CATANZARO Quella di incontrare il consigliere comunale Luigi Muraca, classe 1968, era una proposta che l’ex direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Pugliese non poteva rifiutare. Da un lato perché la richiesta veniva da un parlamentare, l’onorevole Pino Galati, che in quel periodo rivestiva un ruolo politico di una certa influenza. E poi perché la richiesta faceva intendere che Muraca avesse da esporre problematiche che interessavano tutta la città di Lamezia Terme. In sintesi, e semplificando gli argomenti, sono queste tra le ragioni che hanno portato il tribunale del Riesame di Catanzaro, presidente Giuseppe Valea, a determinarsi per la scarcerazione di Giuseppe Pugliese, accogliendo la richiesta avanzata dall’avvocato difensore Francesco Laratta.
«Il ruolo “politico” ricoperto dall’onorevole Galati nell’ambito regionale – è scritto nelle motivazioni del Riesame – ha sicuramente inciso in modo determinante nell’adesione del dottore Pugliese alla richiesta avanzata dal parlamentare nazionale di ricevere il consigliere Luigi Muraca per consentire a questi di esporre importanti “problematiche inerenti la città di Lamezia Terme. Orbene, la rappresentazione, da parte dell’onorevole Galati, della riferibilità della visita del Muraca alla esposizione di problematiche che interessavano molti cittadini, con utilizzazione, quindi, di espressione volutamente genereica rispondente, per un verso, all’intento di non fornire indicazioni sul reale motivo della intermediazione a eventuale attività investigativa, e per altro verso, a precludere un eventuale immediato rifiuto da parte del dottor Pugliese, fornisce argomento per sostenere che l’onorevole Galati aveva piena conoscenza e consapevolezza del proposito a cui mirava il Putrino con la richiesta di intermediazione del parlamentare all’incontro con il dottor Pugliese». Quindi, in sintesi, se Pugliese non poteva sottrarsi alla richiesta di incontro, a sua volta l’onorevole Galati era consapevole delle mire di Pietro Putrino, ossia quello di continuare ad accaparrarsi il servizio esterno di ambulanze per l’Asp di Catanzaro. «Va, infatti, osservato – prosegue il Riesame – che nel momento di registrazione dei colloqui con l’onorevole Galati, presso la direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro era in fase di elaborazione/redazione il bando di gara per l’affidamento del servizio ambulanze, circostanza che fa ritenere che nell’incontro avuto dell’onorevole Galati con Pietro Putrino e Luigi Muraca all’aeroporto di Lamezia Terme sia stato trattato proprio questo argomento, rappresentando il Putrino la necessità di ottenere l’affidamento del servizio, risultato conseguibile intervenendo prima della conclusione dell’iter di formazione del bando su coloro che avevano il compito di provvedere alla redazione e approvazione dello stesso bando.
Dunque, se da un lato il Riesame “scagiona” Pugliese dalle sue responsabilità, dall’altra mostra i muscoli rispetto al comportamento dei coindagati Galati, Putrino e Muraca. Secondo i giudici, infatti, Galati (al quale il tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato i domiciliari il 26 novembre scorso, riqualificando l’accusa da abuso d’ufficio a tentato abuso d’ufficio), che ha incontrato e parlato con Pugliese incontrandolo all’aeroporto di Lamezia e poi davanti a una concessionaria l’8 settembre 2015 (giorno in cui, presumibilmente, il politico si accorge di essere seguito e monitorato), «aveva piena consapevolezza del proposito del Putrino e, nondimeno, si è attivato preannunciando al dottor Pugliese la visita del consigliere comunale Muraca (la cui carica è venuta meno con lo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme per infiltrazione mafiosa, ndr) per trattare “importanti problematiche” riguardanti al città, al fine di consentire al Putrino di interloquire con il dottor Pugliese sul bando di gara in fase di elaborazione presso l’Asp e condizionarne il contenuto o le modalità di scelta del contraente, con inserimento di clausole in favore delle imprese di Putrino».
L’ATTEGGIAMENTO DI PUGLIESE D’altra parte secondo i giudici «le risultanze investigative non consentono di poter affermare se il proposito avuto di mira dal Putrino abbia avuto una qualche condivisione da parte del dottor Pugliese ovvero, al contrario, questi abbia assunto un atteggiamento di totale chiusura a qualsiasi interferenza proveniente dai suoi interlocutori (e, indirettamente, dall’onorevole Galati)». E questo, sia per la genericità delle conversazioni captate come la frase pronunciata da Vincenzo Torcasio, braccio destro di Putrino che si sarebbe rivolto a Pugliese dicendo: «Questo qua lo dobbiamo fare così e così». Torcasio che, per come riferito, «è immediatamente uscito dalla stanza, a dimostrazione del fatto – scrivono i giudici del Riesame – che il dottor Pugliese parrebbe aver manifestato una preclusione a dare seguito a qualunque argomento sul punto». Il 6 agosto 2015, inoltre, Galati chiede a Muaraca come fosse andato l’incontro con Pugliese a Catanzaro. La risposta è «diciamo di sì… poi ci dobbiamo vedere a settembre». Ma l’incontro a settembre non vi è stato e questo per il collegio del Riesame sarebbe indicativo riguardo all’adesione data da Pugliese alla faccenda. Anche la frase di Pugliese a Galati, nel corso dell’incontro davanti alla concessionaria l’8 agosto 2015: «Vedi che… tranquillo per quella cosa», sarebbe intervenuta a distanza di oltre un mese dall’incontro del 30 luglio con Muraca e «non fornisce alcun elemento valutabile nella direzione di un assecondamento del dirigente dell’Asp al proposito di Putrino».
Il Riesame esclude i gravi indizi di colpevolezza a carico di Pugliese. Le esigenze cautelari verrebbero meno anche perché Pugliese non riveste più il ruolo di direttore amministrativo all’Asp di Catanzaro ma lavora al Sant’Anna di Crotone.
LA VICENDA A fine novembre è tornato in libertà Giuseppe Pugliese, ex direttore amministrativo dell’Asp di Catanzaro coinvolto nell’indagine condotta dalla Guardia di finanza di Catanzaro, coordinata dalla Dda del capoluogo, denominata “Quinta Bolgia”. L’inchiesta investe i presunti illeciti commessi all’interno dell’Asp per quanto riguarda la gestione del servizio esterno di ambulanze monopolizzato, secondo l’accusa dalla ditta Putrino, ritenuta dagli investigatori vicina alla consorteria mafiosa dei Iannazzo-Cannizzaro-Daponte di Lamezia Terme.
Pugliese era stato condotto ai domiciliari il 12 novembre scorso ma la sua posizione si era aggravata poiché l’ex dirigente – che aveva il divieto di avere contatti con l’esterno, compresi i suoi legali, per 5 giorni fino al giorno dell’interrogatorio di garanzia – ha invece contattato, due giorni dopo l’arresto, il suo difensore e il fratello, che è avvocato, per definire la strategia difensiva. In seguito a questi episodi, il 21 novembre, Pugliese è stato tradotto in carcere.
ale. tru.
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