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Sanità, il destino di Oliverio passa dall'Asp di Cosenza

Dietro lo scontro con il governo e i commissari c’è la possibile riconferma del dg Mauro. Che è inviso ai 5 stelle. Ma anche ad alcuni esponenti del centrosinistra. Tra cui il “lealista” Aieta. Pos…

Pubblicato il: 14/01/2019 – 12:30
Sanità, il destino di Oliverio passa dall'Asp di Cosenza

CATANZARO La principale pietra d’inciampo ha un nome e un cognome: Raffaele Mauro. C’è la più che probabile riconferma dell’attuale dg dell’Asp di Cosenza dietro lo scontro tra la Regione, da una parte, e il ministero della Salute e i commissari delegati, dall’altra.
Il primo attacco è stato sferrato ieri sera, con il ministro Grillo – in accordo con i commissari Cotticelli e Schael – che ha intimato al governatore Oliverio lo stop alle nomine dei nuovi commissari delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria.
La richiesta del ministro pentastellato è molto chiara, nella sua brevità: il presidente deve nominare i responsabili di concerto – quindi con l’approvazione – con i nuovi delegati governativi.
Richiesta che Oliverio, stamattina, ha prontamente rispedito al mittente, rivendicando autonomia di scelta in uno dei pochi ambiti che rimangono tra le sue prerogative (il governo ha aumentato considerevolmente i poteri dei commissari che hanno preso il posto di Scura).
IL CASO MAURO Il principale terreno di scontro è, come spesso accade, Cosenza. Oliverio, d’intesa con i suoi luogotenenti più fidati del territorio bruzio, ovvero Nicola Adamo e sua moglie, la deputata Enza Bruno Bossio, sembra intenzionato a riconfermare Mauro alla guida dell’Azienda provinciale. Secondo quanto trapela, il governatore – sottoposto all’obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore – avrebbe già dato mandato alla sua giunta di convocare, in Cittadella a Catanzaro, una seduta (forse presieduta da Franco Rossi) per questo pomeriggio o, comunque, per i prossimi giorni, per deliberare tutte le nomine, inclusa quella di Mauro.
L’intenzione di andare avanti sulla strada della continuità amministrativa sarebbe stata “spifferata” anzitempo ai commissari, che avrebbero dunque sollecitato il ministro a intervenire per evitare la riconferma del dg cosentino.
Il Movimento 5 Stelle, di cui Grillo è espressione, vede il rinnovo di Mauro come una iattura. Per diversi motivi: il dg, nel corso dei suoi tre anni di mandato, sarebbe stato troppo sollecito rispetto ai desiderata della politica e, in particolare di Oliverio e soci. Il manager, inoltre, avrebbe messo la firma a diverse delibere controverse e sarebbe stato mantenuto al suo posto malgrado in conti in rosso dell’Asp, e benché una legge regionale (la 11 del 2004) imponesse la rimozione dei dirigenti “sforatori”, quelli cioè incapaci di mantenere i conti in ordine.
IL M5S E infatti la posizione del M5S è condensata in alcune note diffuse oggi dai deputati 5 stelle, tra cui Nesci Sapia: «Ci chiediamo se per Oliverio esercitare le proprie prerogative significhi riconfermare manager che non hanno rispettato l’equilibrio di bilancio e che ciononostante hanno ricevuto un premio di svariate migliaia di euro mentre andavano per legge rimossi; che hanno esercitato le loro funzioni non avendone alcun titolo; che in mancanza della prescritta autorizzazione hanno tentato di nominare 14 primari e che con procedure disinvolte hanno affidato a fine mandato incarichi dirigenziali a loro cari e alla moglie del politico Franco Pacenza».
L’ULTIMATUM Nesci e Sapia non ci girano troppo intorno e confermano che quello del ministro Grillo a Oliverio è un «ultimatum», da cui dipenderanno i rapporti futuri tra il governo (i commissari) e la Regione (il governatore). Sulla stessa lunghezza d’onda un’altra parlamentare 5 stelle, Federica Dieni: «Oliverio ha il dovere di fare un bagno di umiltà e di accettare l’invito alla collaborazione del ministro Grillo. Conviene a lui – che ha dimostrato di non essere in grado di gestire le pur ristrette competenze che gli rimangono – ma, soprattutto, conviene a tutti i calabresi».
Se il presidente dovesse infine decidere di proseguire a testa bassa, potrebbe dunque accendere la miccia dello scontro e dare avvio a una fulminea riedizione del braccio di ferro che ha contraddistinto i suoi rapporti con l’ormai ex commissario Scura.
PERCHÉ I COMMISSARI Già, Scura. L’ingegnere, di fatto, non ha lasciato la Calabria, dal momento che è ancora il “soggetto attuatore” dell’Asp di Reggio. A quanto pare, il rinnovo dei vertici sanitari non dovrebbe riguardare l’ente dello Stretto. La giunta Oliverio sarebbe intenzionata a lasciare l’ex commissario al suo posto per evitare di finire (ancora) nel pantano dell’azienda «più malata d’Europa» (copyright dello stesso Scura) e di “interferire” con i lavori della commissione d’accesso che, ormai da mesi, è al lavoro per accertare eventuali infiltrazioni mafiose all’interno dell’Asp. La possibile richiesta di scioglimento, peraltro, potrebbe arrivare a breve. Discorso diverso, invece, per tutte le altre aziende (con eccezione del Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, il cui dg ha un contratto che scadrà tra un anno e mezzo).
Oliverio, tuttavia, non potrà rinominare i direttori generali, ma dovrà procedere con la designazione di commissari. Questo perché l’avviso per l’individuazione dei nuovi manager, pubblicato di recente dalla Regione, su richiesta di Cotticelli e Schael è stato “ritirato”, in quanto non avrebbe rispettato i dettami contenuti nel decreto legislativo 171 del 2016, secondo cui i “bandi” di questo tipo non possono essere “onnicomprensivi”, ma devono essere calibrati su ogni singola azienda della regione. Per chiarire: un manager che partecipa a un avviso per l’Asp di Vibo non può concorrere anche per quella di Crotone, e così via.
CENTROSINISTRA IN AGITAZIONE I problemi più pressanti di Oliverio, però, sono di natura politica. Perché Mauro non è inviso solo al M5S. Contro la sua riconferma si sono implicitamente schierati altri due big del centrosinistra calabrese: Carlo Guccione e Giuseppe Aieta, che da giorni sparano ad alzo zero contro il dg dell’Azienda cosentina.
Guccione, ieri, ha ricordato ancora una volta il caso delle «decine di milioni di euro» utilizzati per «pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi e tripli di una stessa fattura», malgrado fossero destinati a garantire «i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie dei cittadini dell’Asp di Cosenza».
Aieta, stamattina, ha invece ricordato come la nomina di Mauro «aveva l’obiettivo di riportare in equilibrio finanziario l’azienda o comunque assicurare almeno una qualità dignitosa ed accettabile dei servizi pur all’interno di un debito sostenibile. Basterebbe ascoltare, come da sempre fa il sottoscritto, la voce dei cittadini e non quella degli uffici che suggeriscono cifre, per capire a che punto è arrivato il livello dei servizi sanitari. Sul Tirreno Cosentino la rete ospedaliera è quasi saltata (ospedali dimezzati e raffazzonati o semplicemente embrionali), con unità operative che sono al limite della sopravvivenza in termini di personale e risorse. Da sempre abbiamo sottolineato come una delle cause di questo degrado fosse anche – e non solo – la “vacatio” perdurante dei direttori nelle unità operative, causa certamente anche della demotivazione degli stessi professionisti sempre più spesso costretti a lavorare in condizioni al limite della legalità. Per non citare la situazione che vivono alcuni reparti dove, proprio per l’assenza di figure apicali, si sono colpevolmente creati veri e propri Negus nell’indifferenza totale del management dell’Asp. Quindi sono queste le ragioni che ci inducono a richiamare il dg ai suoi doveri».
Insomma, una bocciatura senza appello. E se l’opposizione di Guccione alle scelte di Oliverio non rappresenta certo una novità, quella di Aieta ha un significato diverso. L’ex sindaco di Cetraro è (o era?) uno dei più leali sostenitori di Oliverio. La sua presa di posizione potrebbe allora incrinare i già fragili equilibri all’interno della maggioranza in consiglio regionale, ormai sempre più risicata dopo l’“addio” di diversi esponenti del centrosinistra, la nascita del gruppo dei Moderati e l’allontanamento definitivo degli ex Ncd.
Il caso Mauro rischia quindi di essere davvero una pietra d’inciampo sul cammino di Oliverio e su quello della legislatura.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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