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Cgil contro Robbe: «San Ferdinando non è Riace, è l’inferno globale»

Il sindacato critica la presa di posizione dell’assessore: «La Regione assimila la condizione della baraccopoli al sistema Sprar. Basta demagogia, servono soluzioni immediate»

Pubblicato il: 05/01/2019 – 12:14
Cgil contro Robbe: «San Ferdinando non è Riace, è l’inferno globale»

GIOIA TAURO «La baraccopoli di San Ferdinando va smantellata ed ai lavoratori occorre immediatamente (non tra mesi o anni) dare luoghi sicuri». La Cgil e la Flai criticano la «semplificazione che l’assessore regionale al lavoro Angela Robbe fa della questione» (qui le sue dichiarazioni) e aggiungono: «Evidentemente quando l’abbiamo invitata alla iniziativa presso la tendopoli qualche settimana fa con in lavoratori migranti abbiamo parlato con un’altra persona. L’errore che la Regione compie, è assimilare la condizione della baraccopoli di San Ferdinando, dove persiste un diffuso sfruttamento dei lavoratori e condizioni igienico sanitarie precarie, al sistema di accoglienza degli Sprar. Bisogna conoscere – aggiunge il sindacato – le condizioni di lavoro, del trasporto dei lavoratori, del reclutamento, della invasività della ‘ndrangheta nel controllo dell’economia e del mercato del lavoro agricolo, delle condizioni di schiavitù in cui vivono i lavoratori sfruttati per fare proposte risolutive».
San Ferdinando dunque «non è il villaggio globale, ma è l’inferno globale, e quello che un sindacato serio deve fare è dare la possibilità ai lavoratori di migliorare le condizioni di lavoro, di vita e soprattutto metterli in sicurezza». «Riesce a dormire la notte – scrive la Cgil rivolgendosi all’assessore regionale – con il pensiero che domani mattina le arrivi la telefonata dell’ennesimo incendio e morte a San Ferdinando per ignavia di chi può fare qualcosa e non l’ha fatta? Noi no, caro assessore e nemmeno quei tanti che predicano da una vita di costruire un nuovo sistema di accoglienza e nel frattempo i lavoratori bruciano vivi nelle baracche. Siete al governo della Regione da 4 anni – prosegue il sindacato – e le baracche sono ancora li, come nel 2010 dopo la rivolta di Rosarno, pronte a prendere fuoco al prossimo incendio annunciato. E non si venga a dire che il problema riguarda questa o quella istituzione, o che la proposta va bene se la fa uno anziché un altro. Il problema riguarda noi tutti, è un fatto etico, umano, di responsabilità, che non va ideologizzato e contestualizzato all’attuale momento politico e va risolto con soluzioni immediate, non tra mesi e anni».
«Combattiamo ogni forma di razzismo, combattiamo quotidianamente le pulsioni razziste di Salvini, cerchiamo di risolvere i problemi che voi ogni tanto combinate, ma San Ferdinando – è la conclusione della Cgil – non può diventare terreno di scontro politico, per carità. I lavoratori vanno immediatamente tolti dalle baracche di plastica e di cartone e messi oggi in sicurezza, senza aspettare i tempi della propaganda politica e delle elezioni. Ognuno di noi vorrebbe vedere i lavoratori integrati in un ipotetico villaggio globale di Riace, ma nel frattempo, oggi, bisogna uscire dall’inferno globale di San Ferdinando. Basta demagogia caro assessore, basta propaganda, servono soluzioni immediate, oggi, non tra mesi o anni, se le avete».

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