La Calabria delle start up convince il Corriere della Sera, che dedica una serie di schede al tentativo della regione di rilanciarsi a partire dall’innovazione. Sia con progetti istituzionali, come Rosso Calabria – idea che punta sulle tante eccellenze del settore agroalimentare –, che attraverso iniziative private, alcune delle quali già conosciute (e premiate).
C’è Startup Calabria, l’acceleratore di startup creato da Luigi Mazzei e Valerio Pullano a partire dall’esperienza di Italian Startup Scene Calabria (nato il 3 aprile 2013), costola calabrese del gruppo facebook Italian Startup Scene. «L’intento di Startup Calabria – si legge sul sito web di Startup Calabria – è di accomunare startupper, venture capital, business angels, ricercatori, creativi, innovatori, blogger, studenti e chiunque voglia innovare nel territorio calabrese».
Tra le esperienze citate c’è anche Gipstech, spin off dell’Università della Calabria (ve ne abbiamo parlato anche qui), che ha progettato un sistema di localizzazione in grado di funzionare anche dove il Gps non aggancia il segnale. La startup si è aggiudicata il Techcrunch Italia, e – segnala il Corriere – anche un importante finanziamento dell’Europa per le nuove imprese. Anche Ntt Data, gigante tecnologico giapponese con una sede a Cosenza, ha deciso di investire sull’idea made in Calabria.
Anche Start Cup Calabria viene citata nel servizio del Corriere.it. La competizione itinerante organizzata da CalabriaInnova, Università della Calabria, Università Magna Græcia e Università Mediterranea è aperta studenti, laureati, docenti e neo o aspiranti imprenditori. E negli ultimi anni ha sfornato idee e risultati interessanti, contribuendo a radicare la cultura d’impresa nel territorio.
Tra le startup più affermate c’è Macingo, fondata nel 2014 e in poco tempo è diventata una delle principali piattaforme italiane di condivisione nel settore dei trasporti di merce ingombrante. Come Uber, il sito crea collegamenti tra chi deve effettuare un trasporto e gli operatori del settori compatibili con le richieste dell’utente. Lo scopo è trovare una risposta alle proprie esigenze al miglior prezzo.
Smart Label, invece, è un progetto per etichettare gli alimenti e certificarne l’origine e gli ingredienti, quindi l’autenticità. Basta avvicinare il proprio smartphone al prodotto e Smart Label, attraverso il check dell’etichetta con crittografia elevata a codice non noto, indirizzerà il cliente direttamente al sito certificato del produttore. Sarà possibile visionare un’etichetta completa di tutti i dettagli necessari per una somministrazione consapevole. La mission dell’azienda è la diffusione sostenibile dell’uso di un’etichetta professionale anticontraffazione in stabilimenti con sede in Calabria. Entro il 2024, Smart Label – che ha sede a Catanzaro – vuole diventare una B corporate con 30 dipendenti in Calabria. Nella carrellata c’è anche la reggina iDelivery, che opera nel settore delle nanotecnologie applicate ai settori della farmaceutica, della cosmetica. I due prodotti segnalati sul sito della startup sono Bulbixin, utile per contrastare la caduta dei capelli, e Lenipsor, un trattamento per la psoriasi.
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