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Feste amare alla Cittadella: «La Regione rischia la paralisi amministrativa»

Il sindacato Csa-Cisal lancia l’allarme sui ritardi per l’adozione del Piano della Performance: «Con questa situazione di indeterminatezza si ritrova con la strada spianata chi ha qualcosa da nasco…

Pubblicato il: 06/01/2019 – 11:26
Feste amare alla Cittadella: «La Regione rischia la paralisi amministrativa»

CATANZARO Sono festività «amare» per il personale della Regione in servizio alla Cittadella. La seconda settimana di gennaio è alle porte e «ancora sono lontani dall’essere predisposti gli atti fondamentali per l’adozione del Piano della Performance (2019-2021)». Questo significa, secondo il sindacato Csa-Cisal, che «si corre il rischio di pregiudicare la produttività di dipendenti e dirigenti regionali». «In altre parole – osserva il sindacato in una nota – si sta scivolando verso la paralisi della Cittadella, proprio nel momento storico meno opportuno. Il tempo scorre e la scadenza del 31 gennaio per l’adozione del Piano incombe minacciosa. Senza la fissazione degli obiettivi l’intera macchina amministrativa è senza bussola e contestualmente non c’è trasparenza nei confronti dei cittadini che hanno diritto di conoscere (per poter valutare) i target dei vari Dipartimenti dell’ente pubblico più importante della regione Calabria».
I RITARDI SULL’ATTO D’INDIRIZZO Ad oggi, sostiene il Csa-Cisal, è stata adottata solo la delibera di indirizzo sul Piano della Performance. Lo ha fatto la Giunta nella seduta del 14 dicembre scorso. «Già questo è stato un campanello d’allarme. Un fatto mai avvenuto. Infatti, l’atto d’indirizzo dell’esecutivo – scrive il sindacato – andava approvato entro il 31 ottobre. I quasi due mesi di ritardo hanno contribuito in maniera decisiva a far slittare pericolosamente tutta la tabella di marcia per l’approvazione del Piano. L’atto deliberativo in questione contiene gli obiettivi strategici e viene predisposto dal Settore Controllo Strategico. A causa di “non meglio precisati problemi” – e per questo «meno giustificabili», aggiunge il Csa-Cisal – legati proprio al Controllo Strategico si sono persi due mesi. Ma c’è di più. Addirittura la stessa delibera di indirizzo per il nuovo Piano non è stata ancora nemmeno pubblicata. Ci risulta, come del resto spesso accade, che sia nascosta in qualche cassetto dei piani alti della Cittadella. Perché non è stata ancora pubblicata? E di tutto questo cosa ne pensa – si chiede il sindacato – la responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza? Forse è ancora in balìa delle crisi personali d’identità sulla legittimità della delibera della sua nomina e del conflitto esistenziale legato alle sue dimissioni-fake?».
IL REGOLAMENTO «OSTACOLATO» Ma ci sarebbe un altro «mistero» intorno agli atti preparatori al Piano della Performance. «Infatti – osserva sempre il sindacato –, affinché il ciclo della produttività 2019 sia valido, occorre adottare l’aggiornamento del regolamento Smivap. Si tratta del sistema di misurazione e di valutazione della performance. Senza l’approvazione da parte della Giunta, il Piano è inficiato. Cosa è successo al regolamento Smivap?». Da quanto appreso dal sindacato CSA-Cisal, il documento «è stato inviato dal Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane, Settore Controllo di Gestione, in data 22 dicembre 2017 in ottemperanza a quanto previsto dalla Legge Madia (le Regioni dovevano adeguare le nuove regole, obbligatoriamente, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge). «In effetti – si legge ancora nella nota – lo stesso Dipartimento ha osservato come la modifica al regolamento Smivap si sia arenata presso il Segretariato che avrebbe a sua volta prodotto una sequela di osservazioni pretestuose utili soltanto a diluirne l’adozione per oltre un anno. Il peggio delle lungaggini e dell’oscurantismo di certi apparati di una Pubblica Amministrazione che portano alla sfiducia dei cittadini e al malcontento dello stesso personale».
«CHI HA INTERESSE A BLOCCARLO?» «Si tenga presente – aggiunge il Csa-Cisal – che il nuovo regolamento, pronto da più di un anno, introduce importanti novità: la conciliazione, l’assegnazione degli obiettivi a tutte le strutture regionali, una nuova pesatura, il licenziamento per tre ripetute valutazioni negative. Inoltre la modifica del regolamento ha ottenuto l’approvazione, obbligatoria per legge, dell’OIV e del parere non vincolante dell’Ufficio legislativo. Il Settore Controllo di Gestione ha regolarmente inviato tutti gli atti come risulta dall’istruttoria d’ufficio. Quindi siamo di fronte ad una “pratica matura”, che a livello amministrativo possiede tutti i crismi per essere assunta». Da qui la domanda posta dal sindacato: «A chi fa gioco tenere bloccato questo regolamento? Non certo ai dipendenti e ai dirigenti che rischiano di vedersi applicati con forte ritardo gli istituti di premialità e i progetti obiettivo. Siamo altrettanto sicuri – prosegue il Csa-Cisal – che questo regolamento serva a fissare gli obiettivi nei confronti di tutti, anche in capo al Segretariato generale, al capo di Gabinetto del Presidente (e alla sua struttura), al vice-capo di Gabinetto e tutte le strutture assimilate (quelle degli assessori e dei direttori generali). Tutti saranno valutabili sulla base di elementi oggettivi. Implicitamente si instaura quindi una forma di controllo sull’attività svolta che forse non è particolarmente gradita a tutti i vertici della Cittadella regionale. Contando su questa situazione di indeterminatezza si ritrova con la strada spianata chi ha qualcosa da nascondere, o peggio, chi nutre l’ambizione di auto-valutarsi. A proposito, invitiamo il direttore generale reggente del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane ad accelerare gli incontri con gli Affari Generali dei diversi Dipartimenti regionali per predisporre e definire gli obiettivi operativi relativi al nuovo Piano 2019. Ci sono particolari impedimenti a fare queste riunioni fondamentali? E se si perde ancora altro tempo – incalza il sindacato –, al cospetto di inadempienze quali saranno le conseguenze? L’assessore al Personale è a conoscenza degli effetti negativi già prodotti da questa inerzia sull’apparato amministrativo? Consigliamo al membro della giunta di attivarsi per far cessare tutte queste lungaggini».
QUESTIONE DI TRASPARENZA Ma lo scenario di «prolungata inerzia di alcuni settori» della Regione non riguarda tutti, secondo il sindacato: «Alcuni si sono dati da fare. È il caso dei settori Controllo Strategico e di Gestione (quelli preposti alla predisposizione degli atti) afflitti dalla carenza di personale e ostacolati dalla mancata sottoscrizione della convenzione con il Formez per ritardi imputabili esclusivamente al dipartimento Programmazione che ha frapposto numerosi lacci e lacciuoli all’avvio della consulenza tecnica necessaria alla redazione del Piano. Tuttavia, il sindacato Csa-Cisal non può esimersi dal rilevare come l’efficacia e l’efficienza della Regione siano tenute sotto scacco da alcuni gangli burocratici che si arrogano il diritto di non rendere conto a nessuno. Non lo fanno nemmeno sulla stella polare di ogni pubblica amministrazione: il Piano della Performance. Arrivare alla sua approvazione – sostiene ancora il sindacato – entro la fine del mese pare impossibile. Se ciò avvenisse si produrrà una forte ingiustizia nei confronti del personale regionale. A differenza di tutti gli altri dipendenti pubblici, presumibilmente con l’accumulo del ritardo le premialità legate alla produttività non potranno essere regolarmente spalmate e valutate pienamente sui dodici mesi dell’anno. È con questo spirito che si vuole chiudere il ciclo di questa legislatura? Con quali motivazioni – osserva il sindacato – i dipendenti saranno spinti a lavorare meglio e di più, se la propria produttività viene messa così sotto i tacchi? E poi, i calabresi come faranno a valutare se i fini pubblici, quindi gli interessi collettivi sono effettivamente tutelati e perseguiti, se non sono scritti da nessuna parte, in nessun documento ufficiale? È una questione di giustizia e di trasparenza. Tutti elementi che dovrebbero indurre la Giunta regionale a darsi una mossa ed evitare il blocco amministrativo della Regione». «L’organo politico – conclude il Csa-Cisal – sarà l’unico responsabile dei ritardi (come prevede l’articolo 10 della legge Brunetta), in particolare se il Piano non adottato impedisse la realizzazione degli obiettivi nell’arco dell’annualità in corso. Si riunisca a Germaneto o San Giovanni in Fiore, non importa. La Giunta deve evitare questa sciagura. In queste settimane, la politica, per le note vicende giudiziarie, si sta affrettando a dire che non ci sarà alcun blocco nell’attività della Regione. Bene, lo si dimostri con i fatti».

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