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Fratelli dei curdi e lontani dai rancori social, il gesto “normale” di Melissa

La comunità crotonese, che nel Dopoguerra fu protagonista di drammatiche lotte contadine, finisce agli onori della cronaca nazionale per aver soccorso i 50 migranti sbarcati sulla spiaggia. L’elogi…

Pubblicato il: 11/01/2019 – 12:53
Fratelli dei curdi e lontani dai rancori social, il gesto “normale” di Melissa

TORRE MELISSA Dovrebbe essere un gesto normale, di normale umanità, ma nell’Italia di oggi evidentemente non lo è. Così la notizia (potete leggerla qui) di quanto successo giovedì a Torre Melissa, nel Crotonese, finisce per rimbalzare su moltissimi giornaloni e tv nazionali. Nella stessa provincia in cui poche ore prima una sparatoria all’ora di pranzo metteva in pericolo le vite di molti giovanissimi studenti (qui la notizia di quanto successo mercoledì nel quartiere Fondo Gesù a Crotone), a fare clamore non è la folle violenza criminale della ‘ndrangheta ma una storia di soccorso spontaneo che, per una volta, ha fatto parlare di una Calabria diversa da quella degli stereotipi che troppo spesso ingolosiscono i media nazionali. All’alba del 10 gennaio, mentre si continua a fare un gran rumore sulle cinquanta persone sballottate per giorni dall’ignavia dell’Europa davanti alle coste di Malta, una barca a vela con altrettante esistenze a bordo si arena sulla spiaggia di Torre Melissa e i cittadini di quel paese, svegliati dalle voci dei migranti curdi appena sbarcati a pochi passi dalle loro finestre, si danno subito da fare per prestare i primi soccorsi e portare al sicuro quelle persone, tra cui ci sono anche sei donne e quattro bambini, compreso un neonato.
La vita per loro finora non dev’essere stata proprio una pacchia, se si sono messi in mare rischiando la vita, e c’è da scommettere che non lo sarà neanche ora, ma quei cittadini, assieme al sindaco, al personale di un vicino hotel che si è messo a disposizione e ai finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone hanno fatto qualcosa di cui oggi si parla non solo in Italia. Mentre i carabinieri arrestano due presunti scafisti russi, la storia di Torre Melissa arriva anche alle Nazioni Unite. L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, in un comunicato elogia la comunità del Crotonese: «In un momento in cui la logica della politica spesso prevale sulla responsabilità verso il prossimo, la solidarietà e lo spirito di accoglienza dimostrate dal sindaco, dalle forze dell’ordine e da molti privati cittadini restituiscono il dovuto senso di umanità». L’episodio evidenzia ancora una volta secondo l’Agenzia Onu «la pericolosità dei viaggi che i rifugiati intraprendono per cercare protezione da persecuzioni, guerre e violazioni dei diritti umani». L’Iraq è infatti uno dei Paesi con il più alto numero di persone in fuga al mondo, e con quasi 7 milioni che necessitano di assistenza umanitaria. Mentre Torre Melissa è la frazione marina del paese che fu protagonista di drammatiche lotte contadine alla fine degli anni ’40, abitato oggi da gente che all’alba di giovedì, con quel gesto di normale fratellanza, si è dimostrata, a dispetto delle distanze, vicinissima al Kurdistan iracheno. E lontanissima dalle post-ideologie e dai rancori dei social network.

Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it

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