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Crisci: «Il governo penalizza l'Unical anche se ha i conti in ordine»

Il rettore contesta i criteri utilizzati per le assunzioni. «Basati su dati che avvantaggiano il Nord». E chiede al ministro Bussetti di visitare le università meridionali

Pubblicato il: 14/01/2019 – 15:42
Crisci: «Il governo penalizza l'Unical anche se ha i conti in ordine»

RENDE «Le università centromeridionali e quella della Calabria, sono fortemente penalizzate dal nuovo Decreto emanato dal governo Conte». Lo afferma il rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci analizzando i nuovi parametri che portano ad un netto taglio delle assunzioni di personale docente e tecnico amministrativo.
«Fino al 2012 ogni ateneo virtuoso – è detto in una nota dell’Unical – cioè con i conti in regola secondo i parametri contabili del Miur, gestiva la disponibilità del proprio turnover. Dal 2012, una norma prevista dal Governo Monti ha tolto agli atenei tale autonomia, prevedendo che i pensionamenti avvenuti in un ateneo potessero essere conteggiati come turnover di un altro ateneo, a patto di avere un bilancio più solido secondo alcuni indicatori, il principale dei quali dipendeva dalle entrate derivanti dalle tasse degli studenti. Tutto il sistema delle assunzioni universitarie si regge sui “punti organico”, l’unità di misura utilizzata dal ministero per definire il numero di assunzioni che ciascuna università può effettuare ogni anno. Ogni dipendente corrisponde a un equivalente in punti organico: un professore ordinario corrisponde a un punto organico, un professore associato a 0,70 punti organico, un ricercatore a 0,50, mentre un tecnico-amministrativo da 0,20 a 0,65. Il nuovo governo sostiene che queste scelte sono state prese per far aumentare le assunzioni delle università virtuose».
«Nei criteri utilizzati per ottenere questi indicatori – spiega Crisci – vi è quello della contribuzione studentesca che, notoriamente, nelle università del Sud è inferiore rispetto a quelle del Nord. Questo fattore diventa essenziale nell’algoritmo usato dal Ministero, tanto che, per fare un esempio, se l’Unical applicasse le stesse tasse che ha un’università simile, ma situata al Nord, come Padova, il nostro indicatore della spesa di personale scenderebbe dall’attuale 73% al 63%, mentre quello della sostenibilità economico-finanziaria salirebbe da 1,12% a 1,30%, facendoci guadagnare decine di punti organico. Questo criterio iniquo ha comportato un drenaggio significativo di punti organico dalle università del Centro-Sud, dove il livello di tassazione è molto basso, verso quelle del Nord. Si parla tanto di premialità degli atenei virtuosi, ebbene il nostro lo è. Siamo virtuosi, abbiamo un bilancio sanissimo e allora come mai siamo stati così penalizzati? Ho il sospetto che i parametri utilizzati dal Ministero, che ancora non sono stati resi noti, siano stati studiati per avvantaggiare le università del Nord e quelle più piccole. Come si spiegherebbe, diversamente, che l’intero Centro Sud, ad eccezione di Bari e Salerno, ha un semaforo rosso e cede 140 punti organico alle grandi università del Nord? L’Università della Calabria avrà l’80% di turn over e cede 6,3 punti ad altre, ma lo fa anche la Federico II di Napoli che cede 24,9 punti con un turn over dell’83%, Catania che cede 14,1 p.o. e ha il 73% di turn over, la Sapienza che ha l’89% e cede 18,8 p.o. Tutti a favore del Nord e delle piccole università, creando paradossi con Bergamo che avrà un turn over del 310% e preleva da altri 10,5 p.o o il Politecnico di Milano che ne preleva addirittura 42,8 con un turn over del 237%. Il risultato di tutto questo è che le università del Nord pur avendo i conti in ordine proprio come noi, usufruiranno di punti organico che provengono in gran parte dai pensionamenti del 2017 degli atenei del Centro-Sud. Questo equivale a circa 280 ricercatori che il Sud non potrà assumere a vantaggio del Nord».
«Invito il ministro Bussetti – conclude Crisci – a conoscere la realtà dell’Università della Calabria, per fargli toccare con mano quanto facciamo anche nel campo della ricerca. Basti pensare che negli ultimi quattro anni ci sono stati finanziati 170 progetti regionali, nazionali ed europei e che nell’ultimo anno 19 progetti dell’Unical sono stati ammessi a finanziamento con i fondi Pon, per un totale di oltre cinque milioni e mezzo di euro. Se parliamo di merito, l’Unical di certo è pienamente nella classifica degli atenei virtuosi».

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