CATANZARO È sbarcata su Netflix agli inizi di dicembre e ha già ottenuto un ottimo successo di pubblico la serie tv “Bad blood” tratta dal best seller “Business or blood” dello scrittore calabrese Antonio Nicaso e di Peter Edwards. Sei puntate raccontano la storia vera della famiglia di mafia Rizzuto, originaria della provincia di Agrigento, capeggiata da don Vito, che domina su Montreal. Una storia che in Canada, dove Nicaso vive e lavora come professore universitario, ha conquistato il pubblico e che sta replicando anche in Italia il suo successo. Dai paesaggi tropicali della Colombia di Pablo Escobar la scena criminale di questa nuova miniserie si sposta nell’apparentemente tranquillo e ordinato Canada dove a contendersi il traffico di droga e la gestione del racket sono feroci bande che lasceranno una lunga scia di sangue dopo l’arresto di don Vito. L’equilibrio e la pax che il boss aveva tenuto in piedi vengono meno col suo arresto, soprattutto a causa di suo figlio, Nico Jr, una testa calda che non accetta che il padre abbia consegnato il comando al fido braccio destro Declan. Sullo sfondo politici e poliziotti corrotti, funzionari asserviti alla potente famiglia Rizzuto. La pacifica e benestante società nordamericana nasconde non pochi segreti svelati dal libro di Nicaso prima e sceneggiati poi da Simon Barry e Michael Konyves che firmano anche gli otto episodi della seconda serie. Un docu-drama di qualità, nel contorno urbano di un Quebec mozzafiato, nato da una penna calabrese nota in Italia anche per avere firmato una serie di libri sulla ‘ndrangheta insieme al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri.
ale. tru.
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