio e della sua giunta è decisa, puntuale, a tratti anche feroce. Ma loro lo chiariscono e lo ripetono: niente opposizione, «restiamo in maggioranza». Antonio Scalzo, Franco Sergio e Peppe Neri, però, fissano dei paletti ben precisi per il prosieguo della legislatura. E mandano un messaggio al governatore, al fine di spingerlo a modificare il suo rapporto con il consiglio regionale – e la sua quanto meno fragile maggioranza – puntando su quella «collegialità» nelle scelte che Oliverio aveva garantito nell’ultimo vertice di maggioranza ma che, per dirla con Sergio, «non ha fatto cambiare la musica: quei proponimenti non sono stati mantenuti».
I tre membri del nuovo gruppo dei Moderati per la Calabria ribadiscono la piena adesione al centrosinistra e il loro diritto di fare «autocritica», che, dice Scalzo, rappresenta sempre «un momento di forza». Tutti nicchiano sulle indiscrezioni che li vorrebbero in trattativa con il centrodestra per una candidatura alle prossime Regionali. Così come rimangono sul vago quando si affronta il tema di una possibile conta per verificare la solidità di questo esecutivo. È ancora Scalzo a chiarire la posizione del gruppo: «Votare la sfiducia a Oliverio? Non è la sede né il momento politico per affrontare la questione. Quando si presenterà il problema, diremo qual è la nostra posizione, con senso di responsabilità e rispettando il mandato popolare». «Siamo nella maggioranza – aggiunge Neri –, ma vogliamo riproporre le questioni affrontare durante la riunione alla Cittadella: al momento, di tutto quello che è stato promesso non è stato fatto nulla». «Il problema – puntualizza Sergio – non è dare o non dare la fiducia, quanto quello di poter avere un ruolo, di poter rappresentare i cittadini». E Oliverio, secondo i Moderati, non avrebbe lasciato spazio agli eletti: da qui la decisione di far nascere il nuovo gruppo.
PROTAGONISTI I Moderati vogliono essere «protagonisti attivi nel dibattito calabrese», spiega ancora Scalzo. «La società ha bisogno di voci chiare, schiette e coerenti. La crisi che interessa la Calabria non ha avuto risposte strutturali, dalle politiche sociali al lavoro, alla sanità, alla efficacia della burocrazia. Una crisi che ha bisogno di risposte politiche e di una assunzione di responsabilità. Noi rivendichiamo un nuovo metodo di lavoro, fondato sulla collegialità e sul confronto politico alto. Questo è un metodo inderogabile». Per Scalzo, è stata «condivisibile» la scelta di puntare su una giunta tecnica all’indomani dell’inchiesta Rimborsopoli (che coinvolse gli assessori De Gaetano, Guccione e Ciconte); un po’ meno comprensibile è, invece, la decisione di varare il secondo esecutivo dei professori. «Le misure straordinarie – dice ancora l’ex presidente del Consiglio – devono avere una fine. I tecnici mortificano la politica e la delega dell’elettorato». I Moderati, dal canto loro, si sentono vicini alla «dottrina sociale della Chiesa» e la loro azione politica sarà incentrata su «famiglia, istruzione, lotta alle disuguaglianze e alla mafia, meritocrazia». «Il nostro – sottolinea ancora Scalzo – è un gruppo riformista, che guarda al futuro senza populisti e demagogia».
NO SPAZI DI POTERE Con questa nuova formazione, ribadisce Sergio, «non cerchiamo spazi di potere: non vogliamo niente e non abbiamo chiesto niente. Vogliamo solo essere da stimolo per realizzare quel cambio di passo che non siamo riusciti a determinare in questi anni. Non siamo voltagabbana, stiamo nella maggioranza, ma non siamo neanche soldatini che stanno in silenzio». E infatti la stoccata a Oliverio arriva subito dopo: «Il presidente ha fatto dichiarazioni farneticanti quando ha spiegato di dover dare conto solo ai calabresi che lo hanno eletto. Ma a noi non ci ha mica portato la cicogna…».
La critica riguarda, insomma, «lo scollamento tra il lavoro della giunta e il Consiglio», che produce una delegittimazione della rappresentanza che «non possiamo più tollerare, non per una questione di calcolo, ma per una questione di dignità politica». «Io – continua Sergio – voglio essere rispettato per il mio ruolo, che non ho barattato: sono stato scelto dai cittadini e intendo rispettare questo mandato, senza condizionamenti né timori reverenziali né consociativismi. Non sono uno yesman». Non manca, del resto, una narrazione diversa rispetto a quella ufficiale: «Siamo in ritardo nella spesa comunitaria, nei bandi e nei pagamenti. Come si cresce se gli investimenti non partono? Mancano 15 mesi alla fine della legislatura, e sarebbe antipatico fare la fine del governo precedente, sarebbe una sconfitta che farei fatica a cucirmi addosso».
NESSUN RICATTO Ci pensa Neri a offrire altre precisazioni sui motivi che hanno portato al battesimo dei Moderati: «Questo gruppo non nasce per avanzare pretese o per ricattare. Vuole invece portare avanti temi fondamentali e applicare un metodo di lavoro diverso. Al netto delle cose fatte, fino a ora tra giunta e consiglieri è mancata la comunicazione, una mancanza che non ha permesso di capitalizzare il lavoro realizzato. Noi chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di fare quello per cui abbiamo ricevuto il mandato elettorale, niente di più. Nessuno vuole mettere il cappio alla giunta, ma i grandi temi devono essere discussi con la maggioranza. La debolezza nostra, il voler metterci da parte, non comporta un aumento di potere per chi vuole gestirlo nelle piccole stanze. Sanità, programmazione comunitaria, ambiente: sono i temi più importanti per i cittadini ed è su questi che ci concentreremo».
Il primo impegno dei Moderati, assicura Neri, riguarderà proprio la sanità: «Attendiamo la proposta della giunta per confrontarci, ma intanto siamo pronti a presentare la nostra idea. È un tema fondamentale dal quale dipendono le sorti dei cittadini, non possiamo perdere tempo: dobbiamo recuperare i ritardi accumulati».
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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