Con l’approssimarsi della ripresa dei lavori consiliari, ritengo necessario richiamare l’attenzione sulla pratica relativa all’integrazione tra Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e Azienda ospedaliera “Mater Domini” che, per averne discusso con il presidente Mirabello, so che verrà subito calendarizzata all’odg della III Commissione-Sanità.
A questo punto, considerato il lungo e completo lavoro già fin qui svolto e le audizioni già esperite, l’iter dovrebbe procedere in modo spedito, con discussione sugli eventuali emendamenti e la definitiva approvazione in Commissione, dove, tra l’atro, sarà necessario avvalersi dell’apporto e dell’ausilio di tutti gli uffici regionali interessati, al fine di chiarire ogni aspetto che potrebbe incidere in senso negativo sul prosieguo dell’iter di approvazione.
Escludo, invece, che la questione possa essere trattata congiuntamente all’altro importante disegno di legge, in materia sanitaria, relativa all’ipotesi della riorganizzazione della rete ospedaliera, giacché ribadisco la mia convinzione che la pratica sull’integrazione sia già matura e pronta per essere portata in Consiglio (anche a detta dello stesso presidente Mirabello), sia pure dopo l’ulteriore passaggio in Commissione, mentre quella sulla generale riorganizzazione della rete, mediante l’accorpamento d’ufficio di tutti i c.d. “spoke” attualmente in capo alle Asp, nelle tre Aziende ospedaliere regionali (quindi nei relativi ospedali “hub”), presenti numerosi aspetti, sia tecnici che prettamente giuridici, che vanno esaminati con molta attenzione. Ritengo, quindi, che un’eventuale trattazione congiunta finirebbe soltanto per rallentare l’iter, sconfessando quelle ragioni di opportunità e di prudenza che hanno indotto la stessa maggioranza a condividere le preoccupazioni che, io per primo insieme a tutta l’opposizione, abbiamo espresso all’indomani della paventata decisione di liquidare una problematica così importante, inserendola nel collegato alla legge finanziaria. Se ciò non è successo, ora non si può e non si deve tornare indietro, nuovamente disincentivando quella ampia e condivisa discussione che non potrà mancare su una questione di importanza cruciale per la sanità regionale.
Auspico che la nuova struttura commissariale si ponga in linea di continuità con la precedente, che aveva sostanzialmente condiviso il contenuto della proposta relativa all’Azienda unica. All’uopo, sullo specifico tema e su ogni altra problematica in materia sanitaria, attendo un confronto sereno e propositivo, nell’interesse della Calabria, pur nel rispetto delle reciproche prerogative.
Ciò, a mio avviso, dovrà necessariamente avvenire riguardo alla questione della riorganizzazione della rete ospedaliera, laddove non solo non è stato preventivamente coinvolto il Commissario (né l’ing. Scura, peraltro ancora in carica, né il generale Cotticelli ed il sub-commissario Schael, che si apprestano a succedergli), ma, addirittura lo stesso Commissario è intervenuto con un D.c.a., il 263 del 18 dicembre 2018 (che, tuttavia – probabilmente per la pausa natalizia – ancora non è stato pubblicato sul B.u.r.c.), che ha annullato la deliberazione della Giunta regionale n. 618 del 7 dicembre 2018, recante l’Integrazione alla deliberazione di Giunta regionale n. 604 del 3 dicembre 2018 (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2019), rilevando «che detto Disegno di legge, sovrapponendosi alle funzioni del Commissario ad acta definite nel mandato conferito e contrastando con le previsioni del Programma operativo 2016/2018 di prosecuzione del Piano di rientro, contrasta con i princìpi fondamentali della legislazione statale diretti alla tutela della salute e al contenimento della spesa pubblica in materia sanitaria». Ricordo che, secondo la consolidata giurisprudenza costituzionale, il divieto di interferenza degli organi regionali con le funzioni commissariali, sia esso anche meramente potenziale e, dunque, a prescindere dal verificarsi di un contrasto diretto con i poteri del commissario, si traduce in un effetto interdittivo di qualsiasi disposizione incompatibile.
A questo punto, non vedo come si potrebbe andare a discutere un disegno di legge proposto dalla Giunta regionale, con una delibera che è stata già annullata!
Concludo, rinnovando il mio auspicio che, alla ripresa dei lavori, si vada avanti, senza indugi, e senza distrazioni, sull’integrazione tra Azienda ospedaliera ‘Pugliese-Ciaccio” ed Azienda ospedaliera “Mater Domini”, rinviando ogni altra questione, sia pure altrettanto importante, ad un esame più approfondito e sereno.
*Consigliere regionale, vicepresidente commissione Sanità
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